“In Molise sono 73 però la regione ha un alto tasso di obesità giovanile” – .

Mense scolastiche, quanto costano? La risposta, un po’ come sempre accade in Italia, è: dipende da dove vivi. Per le famiglie molisane la spesa media è di 82 euro al mese, in aumento del 7% rispetto all’anno scolastico precedente. Sono questi i numeri forniti dalla VII indagine Cittadinanzattiva sul tema, da cui emerge anche in generale che il Sud e le Isole sono penalizzate anche sul fronte del numero di mense, e il PNRR non colma i gap territoriali.

Tornando ai dati molisani, 82 euro è quanto spende una famiglia molisana per la mensa nell’anno scolastico in corso – in aumento del 7,29% – rispetto a intorno agli 85 euro (poco più di 4 euro a pasto) che rappresenta la media nazionale. Discorso diverso, però, a seconda della provincia, con quella di Campobasso più cara di quella di Isernia.

E altrove? La regione più cara è la Basilicata (109 euro al mese) mentre la più economica è la Sardegna (61 euro per l’infanzia e 65 euro per la scuola primaria). In Molise, in particolare, il prezzo va dai 3 euro a pasto nelle scuole di Isernia ai 5,24 euro di Campobasso. L’aumento rispetto alla precedente rilevazione, riferita al 2022/23, è stato di oltre il 3% per quanto riguarda i dati nazionali, ma a livello regionale le variazioni sono molto diverse: in Calabria si è registrato un aumento di oltre il 26%, mentre in Umbria il la riduzione più evidente è stata intorno al 9%. A livello dei singoli capoluoghi di provincia, sono le famiglie di Barletta a spendere meno per un singolo pasto (2 euro sia per la scuola dell’infanzia che per quella primaria) mentre spendono di più per l’infanzia a Torino (6,6 euro a pasto) e per la scuola primaria a Livorno e Trapani (€6,4). Tra le città metropolitane, solo Roma figura nella classifica delle meno care, con un costo per pasto per la famiglia “tipo” che si aggira intorno ai 2,32 euro in entrambe le tipologie di scuola.

La famiglia di riferimento considerata dall’indagine è composta da tre persone (due genitori e un figlio minore), ha un reddito annuo lordo di 44.200 euro, con un corrispondente ISEE di 19.900 euro. Nel calcolo della tariffa annuale per il servizio di ristorazione scolastica è stata ipotizzata una frequenza di 20 giorni al mese per un totale di 9 mesi, escluse eventuali ulteriori quote annuali e/o mensili.

Ma le differenze non riguardano solo i costi ma l’esistenza stessa delle mense scolastiche. Secondo ilRegistro nazionaleun terzo degli edifici scolastici, ovvero 13.533 su 40.160, sono dotati di mensa. La distribuzione non è però omogenea, poiché nelle regioni meridionali poco più di un edificio su cinque è dotato di mensa scolastica. (al Centro è al 41% e al Nord al 43%) e la quota scende al 15,6% in Campania e al 13,7% in Sicilia. La regione con il maggior numero di scuole dotate di mensa è la Valle d’Aosta (72%), seguita da Piemonte, Toscana e Liguria dove è presente in 6 edifici su 10. In Puglia, Abruzzo e Lazio sono presenti in un edificio su quattro.

“Il PNRR – avverte Cittadinanzattiva – non soddisfa le esigenze delle scuole del Sud, almeno non nella misura sperata. Su 1.052 interventi previsti e 600 milioni di fondi stanziati, il Sud riceve – secondo la graduatoria giugno 2023, l’ultima disponibile – la metà delle risorse, contro il 58% previsto nel piano originario”. Quella che segue è la panoramica riguardante la nostra regione.

mense scolastiche pnrr

Ma, oltre ad essere un servizio pubblico essenziale, le mense scolastiche possono svolgere un ruolo importante nell’educazione alimentare dei bambini e dei ragazzi. E qui la nostra regione ha un ulteriore problema. “Il Molise è tra le regioni con la più alta percentuale di obesità giovanile. La promozione e la diffusione nei distributori automatici di un’alimentazione sana e di cibi più salutari, come yogurt, frutta secca, biscotti ipocalorici, ecc., rappresentano lo strumento più efficace per prevenire e contrastare l’obesità. Ma sono necessarie anche nuove politiche affinché le mense scolastiche siano garantite anche alle famiglie in povertà assoluta”, parla Jula Papa, segretaria regionale di Cittadinanzattiva.

 
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