Le parole del tecnico nerazzurro che ieri a Piacenza ha ritirato un altro premio per la sua annata strepitosa
Ecco altre parole rilasciate da Simone Inzaghi ieri a Piacenza, in occasione della consegna del premio per aver vinto lo scudetto con l’Inter. Il tecnico nerazzurro si sofferma sui grandi festeggiamenti delle ultime settimane. Dice a TuttoSport: «Tutti aspettavano la seconda stella e l’abbiamo conquistata facendo un cammino irripetibile, con 48 punti all’andata e 44 al ritorno a due giornate dalla fine. E poi abbiamo vinto lo scudetto al Milan: se ne parlava da un paio di mesi, ma tante cose dovevano combaciare… Il pubblico che abbiamo ricevuto è stato unico e sensazionale: per me e per i giocatori vedere milioni di tifosi dell’Inter felice in quel modo era motivo di grande orgoglio, per questo dico che è stato lo scudetto della gioia”.
L’esperienza all’Inter dopo i tanti anni alla Lazio. Grazie alla fiducia di Lotito: «Lui e Tare avevano intravisto in me delle qualità, ma affidarmi la Lazio è stato un bel passo da parte loro. E oggi con 251 panchine sono l’allenatore con più presenze del club”.
Per l’allenatore è sempre fondamentale la grande vicinanza della famiglia. I suoi genitori lo hanno sostenuto, così come il fratello, fin dal primo calcio al pallone: “Papà e mamma ci hanno insegnato valori forti: l’importanza della famiglia, dell’essere uniti. Valori che cerco di trasmettere quotidianamente ai miei tre. bambini. Quando Pippo giocava in Primavera e io negli Allievi si separarono: uno magari andava con lui a Torino e l’altro con me al Genoa.
Poi, quando il sabato hanno messo sempre la Primavera e la domenica gli Allievi, sono stati contenti perché non erano più costretti a dividersi. Ciò che abbiamo in comune con Pippo è il lavoro e la cura dei dettagli. Questo era importante come calciatori e lo è ancora di più oggi che alleniamo perché in un gruppo devono esserci necessariamente delle regole da rispettare. Lui è il mio punto di riferimento e ora spero che i miei figli possano essere d’ispirazione per lui come lo è stato per me”.