Sarino Lucarelli, una vita tra lavoro e famiglia. Mancherà a tutti i bitontini – BitontoLive.it – .

Baldassarre, Giovanni e Nicola Lucarelli

Baldassarre, Giovanni e Nicola Lucarelli

Una vita trascorsa tra l’attività funebre e quella di fiorista, nei locali all’incrocio tra via Matteotti, piazza Moro e piazza Cavour. Sarino Lucarelli, una presenza costante e discreta con un sorriso appena visibile dietro i baffi, è mancato in silenzio una settimana fa. La malattia scoperta a Pasqua, le cure estreme e l’abbraccio della famiglia, l’addio. Avrebbe compiuto ottant’anni il prossimo 5 ottobre. Visse sessant’anni lavorando notte e giorno, senza mai prendersi una vacanza. Dedizione assoluta alla propria attività ereditata dal nonno Baldassarre di cui portava il nome, e dal padre Giovanni. Per tutti i collaboratori l’imperativo della compostezza: «Entriamo nelle case delle persone in lutto e bisogna mostrare rispetto».

Al di là del lavoro, per Sarino Lucarelli c’era solo la famiglia. I suoi spostamenti in macchina, oltre al ritorno al negozio, si limitavano al mercato dei fiori di Terlizzi e alla casa al mare di Santo Spirito. Umile e sobrio, non ha mai rincorso le apparenze. Niente auto costose, orologi o accessori griffati per sé, ma tutto per i suoi quattro figli – Giovanni, Antonio, Gaetano e Carmela – e i suoi amati otto nipoti. I suoi “figli”, quelli a cui teneva a regalare le uova di Pasqua, tanto da insistere per lasciare l’ospedale dopo l’ictus che lo ha portato al pronto soccorso. Ha avuto una volontà di ferro e un controllo anche nell’affrontare la malattia, fino agli ultimi giorni, quelli della preghiera alla Madonna, «Mamma Maria».

La sua unica passione, oltre alle piante per le quali aveva un incredibile pollice verde, erano gli animali. Il suo vecchio cane George continua ad aspettare che Sarino ritorni nel giardino di casa, dove ha trascorso ore a prendersi cura di fiori e piante. Il suo Eden si popolava di cani, gatti, canarini, pavoncelle, galline, tacchini, conigli… Animali che allevava e amava regalare ai propri cari, così come piante. Al monastero delle Vergini fece doni di ortensie e orchidee, i fiori preferiti di Madre Maria Carmela che gli permise di entrare in convento. Tutti lo ricordano come un gentiluomo, una persona buona e generosa. E questa è la consolazione più grande per i suoi figli e per la moglie Mina, con la quale ha condiviso 54 anni di matrimonio.

Sarino aveva appena vent’anni quando il padre Giovanni gli aprì un piccolo negozio di fiori in via Matteotti, a pochi metri dalle pompe funebri. È stato il primo negozio di fiori a Bitonto. L’inaugurazione avvenne in un giorno festivo e tutta la merce fu venduta. Sarino andò da suo padre con il ricavato. «Sono soldi tuoi, decidi tu se vuoi spenderli o comprare altri beni», gli è stato detto. Così ha avviato l’attività di fiorista insieme al fratello minore Nicola. C’era un legame speciale tra loro, vivevano in simbiosi e si compensavano a vicenda. Nicola era il creativo, realizzava archi e arpe con fiori recisi, con i quali impreziosiva le decorazioni floreali per matrimoni e altre occasioni. C’era un altro fratello, Gaetano, elettricista. La passione per gli impianti elettrici è anche un marchio di fabbrica della famiglia Lucarelli. A Baldassarre, nonno di Sarino, si deve la famosa “macchina”: la spettacolare costruzione che illuminava Porta Baresana in occasione della festa patronale in onore dell’Immacolata.

Il 1988 è l’annus horribilis che segnò per sempre Sarino, portandogli via nel giro di due mesi il fratello Nicola e il padre. Un colpo terribile che lo ha portato a chiudersi in se stesso e a buttarsi a capofitto nel lavoro. Un nome da onorare, quello dei Lucarelli, due botteghe da portare avanti, il peso di un’eredità familiare nata con le carrozze trainate da cavalli e proseguita con i primi carri funebri acquistati negli anni Sessanta, la responsabilità di seguire la crescita delle tre nipoti rimaste orfano.

«Mi consola pensare che papà ha finalmente ritrovato il suo tanto amato fratello», racconta Giovanni, il figlio maggiore di Sarino, che insieme ai fratelli porta avanti l’azienda di famiglia. Appese al muro dietro la sua scrivania ci sono le foto di chi non è più con noi: il bisnonno Baldassarre, il nonno Giovanni, lo zio Nicola. Presto se ne aggiungerà un altro, quello di padre Sarino, che continuerà a vegliare su di loro.

Martedì 14 maggio 2024

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