il ricordo di un abbraccio indelebile – .

Un ricordo nitido e indelebile di Maurizio Bonomo che ha avuto il privilegio di incontrare Papa Wojtyla

Era il 9 maggio 1993 Quando Giovanni Paolo IIvisitando Agrigento, gridò ai mafiosi: “Convertire”. Sono passati 31 anni e quel ricordo è vivo nel cuore e nella mente di chi ha vissuto quei momenti. EFurono anni difficili per la Siciliatormentato da stragi di mafia, tenuto in una morsa che sembrava non avere scampo. Al termine della celebrazione Giovanni Paolo II pronunciò a braccio parole rimaste indimenticabili, quelle conosciute ancora oggi come l’anatema contro la mafia.

Parole che sono risuonate nella Valle dei Templi, in modo forte, prorompente. Giovanni Paolo II ha parlato dal cuore.

Maurizio Bonomo ha un ricordo nitido e indelebile della visita di Papa Wojtyla ad Agrigento che 31 anni fa ebbe il privilegio di stringergli, baciargli la mano e ricevere il suo abbraccio in rappresentanza della pastorale giovanile, durante l’incontro allo stadio dell’Esseneto: “Quell’abbraccio non era previsto, era fuori protocollo e in quell’abbraccio c’era tutta la popolazione dei giovani della Sicilia – racconta Maurizio -. Mi è stato detto di non parlare di quell’incontro che avrei dovuto fare, nemmeno con i miei genitori che lo hanno saputo in televisione, un silenzio che è stato molto pesante, soprattutto non poterlo condividere con i ragazzi con cui avevo passato la notte con. Sono rimasto travolto dall’immagine di questo stadio Esseneto gremito di giovani con grandi aspettative che non sono state assolutamente deluse. Era un momento di grande speranza e in cui la Chiesa si schierava solo da una parte, quella contro la mafia».

 
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