Al Salone di Torino lo speciale SuperAbile Inail ‘Dettagli al centro’ – .

Al Salone di Torino è stato presentato “’Particolari al centro”, il numero speciale allegato alla rivista SuperAbile Inail che raccoglie dieci progetti artistici realizzati da persone con disabilità

Pubblicato:10-05-2024 17:07

Ultimo aggiornamento:10-05-2024 17:07


di Rachele Bombace e Manuela Boggia

ROMA – “L’arte non genera differenze, le esalta”. Con queste parole la presentazione alla Fiera Internazionale del Libro di Torino dell’Dettagli al centro‘, il numero speciale allegato alla rivista SuperAbile Inail che raccoglie dieci progetti artistici realizzati da persone con disabilità. Un libro di immagini che parla di trasformazione, cambiamento, rinascitaumanità, amore e rispetto. Una rivoluzione culturale prima che sociale che guarda alla pluralità dell’essere umano attraverso le arti: pittura, teatro, cinema, danza e fotografia.

“DIFFONDERE LA CULTURA DELLA DISABILITÀ”

L’Inail con il contact center integrato SuperAbile, dedicato al mondo della disabilità, “vuole dare forza all’articolo 3 della Costituzione che ci parla di sostanziale uguaglianza tra le persone per consentire a tutti la piena partecipazione alla vita sociale – afferma Pamela Maddaloni, responsabile del direzione centrale dei servizi socio-sanitari dell’Istituto – questa rivista è uno strumento per diffondere la cultura sulla disabilità”. L’arte “non genera differenze perché genera arte, trasmette idee, messaggi e riflette le emozioni e i sentimenti degli autori – prosegue Fabio Lo Faro, direttore regionale dell’Inail Piemonte – quindi abbatte ogni confine. L’arte trascende le barriere linguistiche e culturali ed è un potente veicolo per la cultura dell’inclusione. Oggi con questo Speciale vogliamo sfidare tutte le costruzioni sociali predefinite e presentare gli artisti con le loro opere per provare a generare dubbi sui preconcetti e fare la differenza”.

Le opere contenute in questo libro spaziano dai dipinti del pittore autodidatta e assistito dall’Inail Ivan Lorenzo Frezzini a quelli degli artisti neurodivergenti e neurotipici del laboratorio Ultrablu, dalle foto di Roberto Biggio e Thomas Quintavalle alla danza di Ivan Cottini, dal cinema d’attori con Down del Coordinamento Coordown ai laboratori sulle relazioni gestiti dalla Fondazione Don Luigi Di Liegro e quelli sui sogni di Angelo Azzurro Onlus, fino all’arte meditativa e ‘Yoga per tutti’ con l’atleta paralimpica Patrizia Sacca.

“Esistono tanti modi di fare le cose, ‘particolari’, come fare poesia – spiega Roberto Boccalon, psichiatra e presidente dell’Associazione Internazionale per l’Arte e la Psicologia – e nella prospettiva psicodinamica la parola è considerata agente di possibili maturazioni trasformative. Ma dove le parole non arrivano, arrivano i sogni e le relazioni empatiche con gli altri, che ci aiutano ad accedere all’inconscio, ai livelli più profondi dell’essere, per creare un ponte tra l’esperienza del mondo e la sua pensabilità. L’arte è un punto di riferimento – conclude lo psichiatra – che ci aiuta ad affrontare gli altri emisferi”.

“Superare lo stigma”

Si tratta di un “veicolo importante per superare la diversità senza stereotipi omologati – aggiunge Vincenzo Falabella, presidente di Fish -. Solitamente nella persona prevale la condizione di disabilità, ma in Italia stiamo cercando di superare lo stigma per mettere al centro le persone, perché chi ha disabilità vuole vivere indipendentemente dalla sua condizione. Negli anni il concetto di disabilità si è evoluto proprio come quello di arte, posso dire questo perché convivo con una disabilità e utilizzo la sedia a rotelle che deve essere considerata uno strumento di cittadinanza. Mettere al centro il dettaglio significa porre ogni persona al centro dell’ambiente. Più l’ambiente esterno sarà ostile, maggiore sarà la difficoltà del vivere – ricorda Falabella – se invece l’arte ci aiuta a creare un ambiente più inclusivo, allora sarà possibile eliminare la condizione di disabilità. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci ricorda il valore della dignità della persona umana che deve poter esprimere tutte le sue potenzialità”.

Viene raccontata una delle varie possibilità dell’essere Patrizia Saccà, autrice del metodo ‘Free Ray Yoga’‘: “Ho tradotto le 12 posizioni asana e il saluto al sole per permettere a tutti di partecipare, anche alle persone su sedia a rotelle. Sono consigliere nel consiglio direttivo del Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e so quanto fa l’Inail nel mondo sportivo. Vengo dallo sport dopo una caduta accidentale all’età di 13 anni che mi ha fatto perdere l’uso delle gambe. Il nostro motto è ‘dove non arriva il corpo arriva la mente e dove non arriva la mente arriva lo spirito’. Dopo tanti anni di attività sportiva, ho messo la rabbia di non camminare su un tavolo da ping pong partecipando alle Paralimpiadi, ai Mondiali e agli Europei, ma non ho mai abbandonato lo yoga. Nel 2017 sono diventata insegnante di questa disciplina ed è iniziato per me un lungo percorso. Domani, qui alla Fiera del Libro di Torino presento il mio ultimo libro ‘Il saluto alla luna’.

Ma c’è anche chi guarda il mondo dall’altezza di un bambino di 10 anni, dice Quintavalle, sulla sedia a rotelle dopo un incidente stradale, sorridente. «Mi sono laureato in giurisprudenza e ho avuto una vita normale fino al 2011, poi la mia disabilità ha creato grossi problemi di salute che mi hanno tenuto in disparte. Avevo bisogno della bellezza per dare senso alla mia vita e la fotografia è diventata una compagna.” Una passione che dopo 12 anni si è trasformata in un lavoro. “La disabilità è una figura attiva e l’essere persone con disabilità– sottolinea il fotografo- significa poter dire molto di più di 30 anni fa. Ogni persona, indipendentemente dalle sue condizioni, rappresenta un valore aggiunto per la società”, conclude.

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