«In Italia uno scandalo al giorno ma il Governo non fa nulla» – Video – .

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08 maggio 2024 18:29


«Il governo nazionale va nella direzione opposta rispetto alle politiche necessarie sulla transizione ecologica, sul lavoro, sul turismo e sulla protezione sociale. Ma è dai territori che può arrivare il segnale di una politica capace di cambiare davvero le cose”. Così Chiara Appendino, vicepresidente del Movimento 5 Stelle ed ex sindaco di Torino, ha aperto mercoledì pomeriggio a San Gemini il suo giro in Umbria. Al comitato elettorale della lista ‘Unità e responsabilità per San Gemini’, Chiara Appendino ha portato la sua esperienza amministrativa da sindaco di Torino: «Non esistono ricette perfette, se i cittadini sono stufi bisogna dimostrare che le cose possono cambiare. Il governo nazionale va nella direzione opposta alla transizione ecologica, alla protezione sociale e al turismo. Il voto locale è molto importante, dal territorio può partire un progetto alternativo. Quando si parla di economia circolare, di un’azienda come Sangemini, di tutela del territorio, bisogna dare il segnale che c’è gente che non se ne lava le mani. Può essere una pista ciclabile, uno spazio verde, qualcosa che influisce sulla vita di tutti i giorni. Non è vero che le cose non possono cambiare. Qui ci sono persone credibili e giovani che lavorano duro. Quando vedo i giovani impegnarsi con entusiasmo e sana indignazione, un progetto può diventare credibile”. Giuseppe Bracco, imprenditore classe 1963, direttore generale della Bit srl e attivo nell’associazionismo sportivo, è il candidato sindaco della coalizione di persone civiche e progressiste: «Per me fare politica è una novità, ho accettato perché ci tengo molto Io e San Gemini vogliamo fare qualcosa per contribuire al rilancio del nostro territorio. Non è un caso che abbiamo preso come simbolo il tappo a corona della borraccia. Segno che occorre ripartire dalla storia, dalle origini. La gente è stanca, vuole essere ascoltata”. Presente all’incontro anche Diego Diomedi, 25 anni, laureato in Scienze culturali e politiche della gastronomia all’Università per Stranieri di Perugia e con un master in Storia dell’alimentazione all’Università di Bologna: «In questi cinque anni di amministrazione del centrodestra, sulla crisi Sangemini non è arrivata alcuna risposta, risposte che non sono arrivate nemmeno dalla Regione. I lavoratori non sono un peso, devono essere motivo di vanto e orgoglio. A Sangemini non c’è punto vendita, non si può comprare l’acqua dalla nostra azienda, sono dovuto andare a Terni per comprarla. Dobbiamo difendere la valle dell’acqua”.

 
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