Indiani e Arezzo al tavolo delle trattative. Questa settimana si deciderà il futuro dell’allenatore – .

Indiani e Arezzo al tavolo delle trattative. Questa settimana si deciderà il futuro dell’allenatore – .
Indiani e Arezzo al tavolo delle trattative. Questa settimana si deciderà il futuro dell’allenatore – .

Pochi giorni per conoscere il futuro dell’ Paolo Indiani. La settimana in corso è quella decisiva e, salvo imprevisti, non andremo oltre domenica per capire quale strada prenderà Arezzo. Gli scenari sono in evoluzione anche se si fa sempre più strada l’ipotesi di conferma, rispetto alle previsioni iniziali. Il tecnico ha in mano un poker d’assi Di tutto rispetto: promozione dalla D con tre turni d’anticipo, ottavo posto in C con playoff annessi, valorizzazione dei giovani. E il contratto fino a quando 2025. Numeri alla mano è quasi inattaccabile, anche se nel calcio il passato conta relativamente e gli accordi siglati hanno valore fino al primo periodo di crisi. Poi diventano quasi carta straccia.

Gli indiani ad Arezzo, si evince da tante dichiarazioni, se la passano bene. Alla soglia di 70 anni ha ritrovato la sua professionalità in un ambiente caldo, appassionato, che, al di là delle fisiologiche divergenze di opinione, gli ha sempre dimostrato vicinanza e affetto. Cambiare ancora, anche per uno come lui che ha seduto su una miriade di panchine diverse, non sembra una priorità. Qui, oltretutto, conosce perfettamente la zona rosa che ha contribuito a plasmare e che rappresenta un ottimo punto di partenza per il prossimo torneo, quando l’asticella dovrà essere alzata sopra i 53 punti di quest’anno.

È chiaro che, prima di partire insieme, gli indiani chiederanno garanzie. Il primo riguarda l Fiducia che deve essere in controparte per quanto riguarda la sua metodologia formativa e gli obiettivi da raggiungere. Senza l’amministratore delegato Giovannini, che lo ha portato ad Arezzo due estati fa e che lo ha schermato e protetto nei momenti difficili, ogni folata d’aria rischia di diventare un tornado, con le conseguenze del caso. L’allenatore, come accaduto l’anno scorso, potrebbe anche chiedere il prolungamento del contratto fino al 2026, in modo da coprirsi le spalle con un contratto biennale e mitigare il rischio di rottura a campionato iniziato. Va però detto che, sotto questo aspetto, il nuovo legislazione che consente agli allenatori licenziati prima di dicembre di spostarsi altrove nel corso della stessa stagione, ha cambiato sensibilmente gli scenari.

E Arezzo? Dopo la rottura improvvisa con Giovannini, dire addio agli Indians significherebbe anche dare una taglio netto con il recente passato. Il che aprirebbe nuove prospettive, magari anche stimolanti ma con un margine di incertezza maggiore. Porre le basi per trattenere l’allenatore di Certaldo garantirebbe invece un minimo di continuità al progetto tecnico che, dal punto di vista gestionale, dovrà invece essere completamente ridefinito e ristrutturato.

Ad oggi il peso di questa scelta ricade quasi tutto sulle spalle del direttore sportivo Cutolo: dovrà decidere se Indiani è l’allenatore giusto per puntare oltre l’ottavo posto, se nello spogliatoio ci sono le condizioni per confermarsi un allenatore esperto, bravo ma con qualche bordi e alcune specificità del contesto lavorativo. Il caso di Commentotra i più forti ed esperti in difesa, escluso per scelta tecnica nella seconda parte del girone di ritorno, e il rotazioni nell’undici titolare, cambiato ogni settimana, rappresentano due dati emblematici della dirigenza indiana.

E poi, sullo sfondo, c’è la domanda Sebastiani. L’attaccante, genero del presidente Manzo, era arrivato a dicembre dal Trastevere (Serie D). Dopo la frattura del setto nasale, gli Indians gli hanno regalato 6 presenze e 65 minuti complessivi: un utilizzo così limitato a tratti ha alzato la tensione tra proprietà e allenatore quasi al limite del pericolo. Anche questo sarà un aspetto da chiarire per evitare problemi nel corso della stagione.

Le probabilità che gli indiani restino ad Arezzo, cercando di quantificare, oggi sono superiori 50%. Ma i pezzi devono ancora andare al loro posto. C’è da aggiungere che il tecnico, qualora la classifica dovesse fallire, avrebbe diverse offerte tra cui scegliere, alcune in concorrenza con l’amico Braglia, il cui nome è stato legato anche all’azienda amaranto. Senza gli indiani, il club dovrebbe prima decidere se rivolgersi a un successore esperto o a uno emergente: il primo Dalla canzone, Botti (partenza da Sestri Levante), Vecchio (impegnato nei playoff con il Vicenza) e Caserta (quest’anno a Cosenza fino a marzo) alcuni dei profili esaminati.

 
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