Il calzaturificio Moreschi termina definitivamente la produzione a Vigevano. È stato raggiunto un accordo con i lavoratori – .

DiDavide Maniaci

Hurleys, il fondo svizzero proprietario del marchio, si impegna a pagare gli stipendi di febbraio entro il 10 maggio, quelli di marzo e aprile entro la fine del mese

Addio calzaturificio. L’ultima pagina della storia della Moreschi di Vigevano, il calzaturificio più famoso e lussuoso della Lombardia, è stata scritta lunedì con il licenziamento degli ultimi 59 lavoratori del calzaturificio (in questo articolo il racconto di Sergio Currao, uno di loro: «Lavoro qui dal 1988, chi mi assumerà a sei anni dal pensionamento?»). Adesso non ci sarà più nessuno: negli anni d’oro erano 300. Hurleys, il fondo svizzero proprietario del marchio, lo aveva già comunicato a febbraio, con l’intenzione di “spostare la produzione altrove” in un ambito di “sostenibilità green” evidentemente impossibile da portare avanti Qui.

Nell’ex capitale delle scarpe rimarranno solo gli ufficinon più produttivo. Anche lo stabilimento è già stato venduto. Un edificio bianco, nuovo, altamente riconoscibile, visibile da lontano sulla statale 494 che arriva dopo una rotonda il cui simbolo, la M di «Moreschi», è formato da due scarpe. La storica famiglia che la gestiva nel 1946 ha ceduto le sue quote qualche anno fa.

Nell’ultimo giorno disponibile la trattativa tra sindacati e proprietariin Regione (riportato dal settimanale L’Informatore Vigevanese), era sbloccato: è stato raggiunto un accordo economico con i lavoratori, che in assemblea hanno approvato l’accordo all’unanimità. In realtà gli stipendi sono ancora arretrati. Hurleys si impegna a pagare gli stipendi di febbraio entro il 10 maggio, quelli di marzo e aprile al massimo entro la fine del mese. Il TFR e gli altri diritti scadranno il 30 giugno (30%) dell’importo dovuto e il resto entro il 14 luglio.

In caso di non conformità l’accordo prevede una clausola risolutiva, che annulla l’accordo e consente ai lavoratori di richiederne lapagamento dell’intera somma. La questione degli stipendi ritardati era diventata una polemica che coinvolgeva indirettamente l’attore Stefano Accorsi, scelto come testimonial del brand. “Speriamo che almeno tu venga pagato…”, avevano scritto ironicamente in una lettera aperta i dipendenti prossimi al licenziamento.


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9 maggio 2024 (modificato il 9 maggio 2024 | 10:27)

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