Festival di Modena Contemporanea. La prima edizione mette in discussione la “voce” – .

Festival di Modena Contemporanea. La prima edizione mette in discussione la “voce” – .
Festival di Modena Contemporanea. La prima edizione mette in discussione la “voce” – .

Eccolo Voxla voce, al centro di prima edizione di un nuovo festival appena nato a Modena. È chiamato Modena contemporanea ed è progettato da Tempo di musica, associazione che dal 2013 promuove attività concertistiche e di divulgazione musicale sul territorio, e che per la prima volta propone un evento reale, ricco e composito, ricco di concerti ma che allarga lo sguardo anche ai mondi dell’arte e della performance digitale arte . Non è un caso che la voce, crocevia di molteplici ambiti performativi, sia il punto focale di un programma che si snoda tra il 9 e il 26 maggio in luoghi della città a volte familiari all’attività musicale e talvolta più sofisticati dove elementi artistici specifici trascendono la performance musicale. I sei appuntamenti principali in cartellone sono dedicati alla voce, espressa secondo i quattro elementi, con brani in prima esecuzione assoluta (tre prime eseguite, commissionate dal Festival e tre tra nuove trascrizioni e prime italiane) e brani già considerati classici contemporanei.

È proprio dal dialogo sul tema della voce e del canto che è nata una collaborazione tra Modena Belcanto Festival e Festival Modena Contemporanea, che intrecciano i loro programmi per gli eventi del 9, 11 e 26 maggio dedicati alla musica d’autore contemporanea e alla sperimentazione che porterà il pubblico a confrontarsi con oltre 60 anni di voce. Si comincia il 9 maggio nel foyer Pavarotti-Freni, con lo sperimentalismo del nuovo secolo e il virtuosismo timbrico e vocale del cantante-performer Giulia Zaniboni che tra bicchieri abbinati, respiri amplificati e antichi canti marinari, ci permetteranno di comprendere quanto sia ampio e flessibile il vocabolario contemporaneo per la voce. A seguire la produzione semiscenica di uno dei classici del repertorio vocale moderno, La voce umana di Francis Poulenc nella realizzazione del mezzosoprano Caterina Dellaere e la scenografia di Paola Brunello E Giulia Turconi (11 maggio, Teatro Fondazione Collegio San Carlo), un monologo tragico senza tempo da cui è nata l’idea di poter lavorare con un solo strumento in scena, la voce. In serata è prevista anche la prima esecuzione assoluta di un brano commissionato dal Festival al giovane compositore Paola Magnanini quello dentro Saudade – Omaggio alla Voix Humaine per pianoforte solo, ci introdurrà alla trama dell’opera. Il calendario congiunto delle due realtà modenesi e l’intero evento si concluderanno con la manipolazione elettronica della voce del soprano Ljuba Bergamelli nell’ultima produzione di Zeno Baldi, Petali di ardesia, un’interazione tra umano ed elettronica, indagando le luci e le ombre della voce e le tracce personali che essa porta in superficie. (26 maggio, Teatro Fondazione Collegio San Carlo).

Attorno a quattro elementi poi si riannodano le fila degli altri concerti in programma. Se la fuoco rappresenta la scintilla vitale rappresentata dai tre concerti dedicati alla voce umana, l’acqua ritroverà nel concerto che la vede protagonistaComplesso Farandole una declinazione musicale del repertorio contemporaneo dedicato al mare,cascata e le sue creature, a partire dalle canzoni di Takemitsu fino alla performance di Vox Balenae di George Crumb (17 maggio, Chiesa del Voto). Anche in questa occasione è prevista una prima assoluta, commissionata dal Festival, al giovane compositore Francesco Darmanin per titolo Come il vento e le nuvole. L’aria ed in particolare i corpi celesti saranno protagonisti nel recital pianistico del pianista Ciro Longobardi proporre l’integrale esecuzione del Studi boreali e dei Studi meridionali del compositore italiano Ivan Fedele in un contesto insolito per l’esecuzione musicale ma ideale e rappresentativo per canzoni che parlano di stelle, la Cupola del Civico Planetario ‘F. Martino’ di Modena (18 maggio). Infine, spazio a Terraun elemento primordiale al quale il pubblico potrà simbolicamente ricongiungersi con il rito della terra di Paolina Oliveirosle prime italiane di Terrestre di Kaija Saariaho e Maggio 2020 di Fazil Say e la prima esecuzione assoluta, commissionata dal Festival, al compositore Daniele Bisi, riuniti nel concerto Il risveglio della terra, a cura dei musicisti diInsieme in forma libera (24 maggio, Sala del Leccio – Complesso San Paolo). Attorno al calendario principale si svolgeranno una serie di eventi collaterali.

 
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