reportage dai Silos di Trieste – .

Per chi arriva dalla famigerata Rotta Balcanica, Trieste è la porta dell’Italia, ma anche dell’Europa dove molti sognano di riprendere in mano la propria vita dopo aver perso tutto. Provengono da Bangladesh, Afghanistan, Pakistan, Iran, Nepal, Iraq, Siria. E attraversano i confini di vari Paesi in viaggi lunghi e molto difficili: Iran, Turchia, Grecia, Bulgaria, Macedonia, Kosovo, Serbia, Bosnia, Croazia, Slovenia. Spesso vengono respinti, anche più volte, in un percorso a ritroso da cui ripartire: il giocosi chiama quel gioco d’azzardo condotto affrontando il ricatto dei trafficanti e la brutalità dei respingimenti.

I Silos di Trieste – Barbara Zanon

Se giustamente si parla molto della letale via marittima, si presta molta meno attenzione a quella terrestre. Come se queste persone, spesso intere famiglie con bambini, contassero meno di chi fugge dall’Ucraina o arriva attraverso il Mediterraneo. Non ne parliamo o forse non vogliamo vederli. «Invisibile»: per le istituzioni, per tanti italiani, per tanti media. Il volontariato e il terzo settore a Trieste moltiplicano gli sforzi per accogliere le persone, lo stesso vescovo di Trieste Enrico Trevisi ha indicato i Silos come priorità nell’azione di solidarietà della Diocesi. Ma molti restano fuori. Letteralmente.

La “lavagna” dei corsi di italiano organizzati dai volontari – Barbara Zanon

Sono quelli in transito verso altri Paesi, ma anche coloro che, pur avendo chiesto asilo e quindi avrebbero diritto all’accoglienza, non hanno alternativa al rifugiarsi nei Silos. Un edificio grande e fatiscente, nel centro di Trieste, che non protegge dal freddo, dalla pioggia, dalla bora, dal fango, dai topi. Niente acqua, niente bagni, niente di niente. Lì vivono molte persone, a volte fino a 400 persone, accampate nella struttura fatiscente e nella cosiddetta Piazza del Mondo.

I Silos di Trieste

I Silos di Trieste – Barbara Zanon

Una situazione di gravissimo degrado, una negazione dei diritti fondamentali e della dignità stessa di questi esseri umani che Barbara Zanon – fotoreporter e ritrattista professionista che ha pubblicato sulle maggiori testate nazionali e internazionali – ha documentato con rispetto e passione. Sottolineando nelle sue foto una presenza nascosta, un’apparente assenza di qualcuno che preferisce rimanere “invisibile” perché ha già sofferto troppo nel suo percorso. Uno sguardo prezioso sul dolore e sull’abbrutimento di queste persone che è diventato una mostra fotografica, inaugurata oggi, e da domani visitabile gratuitamente presso la sede di Emergency a Venezia, alla Giudecca. Quella dei migranti provenienti dai Balcani, inoltre, è una realtà che la ong conosce bene, anche grazie al lavoro dell’ambulatorio di Marghera dove transitano anche molti profughi provenienti da quella rotta.

I Silos di Trieste

I Silos di Trieste – Barbara Zanon

«Ora l’Amministrazione Comunale – spiegano a Emergency – ha annunciato lo sgombero del Silos. Sarà perché ci siamo resi conto che le persone così provate da un lungo viaggio, irto di difficoltà e pericoli, dalle ferite, dal dolore, dalla fame, dal freddo, dalla sete, meritano attenzione, rispetto, cura? Speriamo. Ci auguriamo che non si tratti semplicemente di aprire i cancelli e spingerli fuori, di renderli ancora più invisibili, o di trasferirli in quelli che chiamano centri di accoglienza ma sono vere e proprie prigioni”.

I Silos di Trieste

I Silos di Trieste – Barbara Zanon

Attraverso il reportage fotografico di Barbara Zanon – e i documentari di Pif messi a disposizione dalla Direzione delle Teche RAI – la mostra si propone di far luce sulla sofferenza di chi, non per scelta, fugge da guerre, catastrofi naturali e povertà. Allo stesso modo, vogliamo valorizzare il lavoro dei volontari che, giorno e notte, senza proclami, attuano i principi di uguaglianza, giustizia e responsabilità.

L'allestimento della mostra

L’allestimento della mostra – Emergency

La mostra è visitabile dal mercoledì al sabato, dalle 11 alle 18, dal 10 maggio al 13 luglio 2024. La sede di Enmergency a Venezia è in Calle Fondamenta San Giacomo, 212, Giudecca. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Per informazioni: [email protected] oppure 041-877931

 
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