scenari e aspettative dopo il terremoto – .

L’impressione che hanno molti in città è che gli effetti dell’inchiesta di ieri non si fermeranno agli arresti e alle misure cautelari applicate a Giovanni Toti, Matteo Cozzani e una lunga lista di imprenditori e dirigenti pubblici, tra Genova e La Spezia. Le indagini della Procura proseguono, anche sulla base degli interrogatori e delle perquisizioni effettuate ieri dalle Fiamme Gialle e vista l’impianto accusatorio e l’uso del termine “commissione affari permanenti” utilizzato dai magistrati, viene proprio da pensare che si si trovano di fronte all’innesco di una reazione a catena che potrebbe scuotere non solo il mondo politico, ma anche quello economico, con appalti e opere che potrebbero tornare improvvisamente in discussione.
Un esempio, a sole 24 ore dalla prima scossa, è l’ulteriore inchiesta sugli appalti che dovrebbero portare alla costruzione della diga di Genova guidata dal procuratore genovese Walter Cotugno. L’opera, già nel mirino della Procura europea di Torino e dell’Anac, potrebbe infatti incontrare nuovi ostacoli sulla scia delle intercettazioni emerse nell’inchiesta sul presidente della Regione.

Un’indagine sulla quale ieri il pm Nicola Piacente ha respinto la definizione di “giustizia a orologeria”, con riferimento all’imminenza delle prossime elezioni amministrative ed europee: “La nostra richiesta è di cinque mesi fa, precisamente del 27 dicembre. L’ordine è arrivato solo ieri ed è stato quindi eseguito questa mattina”.
Gli effetti sulla prossima tornata elettorale, però, sono una certezza. Così come sono sotto gli occhi di tutti le reazioni dei protagonisti della politica regionale di centrodestra.
Presenti i consiglieri del Consiglio regionale e il vicepresidente Alessandro Piana, che sostituisce pro tempore Toti, che ha mostrato immediata vicinanza al presidente. Si notano però delle distinzioni tra gli esponenti dei partiti.
Fermo restando che siamo in una fase istruttoria del procedimento e che tutti gli indagati potranno difendersi e dimostrare la propria innocenza, da una parte ci sono i sostenitori di Toti, che hanno ampiamente rilasciato dichiarazioni di vicinanza e fiducia nei confronti Toti, a cui ha aderito quasi esclusivamente il viceministro dei Trasporti, il leghista Edoardo Rixi. Dall’altro c’è il silenzio assordante di tanti leghisti, di tutti gli esponenti locali di Forza Italia e, soprattutto, di quelli di Fratelli d’Italia. È intervenuto solo il coordinatore regionale dei meloniani Matteo Rosso, invitando alla cautela, ma anche spiegando che ora la palla passa ai partiti e rilevando che elezioni anticipate sono uno scenario che non si può escludere. Non un silenzio, quindi, ma qualcosa che va ancora oltre.
Chi però, come tanti altri, ha deciso di non commentare è il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, né ieri né a margine della conferenza stampa svoltasi oggi.

Sarà forse un esercizio di fantapolitica, ma leggendo il comportamento degli alleati di maggioranza si intravede quali saranno le implicazioni politiche della caduta di Toti. È infatti prevedibile che buona parte dei voti che sarebbero potuti andare agli Aranci finiranno alle urne con una croce sul simbolo di Forza Italia, l’altro partito moderato della coalizione, tanto che lo stesso Toti aveva Recentemente non è escluso un possibile ritorno tra gli azzurri: una dichiarazione accolta in maniera tutt’altro che calorosa da Tajani&co, che nelle ultime ore hanno praticamente ignorato le vicende del governatore ligure.
Nello scontro tra le forze più dichiaratamente di destra, però, la tiepida vicinanza della Lega potrebbe essere letta come un tentativo dei sostenitori di Salvini di raccogliere qualche voto di ex totiani che potrebbero sentirsi orfani del loro leader. La sostanziale presa di distanza di Fratelli d’Italia, che in più occasioni aveva espresso perplessità nei confronti dell’ipotesi di un terzo mandato paventata da Toti, può invece essere interpretata come una distinzione, un atteggiamento che il partito più forte del Paese può permettersi un’alleanza, capace di attirare i voti degli indecisi.

Il terzo mandato appena citato appare oggi meno concreto di un miraggio su Marte, mentre allo stesso tempo si prevede un ridimensionamento dello stesso movimento politico di Toti. Che si chiami Cambiamo, Lista Toti o Italia (Liguria) al centro cambia poco. Il partito personale del presidente della Liguria, che ha più volte tentato di scalare la scena politica nazionale, ha mostrato un grosso difetto in quello che viene definito “civismo”, rispetto ai partiti tradizionali: l’assenza di contrappesi all’interno del proprio perimetro politico , che è sicuramente più presente nei partiti sia per un sano confronto collegiale sia per competizione. E secondo il quadro che emerge dalle carte messe insieme dalla magistratura, la presenza dei cosiddetti anticorpi avrebbe forse potuto ridurre nel tempo e nella portata i comportamenti di cui sono accusati il ​​presidente e i suoi più stretti collaboratori.

Ad essere messo in discussione, infine, è anche il sistema del finanziamento dei partiti, già più volte nell’occhio del ciclone e che, con l’ennesimo scandalo di cui è rimasto vittima, appare sempre più meritevole di sostanziali modifiche. .

 
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