Un atto indicibile: vandali, nella notte tra venerdì e sabato, hanno preso a martellate la sede di Alessandro Portesani, candidato sindaco del centrodestra. Portesani ha ricevuto immediate e unanimi parole di solidarietà da parte di tutta la città: dei partiti e dei leader della sua coalizione; la coalizione di centrosinistra che ha trovato la sua sintesi nella condanna espressa dal candidato sindaco Andrea Virgilio. Una solidarietà piena alla quale si aggiunge anche la nostra. Lo pensiamo e lo raccontiamo ogni giorno: siamo una community che fa della dialettica nell’analisi e nella costruzione dei progetti un punto di forza. E quindi ogni colpo colpisce l’intera comunità.
Toccherà alla Digos e agli inquirenti scientifici che sono prontamente intervenuti risalire ai responsabili di un atto che Portesani ha definito “ignobile e violento che crea molto rammarico”. Qui vogliamo proporre due semplici riflessioni. Il primo dice che quanto accaduto non appartiene alla cultura politica e al modo di sentire che fanno di Cremona la città che tutti conosciamo e amiamo. Queste settimane di campagna elettorale – al di là di alcuni inevitabili punti polemici – sono state segnate da una grammatica politica ispirata al rispetto. La speranza è che quanto accaduto non “sporchi” questo clima e non venga strumentalizzato.
La seconda considerazione riguarda il merito della campagna elettorale e del dibattito. Lo sforzo dei candidati sindaco deve, nei pochi giorni che mancano al voto, parlare alla città delle cose concrete, di come realizzarle e del sistema di relazioni con cui realizzarle. Relazioni fuori e dentro la città.
L’atto vandalico contro la sede di Alessandro Portesani è un atto vandalico che colpisce l’intera città. Non ci appartiene. Per questo la politica, che in queste settimane si è messa a discutere in vista delle elezioni amministrative, per questo chi si candida alla guida della Comunità deve ritrovarsi nel comune valore del confronto, che significa riconoscere il valore della avversario e rispettandolo. Sentire che il futuro dipende anche dal modo in cui sappiamo raccontarlo.
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