Salute mentale in Basilicata, “risorse insufficienti per poter dare risposte a tutti coloro che ne hanno bisogno” – .

“Tante cose sono cambiate dal 1978 ad oggi, ma se è vero che non c’è salute senza salute mentale, è anche vero che questo resta un settore in cui si investe troppo poco per poter dare risposte a tutti coloro che hanno bisogno loro e il passaggio dal manicomio ai servizi territoriali doveva andare di pari passo con l’assistenza individualizzata, centrata sulla persona. Il Pnrr sembra essere anche un’opportunità non sfruttata per rafforzare i servizi di salute mentale”. È questo il messaggio lanciato dallo Spi Cgil e dalla Fp Cgil Basilicata in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica “Tu internal…Io libero”, visitabile al Museo Provinciale di Potenza fino al 12 maggio. In mostra gli scatti storici del fotografo Gian Butturini per i cento anni dalla nascita di Franco Basaglia, il medico che diede il suo nome alla più importante riforma della psichiatria in Italia, che portò alla chiusura dei manicomi e a un nuovo approccio alla trattamento della malattia mentale. L’esposizione, curata dall’Associazione Gian Butturini, testimonia il lavoro di Basaglia e della sua squadra nel trentennio 1975/1977 a Trieste, per poi ritornare dove tutto ebbe inizio nell’estate del 2006.

Un dibattito a più voci sull’eredità del grande psichiatra e medico umanista che ha visto il contributo di Alfonsina Guarino, direttrice dell’UOC CSM e responsabile CD per pazienti psichiatrici che hanno commesso reati ASP; Andrea Barra, primario delle strutture psichiatriche SPDC e DSM ASP; Antonio Corona, dirigente dell’Ufficio Sistemi Welfare della Regione Basilicata; Edoardo De Ruggieri, direttore dei centri diurni Uosd Spdc e Dsm Asm; Gisella Trincas, presidente dell’Unione Nazionale delle Associazioni di Salute Mentale; Tiziano Butturini, dell’Associazione Gian Butturini; Stefano Cecconi, segretario nazionale Spi CGIL.

“A più di quarant’anni dall’approvazione della legge nazionale 180 e dalla morte del suo ispiratore, questo non è solo un doveroso ricordo – hanno spiegato i segretari generali Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa e Fp Cgil Potenza, Giuliana Scarano – ma anche un’occasione per riportare al centro le politiche nazionali e regionali sulla salute mentale. In una fase di progressivo impoverimento dell’assistenza sanitaria, la salute mentale soffre più di altri servizi per la sua intrinseca fragilità, con il rischio di una recrudescenza di inaccettabili tentazioni manicomiali. Non solo la riforma epocale che ha abolito gli ospedali psichiatrici mezzo secolo fa e ha aperto la strada verso la salute mentale di comunità non è completa, ma stiamo assistendo a una drammatica regressione”. In Basilicata, secondo i dati CGIL, la spesa pro capite per la salute mentale è pari a 53,8 euro, collocando la regione al di sotto del 3% della spesa media nazionale. Al 2024 avremo due dipartimenti di salute mentale, 9 centri, 25 strutture residenziali con 293 posti letto, 7 strutture semiresidenziali con 81 posti letto e 5 strutture ospedaliere con 31 posti letto più 5 in day hospital.

“Realtà che non riescono a soddisfare i bisogni di questo territorio – denunciano Summa e Scarano – come si evince dal rapporto sulla salute mentale, le strutture semiresidenziali sono molto al di sotto della media nazionale, 1,7 ogni diecimila abitanti rispetto al 2,8 nazionale. , con conseguente onere per le famiglie. Anche il personale è insufficiente e al di sotto della media nazionale, con 28 unità per dipartimento ogni centomila abitanti, contro le 60,4″ nazionali. Tra le criticità emerse anche l’ampliamento tecnico in cui operano le strutture. “Nei giorni scorsi – sottolineano i dirigenti sindacali – la pubblicazione del bando per l’affidamento della gestione dei servizi assistenziali, terapeutici, riabilitativi e socio-riabilitativi per gli utenti psichiatrici, su cui nutriamo forti dubbi, interrompendo il lento ma in corso iter , finalizzato a dotare la Basilicata di una regolamentazione regionale del sistema di accreditamento”.

Per Summa e Scarano «è evidente che la legge 180 non è mai stata applicata integralmente perché per curare le persone del territorio c’è bisogno di servizi, persone e risorse». Da qui la proposta dello Spi Cgil e della Fp Cgil di istituire una “consultazione regionale sulla salute mentale che coinvolga associazioni, operatori, famiglie, Regione e aziende sanitarie. La salute mentale può essere garantita solo dalla centralità del servizio pubblico – concludono – con un progetto socio-sanitario complessivo integrato, con risorse giuste, con percorsi adeguati, con operatori pubblici formati, partendo sempre dall’unicità e dalla complessità della persona. con disturbi mentali e i suoi diritti di cittadinanza. C’è ancora molta strada da fare verso la salute mentale di comunità per evitare interventi emergenziali e delineare percorsi di autonomia per le persone con disabilità. Ma come diceva Basaglia “l’impossibile può diventare possibile”, dipende da ognuno di noi”. Una delle foto esposte

 
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