Il gol di Bremer alla mezz’ora di Roma-Juventus sembrava aver avuto la meglio lo stesso effetto del gol di Wirtz al 28′ di Roma-Bayer Leverkusen: al di là della diversa situazione realizzativa, l’episodio negativo in entrambi i casi ha frenato una Roma che, pur non brillando in nessuna delle due occasioni, se non altro è rimasta a galla nel condurre la partita, mantenendo aperte prospettive positive in entrambe le partite. Contro i tedeschi non si vedeva più cosa occorresse per rimettere le cose a posto e sembrava quindi che i giallorossi non ne avessero piùmentre domenica sera le cose sono andate diversamente, perché, dopo il forte avvio di ripresa della squadra di Allegri, E’ tornata una certa energia nelle gambe e nella testa dei giocatori della Romache ha provato fino all’ultimo a riconquistare quei tre punti che sarebbero stati fondamentali per presentarsi a Bergamo tra sei giorni con la speranza concreta di consolidare la propria posizione in Champions League.
Così non è stato, ma non c’è più nulla da fare al riguardo; quello che puoi fare è cercare di capire quanto ne rimane ancora nel serbatoio in vista di una settimana che sarebbe decisiva se le percentuali di portare a termine i due compiti – ovvero eliminare il Bayer Leverkusen e battere in casa la diretta rivale per la Champions League che avrà due risultati su tre a disposizione – fossero alla portata e non sono stati almeno parzialmente compromessi da quanto fatto in precedenza. C’è poco da decidere, tranne questo ciò non esonera la Roma dal cercare di fare il possibile su entrambi i frontianche perché è stato lo stesso De Rossi a decidere di non scegliere una sola strada, ma di mantenerle in vita entrambe il più a lungo possibile.
Certamente questo può aver influito su entrambi i percorsi, perché magari con un po’ di energie mentale del resto la partita contro il Bayer Leverkusen all’Olimpico sarebbe stata condotta meglio e con un po’ di energie fisico Inoltre la Roma avrebbe potuto ottenere di più in partite in cui ha perso punti importanti come Lecce e Napoli, ma è anche vero che in entrambi i casi la zavorra dei risultati precedenti – 29 punti in 20 partite in campionato, un secondo posto in un girone più che abbordabile e quindi altre due partite da giocare a febbraio in Europa – è un fattore che va considerato fino all’ultimo secondo di questa stagione.
I difetti di fabbricazione della rosa c’erano prima (dove per “prima” non si intende solo la parte di stagione terminata il 16 gennaio) e restano adesso e, come ha detto lo stesso De Rossi, correre all’impazzata rincorrendo un risultato che non arriva mai ad un certo punto può diventare demotivante ed estenuante: il fatto positivo (?) di giocarsi tutto o quasi quello che resta sul tavolo questa settimana potrebbe essere la prospettiva avere o non avere, definitivamente o quasi, una risposta tangibile a quanto fatto, motivo per cui non c’è motivo di sprecare le (poche) energie rimanenti in discussioni diverse dal campo. Sarà sufficiente?