la banda dei furti su commissione è tornata. L’episodio sanvitese riapre il caso – .

la banda dei furti su commissione è tornata. L’episodio sanvitese riapre il caso – .
la banda dei furti su commissione è tornata. L’episodio sanvitese riapre il caso – .

Il timore è che possa ritornare l’onda lunga che dal 2015 e almeno fino alla pandemia quando il Covid ha confinato tutti nelle proprie case e limitato l’accesso agli ospedali, ha messo in difficoltà gran parte delle strutture sanitarie della regione con una serie di furti. che – non c’è dubbio – furono commissionati. In breve, dopo il furto dell’altra notte a San Vito il rischio è che la “banda ospedaliera” possa essere tornata. La scomparsa delle sonde ecografiche dalla stanza blindata dell’ospedale sanvitese, infatti, ha alzato nuovamente la soglia di allarme. Dopotutto, io furto di attrezzature mediche in reparti specializzati costano diverse centinaia di migliaia di euro l’uno sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia e c’è da dire che, tranne in un caso, non si sono mai registrati grandi successi sul fronte investigativo.

IL PIÙ GRANDE

Non ci sono dubbi su questo il furto più importante avvenuto in un ospedale friulano è avvenuto nel 2015 a Santa Maria degli Angeli e all’epoca colpì il servizio di Gastroenterologia. Allora non c’erano ancora i locali blindati e qualcuno di notte fece irruzione nel Servizio e portò via attrezzature, sonde e altro materiale praticamente nuovo. Valore 500mila euro. Non si è mai saputo chi avesse rubato tutta quella roba, ma una cosa è certa: si trattava di materiale difficilmente rivendibile e quindi il furto era su commissione. Come tutti gli altri che seguirono.

GLI ALTRI FURTI

Se è vero che quello di La Gastroenterologia di Pordenone fu la prima e la più importante dal punto di vista economicopoi ne seguirono diversi e in molti ospedali. Nel 2019 ancora a Pordenone e SacileNella stessa notte sono scomparse le sonde ecografiche, tre sulla sponda del Noncello e due sulla sponda del Livenza. Valore totale 40mila euro. Era però l’anno prima, il 2018, l’annus orribile. Prima furono gli ospedali di Latisana, Palmanova e Cividale e anche in questo caso sono state rubate le sonde per endoscopia. Valore totale 60mila euro. Poi è stata la volta dell’ospedale di Udine dove da uno dei servizi è scomparso un importantissimo apparecchio oftalmico e non solo per gli accertamenti, ma anche per il suo valore, 70mila euro. Il momento è arrivato anche a Trieste, all’ospedale di Cattinara, dove è stato rubato un intero ecografo Doppler del valore di 50mila euro.

GLI ARRESTI

A seguito di tutti questi furti che evidentemente non hanno colpito solo il sistema sanitario friulano, ma anche quello del Nord Italia, tre procure, Udine, Torino e Mantova, sono riuscite a sconfiggere una banda di colombiani che si era specializzata in questa particolare tipologia di furti. Va detto, però, che gran parte delle attrezzature rinvenute riguardavano gli ospedali di Pinerolo (Torino) e Mantova, con una parte marginale quello di Palmanova. Quattro persone sono finite in carcere. Da allora, però, non ci sono stati più arresti.

IL RITORNO

Dovremo aspettare fino al 2022 per un altro grave furto in un ospedale della regione. A sparire in quell’occasione erano farmaci per un valore di circa 20mila euro provenienti dall’ospedale Cattinara di Trieste. C’è da dire, però, che le indagini hanno portato alla denuncia di un’infermiera. E farmaci sono stati rubati anche a Udine, nel 2023 per un valore di 15mila euro e anche in questo caso è stato denunciato un operatore sanitario dell’ospedale. Nel 2023 a Udine è scomparsa la macchinetta per il pagamento dei ticket sanitari, ma si tratta quasi sicuramente di un tipo diverso, come il furto di un’ambulanza avvenuto all’ospedale San Daniele. Il veicolo è stato ritrovato poco dopo integro e senza alcuna mancanza all’interno. Ora, con il furto dell’altra notte a San Vito delle Probe, è tornato il timore che la cosca dei ladri ospedalieri possa aver colpito ancora.

IL SISTEMA

Dopo i primi due furti avvenuti a Pordenone nel 2018 e nel 2019, tutti gli ospedali regionali hanno deciso di collocare apparecchiature di valore, in particolare sonde ecografiche e strumenti costosi e facilmente trasportabili, in locali blindati all’interno dei reparti. Non era possibile pensare, però, che l’accesso fosse riservato a pochi e quindi alle stanze blindate si può accedere con il badge a disposizione di medici, infermieri, tecnici, OSS e addetti alle pulizie. Vale a dire che sono tante le persone a cui è garantito l’accesso. Il fatto che sia stato utilizzato il badge è certo, perché la porta di San Vito, ma la stessa cosa vale per le altre strutture, non è mai stata forzata. Non è da escludere che la chiave elettronica possa essere stata rubata dalle tute o dalle borse del personale e poi utilizzata per accedervi. Con i badge di ultima generazione è possibile stabilire chi ha strisciato.

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Il Gazzettino

 
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