“Basta alla frammentazione. Comuni uniti per il turismo. E diventeremo una potenza” – .

“Basta alla frammentazione. Comuni uniti per il turismo. E diventeremo una potenza” – .
“Basta alla frammentazione. Comuni uniti per il turismo. E diventeremo una potenza” – .

Non c’è esperienza che non si possa vivere nelle Marche, il turista ha infinite possibilità respirando il mare, scoprendo la montagna, visitando musei e ammirando borghi e paesaggi. Dire che è una regione al plurale è scontato e ormai banale, oggi più che mai questo è vero, per un territorio che vuole crescere dal punto di vista turistico, affermandosi a livello nazionale e anche internazionale. Manca ancora una vera identità, in tanta pluralità, non siamo la Toscana e tanto meno la Puglia, ma sicuramente sono stati fatti grandi passi avanti negli ultimi anni. Ne è convinto il vicepresidente dell’Anci delle Marche, Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo: i Comuni marchigiani hanno capito che il turismo è oro e futuro.

Ma gli amministratori dei comuni grandi e piccoli sono davvero pronti alle sfide del turismo che verrà?

“Devo dire che ognuno sta facendo un po’ per sé. È vero che a livello generale è la Regione a dettare la linea, ma poi si va avanti con quello che hanno tutti – ammette Calcinaro –. È difficile mettere insieme esperienze e prospettive, in questo senso credo che la nostra Regione paghi proprio la frammentazione dei nostri Comuni, che uniti e compatti potrebbero diventare un’enorme potenza turistica”. Cosa ci impedisce di unire le forze?

“Con la perdita di forza delle Province, anche i Comuni hanno perso i processi di aggregazione. Chi si riunisce lo fa spontaneamente o si ritrova se vengono emanati bandi a livello nazionale che premiano le aggregazioni. Ognuno è portato a rispondere ai bisogni delle proprie comunità, una progettualità più ampia non è oggettivamente facile. A volte c’è un po’ di competizione, le comunità guardano sempre l’erba del vicino e questo ti porta a dover fare qualcosa quasi per competere. lo è, ed è un peccato, perché le dimensioni del territorio marchigiano sono davvero limitate e chi sceglie di fare turismo qui non si ferma in un posto solo, ma ama viaggiare”. Allora cosa sogni per il turismo futuro?

“Abbiamo la gastronomia, il mare, la montagna, la campagna, alcuni sport attraenti. Quanto sarebbe bello sentirsi un’unica costa, come è sempre successo in Emilia-Romagna, quanto bello se Ascoli pubblicizzasse Fermo e viceversa, Macerata si trasferisse ad Ancona e viceversa. Abbiamo bisogno di un corpo superiore, credo. Capisco i Comuni che non ce la fanno per mille problemi, Atim può essere una soluzione, ma bisogna entrare in queste dinamiche”. La consapevolezza però c’è, i passi avanti ci sono stati.

“Finalmente tutti puntano sul turismo, i grandi comuni capiscono che si tratta di un’economia reale, alternativa ai settori produttivi che sono stati per decenni l’unico punto di riferimento per lo sviluppo della nostra regione. Noi abbiamo sacrificato il paesaggio per i capannoni di produzione, a differenza della Toscana, che ci aveva pensato tanti anni prima, è motivo di sopravvivenza, dobbiamo rendere la vita più facile a chi vuole investire in questo settore”. Ci sono imprenditori che ci credono, c’è chi ristruttura cascine e chi sceglie forme di turismo all’aria aperta, come il glamping. Come vanno le cose?

“Si stanno svolgendo attività di glamping, ne abbiamo autorizzato uno sotto il nostro gioiello, Torre di Palme. Ciò significa sviluppo e occupazione. Certo, tutto è abbastanza complicato, ci sono tante regole e altrettanta burocrazia. Credo che un’edilizia leggera come quella di un campeggio debba essere esente da norme urbanistiche, bisogna agevolare chi vuole investire in strutture ricettive”. Ti piace Gianmarco Tamberi come testimonial del turismo nelle Marche?

“Assolutamente sì, è un simbolo del tutto positivo e conosciuto e ha fatto il giro e la ribalta di tanti comuni – dice Calcinaro –. Ma si potrebbe pensare anche ad alcuni testimonial provenienti dai Paesi target esteri, ad esempio Olanda e Belgio, per campagne importate anche fuori dall’Italia. Dobbiamo essere più convinti, amarci di più, essere consapevoli di ciò che abbiamo e di ciò che siamo.

 
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