MESSINA – Dopo aver dato i nomi ai due corpi ritrovati al largo delle coste tirreniche nelle scorse settimane grazie alle foto dei tatuaggi diffuse dalla Procura di Patti e Barcellona, ora è la Procura di Messina a tentare la strada del riconoscimento “a distanza”, diffondendo le immagini dei tatuaggi presenti sul corpo rinvenuto sul litorale di Rodia, lo scorso 18 aprile.
Il corpo dell’uomo era in pessime condizioni, logorato dai diversi giorni di mare, ma dopo un attento lavoro i Carabinieri del Nucleo Investigazioni Scientifiche di Messina sono riusciti a realizzare i due tatuaggi che il cittadino aveva, sulla coscia sinistra e sul fianco sinistro.
I tatuaggi stessi potrebbero rappresentare un elemento fondamentale per lo sviluppo delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe adornato, effettuato anche con il supporto tecnico-scientifico dei Carabinieri del RIS di Messina, per dare un nome al corpo ritrovato e per accertare la dinamica della morte, per la quale si ritiene necessaria la divulgazione delle immagini.
Il ritrovamento potrebbe essere collegato agli altri tre cadaveri, rinvenuti in mare tra il 17 marzo e il 14 aprile, davanti al promontorio di Capo Tindari e al largo delle Isole Eolie. Per gli inquirenti l’ipotesi più plausibile è che sia così I tunisini si imbarcarono a Biserta lo scorso 5 maggio sulla nave naufragata mentre tentava di salpare verso Cagliari.