Ferrara Le tariffe dei servizi in libero professionista potrebbero subire un aumento dei prezzi a partire dal prossimo 1 giugno. Lo afferma in un comunicato il Comitato per i diritti violati Aldo Ferrante E Riccardo Forni. «Ad aprile le due aziende sanitarie ferraresi (Asl e Sant’Anna, ndr) hanno avviato un aumento delle tariffe per i liberi professionisti che dovrebbe entrare in vigore dal 1° giugno 2024 utilizzando un regolamento a partire da ottobre 2023 – annuncia il Comitato – La modifica tariffaria comporterebbe non riguardano il compenso del professionista e degli eventuali componenti del team ma solo la rettifica delle partite aziendali”. L’intervento sulle tariffe è stato comunicato «agli oltre 230 professionisti con una mail senza riferimenti ad altri documenti della Direzione generale per le attività professionali libere intra moenia – scrivono i due autori – riferendosi solo al suddetto regolamento che da una lettura veloce non apparire prevede decisioni unilaterali sugli aumenti tariffari. Un atto legittimo che, a nostro avviso, pone però il problema della trasparenza amministrativa e della chiarezza dell’informazione per i cittadini”.
La nota aggiunge che «mettendoci nei panni dei professionisti siamo certi che il Direttore Generale dell’Azienda USL di Ferrara – nonché Commissario Straordinario a costo 0 dell’azienda ospedaliera universitaria – informerà i cittadini in attesa, che hanno prenotato la prestazione sanitaria come libero professionista a costo determinato, dell’aumento
precisando che non si tratta di una richiesta del professionista ma dell’azienda di riferimento”.
Gli autori del Comitato ipotizzano anche una motivazione all’aggiustamento dei prezzi. «Forse perché i cittadini ferraresi – anche con lo strumento dell’ALP, Attività professionale libera professionista – devono contribuire a coprire l’aumento del +163% del costo del Finanziamento di progetti delOspedale di Cona generato in soli 9 anni dal contratto con Prog.Este? Ogni cambiamento – anche se negativo per le nostre tasche come in questo caso – porta con sé un’opportunità: l’opportunità di una corretta informazione trasparente”.
All’assessore alla Sanità Regione Emilia Romagna è consigliato «per
futuro per imitare il Regione Veneto. Le ricevute di pagamento rilasciate dal Sistema sanitario regionale del Veneto specificano il costo del ticket che il cittadino deve pagare e quanto costa complessivamente quella prestazione al Servizio sanitario nazionale. Un semplice atto informativo, anche educativo e che renda consapevole il cittadino del “valore” che gli viene fornito”.
