“Il mio primo obiettivo resta la top 100” – .

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Solo pochi giorni fa Cremona e Di Giovanni hanno annunciato la loro separazione, prima di concedersi un ultimo ballo vincente ad Antalya. Per cercare di capire qualcosa in più di questa storia e per provare a capire con chi giocherà Cremona nei prossimi tornei, abbiamo parlato con il diretto interessato, il quale ci ha anche rivelato che ora si concentrerà maggiormente sugli eventi internazionali


La separazione tra Simone Cremona e Lorenzo Di Giovanni è una notizia recentissima. Dopo diversi mesi insieme, i due giovani italiani hanno infatti scelto di dividere le loro strade. La ragione? Dopo un inizio scoppiettante, in cui Cremona e DiGio hanno ottenuto ottimi risultati (su tutti la vittoria ai campionati italiani e il trionfo alla finale del circuito Master of the Slam by MINI 2023), la coppia italiana ha perso sempre più fiducia a causa delle ripetute sconfitte nelle prime fasi della Premier Padel e alla fine, dopo il pessimo risultato dell’Open di Orvieto non è più riuscito a resistere si è sciolto definitivamente, prima di trovare il culmine finale con il successo alla FIP Promotion di Antalya (vittoriosi in finale contro Abbate/Graziotti). Per parlare di tutto questo e del futuro di Cremona, abbiamo contattato il diretto interessato, che al momento della convocazione (ieri) era ad allenarsi al Barcellona.

Dopo le vittorie di quest’anno nella prima tappa dello Slam e nell’Open SPH Telematica 10.000, tu e DiGio avete avuto un calo in termini di prestazioni e risultati: perché?
Tutto è iniziato con le prime tappe del Premier Padel a Riyadh e Doha, che sono andate peggio di quanto ci aspettassimo. Dopo i primi tornei deludenti, però, pensavamo che potesse essere proprio un momento come questo, e invece col passare del tempo ci siamo resi conto sempre più che a livello internazionale non riuscivamo ad esprimerci al meglio. Abbiamo quindi iniziato a perdere sempre più fiducia e di conseguenza non siamo più riusciti a rialzarci.

Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso nella vostra collaborazione?
La sconfitta di due settimane fa contro Platania/Iacovino nel primo turno dell’Orvieto Open. Da lì questa voglia di cambiamento si è manifestata nella mia testa. Ho segnalato questo a DiGio e dopo avergli spiegato le mie ragioni abbiamo deciso di separarci.

Quindi è stata tua la decisione di separarti?
Sì, ma sicuramente era un’idea che aveva anche lui in testa. Gli ho detto che secondo me la soluzione migliore in questo momento era separarci, perché altrimenti avremmo dovuto affrontare due settimane di Premier Padel in Argentina e Cile con uno spirito tutt’altro che positivo e avremmo sicuramente faticato. Quando abbiamo parlato di questo ci siamo trovati d’accordo su alcuni aspetti e non su altri, come dovrebbe essere, e allora abbiamo deciso di concludere con la FIP Promotion di Antalya che, forse un po’ a sorpresa, è andata davvero bene.

«La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sconfitta di due settimane fa contro Platania/Iacovino nel primo turno dell’Orvieto Open».

A proposito del torneo di Turchia, perché sei tornato ad esprimere anche lì un ottimo livello di gioco?
Sicuramente ha aiutato molto il fatto che fossimo mentalmente più liberi e spensierati. Sapendo che era l’ultimo torneo insieme, siamo scesi in campo entrambi con meno pressione, con più fiducia nel compagno e con più serenità e tutto questo ci ha portato ad esprimere un ottimo livello di gioco.

Alla fine possiamo dire che il tuo è stato forse più un calo mentale che un calo prestazionale in quanto tale?
L’aspetto mentale sicuramente ha influito molto, ma allo stesso tempo abbiamo pagato il fatto che fuori dall’Italia si giochi un padel diverso. Qui in Italia il gioco è un mix tra padel e tennis, mentre in Premier Padel si gioca in modo totalmente diverso e non siamo riusciti ad adattarci.

Come consideri il tuo percorso con DiGio?
Ovviamente speravo di fare meglio a livello internazionale, ma non posso dire che sia stato un percorso negativo. In effetti è stata una cosa molto positiva e chiuderla con una vittoria è stata la cosa più bella.

Hai qualche rimpianto riguardo questa collaborazione con Lorenzo?
L’unico rammarico che ho è il fatto che nei momenti di difficoltà non abbiamo avuto un allenatore o qualcuno che potesse aiutarci. Con qualcuno al nostro fianco forse le cose sarebbero andate diversamente.

«Con DiGio speravo di fare meglio a livello internazionale, ma non posso dire che il nostro sia stato un percorso negativo. In effetti è stata una cosa molto positiva e chiuderla con una vittoria è stata la cosa più bella”.

Adesso sei stato in Spagna per qualche giorno per allenarti, dove esattamente?
Alla Nox Padel Academy di Matarò, Barcellona. La mia idea era venire qui per stare con Crosetti, ma poi lui ha avuto dei problemi con l’Academy e quindi sono stato costretto ad allenarmi con altri allenatori. Mi dispiace perché tutti parlavano bene di lui e volevo provare l’esperienza con lui. Adesso vedremo cosa farà e poi sicuramente la prossima volta che verrò qui andrò da lui. La mia idea però è di venire in Spagna più spesso, perché credo che sia necessario fare un salto di qualità. Se voglio entrare nella top 100, penso che sia fondamentale dedicare più tempo qui ad allenarsi.

Era un viaggio programmato da tempo? Dovevi andare con DiGio o da solo?
Sì, era previsto da molto tempo e dovevo andare da solo. O meglio, l’idea era quella, ma poi si è unito anche Danny Cattaneo e così abbiamo approfittato dell’occasione per affinare un po’ l’intesa in vista della FIP di Teramo.

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Ci hai quindi già confermato che giocherai il prossimo torneo con Denny. Ma allora cosa farai?
Sì, giocherò la FIP a Teramo con Denny e poi affronterò la tournée sudamericana in Argentina e Cile, e poi forse anche il Major a Roma, con i portoghesi Nuno Deus. La parte FIP, invece, la giocherò probabilmente con Teo Gaimondi, un ragazzo italo-argentino che si allena a Barcellona, ​​e anche con altri due o tre ragazzi spagnoli con cui sono in contatto.

Che obiettivi hai per la seconda metà dell’anno?
È complicato, ma l’obiettivo primario è sempre quello di entrare nella top 100 FIP. Poi ovviamente mi piacerebbe vincere di nuovo tornei in Italia, ma voglio dire che quello che voglio fare da adesso in poi è sacrificare un po’ l’Italia per giocare il più possibile nei tornei internazionali.


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