Accordo transattivo con il Consorzio per lo sviluppo industriale, l’intervento di Luigi Pavone “Futuro Trivento” – .

Accordo transattivo con il Consorzio per lo sviluppo industriale, l’intervento di Luigi Pavone “Futuro Trivento” – .
Accordo transattivo con il Consorzio per lo sviluppo industriale, l’intervento di Luigi Pavone “Futuro Trivento” – .

Accordo transattivo con il Consorzio per lo sviluppo industriale, l’intervento di Luigi Pavone “Futuro Trivento”. “Ieri sera si è tenuto l’ultimo consiglio comunale della legislatura – scrive Pavone – per deliberare sull’accordo transattivo raggiunto dal Comune con il consorzio per il rimborso del debito nei confronti di quest’ultimo. Un tema che ci sta particolarmente a cuore, come ampiamente dimostrato in questi cinque anni di legislatura. Già all’inizio della legislatura, in occasione del consiglio comunale del 31/07/2019, infatti, avevamo chiesto la convocazione di un consiglio comunale monotematico nel territorio della Piana d’Ischia per individuare una nuova tipologia di governance dell’area a prescindere dal consorzio, soggetto assente dal 2001 ad oggi e che in questi 23 anni non ha effettuato alcun investimento nell’area. Abbiamo rinnovato più volte questa richiesta in altri incontri consiliari in questo quinquennio; addirittura, a seguito della ricezione dell’ingiunzione da parte del consorzio, abbiamo chiesto al Comune di uscire dal consorzio con una raccolta firme sottoscritta dalla maggior parte degli imprenditori della zona. Con perseveranza e convinzione abbiamo sempre chiesto all’amministrazione di affrontare seriamente la questione e abbiamo più volte ribadito la necessità di lasciare al consorzio piena autonomia nella gestione dell’area. Se l’amministrazione avesse ascoltato la nostra proposta e le nostre richieste, riprendendo cioè la gestione diretta dell’area, avremmo potuto beneficiare del finanziamento di circa due milioni di euro ricevuto dalla Regione Molise per realizzare opere urgenti e necessarie nel territorio area, cosa che però non è stata possibile poiché il consorzio non ha concesso l’autorizzazione al Comune per l’espletamento delle procedure di affidamento e di realizzazione dei lavori. Riguardo quest’ultimo tema, abbiamo sottolineato fin dall’inizio che la delibera della Giunta regionale che ha concesso il finanziamento ha erroneamente individuato come soggetto attuatore il Comune di Trivento, nonostante quest’ultimo non avesse la gestione dell’area, e solo dopo da tempo si chiedeva alla Regione di cambiare soggetto attuatore in favore del consorzio. Ma ormai era troppo tardi. Si è trattato, a nostro avviso, di una negligenza determinante da parte dell’amministrazione in quanto è stato necessario attivarsi immediatamente presso la Regione e il Consorzio per far sì che quest’ultimo fosse il beneficiario del finanziamento. In questo modo probabilmente il finanziamento non sarebbe andato perso. Col senno di poi, ci sembra che si sia trattato più di una lotta per chi dovesse gestire i finanziamenti e, quindi, gli appalti e prendersi i crediti per la realizzazione degli interventi e, quindi, si è prestata più attenzione alla gloria personale che al bene dei cittadini. Inoltre, l’uscita dal consorzio avrebbe consentito di evitare di accumulare ulteriore debito per gli anni dal 2017 ad oggi. L’ingiunzione, infatti, riguarda le perdite accumulate dal consorzio dal 2001 al 2016, pertanto non è chiaro cosa accadrà per quanto riguarda le perdite accumulate dal consorzio dal 2017 ad oggi, se si pensa che solo negli anni 2017 e Nel 2018 il consorzio ha accumulato ulteriori perdite per 1.112.699 euro che equivalgono ad un ulteriore debito del Comune pari a circa 267mila euro, dato che il Comune detiene una quota consortile del 24% (acquisita proprio dalla prima legislatura del sindaco Corallo). Inoltre avremmo già potuto risparmiare circa 40mila euro di quote consortili a partire dal 2020. Per quanto riguarda la questione puramente giuridica, abbiamo sempre pensato, nonostante la nostra ignoranza in materia, che ci potessero essere margini per essere vincitori in questa controversia perché, come ribadito in più di un consiglio comunale, a seguito dell’uscita dalla fase commissariale e del rinnovo delle cariche statutarie dell’ente consortile, nel gennaio 2022, abbiamo riportato come l’ente in una delle sue prime delibere abbia inserito una nota nella quale è stato precisa che tutti i consorziati si impegnano al pagamento delle quote associative e dei contributi deliberati, compresi quelli per la copertura delle perdite pregresse. Prova di ciò è che, a seguito della nostra segnalazione e su richiesta del segretario, il sindaco ha inviato al consorzio una nota in cui contestava tale atto, dopo pochi giorni prima, in occasione del rinnovo del consiglio di amministrazione del consorzio. , ha anche informato il Consiglio di questo importante avvenimento e dell’invio di una lettera ai presenti nella quale augurava ogni bene al nuovo consiglio di amministrazione, ribadendo però la volontà di lasciare il consorzio. Perché il Consorzio ha ritenuto necessario inserire esplicitamente questa nota nello statuto? Questo elemento è stato valutato nel contenzioso fino ad oggi? Tornando all’accordo transattivo, non è chiara la questione relativa alla risoluzione della convenzione tra Comune e Comunità montana. Il Comune potrebbe esporsi a ulteriori rischi di perdita? È stato avviato un dialogo con la comunità montana per capire come verrà gestito il seguito? L’accordo ratificato ieri presenta indubbiamente numerosi vantaggi, sia economici che gestionali, poiché il Comune tornerà finalmente, dal 1° gennaio 2025, a gestire l’area. Ci sono però molti elementi che ancora non conosciamo perché non c’è stato modo di conoscerli, nonostante le trattative siano iniziate più di un anno fa, precisamente nel marzo 2023 e il consiglio comunale, come spesso accaduto, non sia mai stato informato di ciò. Buono quindi l’accordo (dando per scontato che tutto sia stato fatto per il meglio dal punto di vista giuridico per non perdere in tribunale), ottima la prospettiva di una gestione diretta dell’area a partire dal prossimo gennaio, anche perché chiediamo lo per cinque anni. Ci sembra però evidente che la questione sia stata gestita malissimo dall’amministrazione comunale e che da cinque anni tutto sia estremamente trascurato. Infine, perché questo Consiglio è stato convocato così a ridosso della campagna elettorale? Il sindaco – conclude Pavone – sta preparando la strada per rispondere della sua negligenza e disattenzione sulla questione zona industriale? Cosa avete fatto in questi cinque anni in cui abbiamo più volte chiesto un confronto, auspicando un’uscita dal consorzio e mettendo in guardia l’amministrazione sui vincoli e sui rischi che la permanenza nel consorzio avrebbe creato per Trivento?

 
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