Secche invasioni nell’isola, comincia il razionamento nelle campagne della Baronia e in parte del Sassarese. La Nuova Sardegna – .

Sassari La grande sete dell’isola comincia a mietere le prime vittime. Sono le campagne intorno a Posada e quelle della Valle del Giunco, nella Nurra. Per loro e per le loro aziende agricole la stagione irrigua 2024 non potrà iniziare. Il comitato istituzionale dell’autorità di bacino si riunisce oggi, dopo settimane di riunioni e cabine di regia, per approvare il piano delle risorse idriche che prevede un ulteriore giro di vite sui vincoli negli invasi e anche qualche sacrificio.

Si tratta di un gioco di enigmi per garantire l’acqua potabile, che richiede necessariamente la chiusura dei primi rubinetti in campagna. Una scelta obbligata con i bacini che iniziano a svuotarsi d’acqua, la pioggia che scompare dai radar meteorologici e la mappa dei bacini che si colora di arancione, tendendo sempre più al rosso.

Dati macro I numeri per la distribuzione del sistema idrico regionale nel suo complesso sono questi: 218 milioni di metri cubi saranno destinati ad uso potabile, 22 milioni ad uso industriale, 404 milioni per la stagione irrigua. Le scorte complessive al 30 aprile 2024 non sarebbero in grado di garantire il fabbisogno su un orizzonte di 18 mesi. I dati quindi non sono incoraggianti ma per ora ci permettono di mantenere il sistema attivo. Il problema è che a livello locale ci sono situazioni molto critiche.

Bidighinzu Attualmente nel bacino di Sassari sono presenti 7,59 milioni di metri cubi. Per gli usi dell’acqua potabile servirebbero 15 milioni all’anno, mentre per le utenze irrigue della Valle dei Giunchi ne servirebbero 1 milione. La buona notizia è che attualmente è attivo il collegamento con Temo, che soddisfa la richiesta di acqua potabile. La brutta notizia è che anche il sistema Temo-Cuga è in difficoltà per mancanza d’acqua e quindi la Valle dei Giunchi, famosa per i suoi campi di carciofi, quest’anno rimarrà arida.

Flumendosa Nel sistema Flumendosa-Campidano-Cizerri, i bacini di Nuraghe Arrubiu e Monte Su Rei ammontano complessivamente a 258 milioni di metri cubi, ovvero poco più della metà dei 417 milioni presenti nello stesso periodo dello scorso anno. Per questo, da fine marzo, l’Enas ha attivato il sollevamento Tirso-Flumendosa per contribuire (con 33 milioni) a ridurre il deficit rispetto alla domanda agro-zootecnica.

Maccheroni Il lago di Posada è in grave crisi: ha 9 milioni di metri cubi. Considerando che 5,90 milioni vanno all’acqua potabile, il Comitato è orientato a chiudere i rubinetti per l’agricoltura. La domanda degli allevamenti zootecnici e degli usi assimilabili a quelli civili connessi alla rete consortile sarà invece soddisfatta con 1,2 milioni di metri cubi.

Monte Lerno In difficoltà il bacino artificiale di Pattada: contiene 22 milioni di metri cubi d’acqua. E quindi prudenzialmente verranno stanziati solo 12 milioni per l’agricoltura, replicando sostanzialmente la situazione di carenza verificatasi durante la stagione irrigua del 2023. La situazione del bacino di Sos Canales, che ha solo 1 milione di metri cubi e invia acqua all’acquedotto del Goceano, ha reso necessario l’avvio dei sollevamenti dal bacino di Monte Lerno.

Nuovi vincoli Tra gennaio e febbraio di quest’anno il comitato ha approvato una serie di vincoli sulle risorse idriche ad uso prioritario, ovvero l’acqua grezza da riservare all’uso potabile. Nel caso del sistema del Flumendosa (Tirso, Leni, Flumineddu, Nuraghe Arrubiu e Mulargia) il vincolo ammonta a 184,7 milioni di metri cubi; 12 per quello dell’Ogliastra (Bau Muggeris); 0,5 per l’Alto Cixerri (Punta Gennarta); 11,5 per l’Alto Coghinas (Monte Lerno); 23 per il Temo; 3 per Cuga; 3.6 per il sistema Posada (Maccheronis); 8.5 per il sistema del Sulcis (Cixerri). Con la delibera odierna si aggiungono i seguenti vincoli: 5 milioni di metri cubi nel sistema del Sulcis (Cixerri) che salgono quindi a 13,5 milioni; 3 milioni nel bacino di Cuga, che salgono a 6 milioni; e 2,3 milioni nel bacino di Maccheronis (Posada), che salgono a 5,9 milioni.

Alto Cixerri Tra i bacini di Punta Gennarta e Medau Zirimilis ci sono 3 milioni di metri cubi, meno della metà rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ciò è dovuto ai consumi eccessivi registrati negli ultimi anni e ai lavori in corso sulle dighe di Medau Zirimilis. La domanda per usi irrigui sarà quindi soddisfatta in parte dal bacino di Punta Gennarta e in parte da quello del Cixerri attraverso il sollevamento dell’Uta Nord.

Bau Pressiu Il lago di Sulvis è vuoto a causa dei recenti lavori di scarico di fondo e quindi il fabbisogno di acqua potabile, che ha un fabbisogno di circa 8 milioni di metri cubi all’anno, è garantito dall’innalzamento del bacino del Cixerri a Genna is abis.

Chi sorride L’unico invaso che non va in crisi è quello del Lago Omodeo, nella Cantoniera Tirso, che a fine aprile registrava un volume pari al 99% della capacità. E quindi non solo potrà garantire acqua potabile illimitata, ma potrebbe soddisfare la domanda di irrigazione non per uno ma addirittura per due anni.

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