Pronto il regolamento del dehors, cambiamo – .

Viterbo – Comune – Dopo il passaggio alla sovrintendenza, al via l’iter approvativo – Ecco come dovranno essere adeguati gli spazi esterni di bar e ristoranti

Viterbo – (gf) – Regolamento del dehors pronto, cambiamo. L’assessore Emanuele Aronne (Urbanistica) promette che sarà meglio.

Il documento, cento pagine divise tra regolamento attuale, centro storico e fuori mura, è il frutto di un lavoro svolto direttamente dal settore Urbanistica del Comune, condiviso con associazioni di categoria e ordini professionali, passato attraverso incontri, fino ad arrivare a la bozza definitiva, che ora è all’attenzione della Soprintendenza, prima di avviare l’iter di approvazione.


Emanuele Aronne


Materiali, tipologie di sedie e tavoli, la proposta mira a migliorare l’estetica del centro e non solo. Un lavoro che alcune imprese pubbliche hanno già fatto. Altri non ancora. Ma soprattutto, dopo le esenzioni in fase Covid, occorre rimettere ordine, per vivere meglio la città.

“Proprio in fase Covid – spiega l’assessore Emanuele Aronne – sono state fatte delle concessioni che hanno portato, ad esempio a Roma, a un +580% di occupazione del suolo pubblico. Anche qui c’è stato un aumento. Ma in quella fase storica era giusto così”.

Ora dovremmo tornare a una situazione più controllata, anche se questo non è l’unico motivo per cui è stato creato il regolamento. “Oggi non c’è nulla che dica cosa e come fare per le parti esterne dei locali. Per questo abbiamo dovuto lavorare come ufficio di Urbanistica”.

Uno sguardo fuori dai confini. Ecco alcuni buoni esempi. “C’è stata una ricognizione – ricorda Aronne – in varie parti d’Italia e alla fine abbiamo preso tre regolamenti che poi ci hanno guidato. Quelli di Modena, Sassari e Civitavecchia. Quest’ultima perché è tra le più recenti approvate e avrebbe potuto costituire un supporto normativo alle leggi regionali.

Gli altri, Modena e Sassari, sono davvero bravi, hanno fatto un lavoro pazzesco. Noi abbiamo adottato quel tipo di approccio, siamo andati anche a frugare nei cassetti del Comune. Sono pieni di cose meravigliose che non sono mai state potate prima”.


L'esterno di una stanza


Una normativa che divide la città in due zone privilegiate di tutela: “Fuori le mura, dove è organizzata la città, cito ad esempio Ellera, viale 4 Novembre, piazza Crispi. La parte di Viterbo che non è storica, ma storicizzata”. Poi, la parte all’interno delle mura. Un lavoro complesso, perché la nuova normativa doveva fare i conti con quelle esistenti, decorazione, commercio, codice della strada, evitando che siano conflittuali. “Non è stato difficile, anche se complesso. I vari documenti dialogavano parecchio tra loro”.

Nella redazione gli uffici sono andati avanti, prevedendo gli spazi esterni come dovranno essere, non solo per la somministrazione di cibi e bevande, ma anche per i negozi di vicinato, che non rientrano tra quelli che possono richiedere spazi esterni. “Per loro l’assetto dovrà essere diverso dagli altri. Una realtà al momento non contemplata, ma se dovesse cambiare qualcosa saremo pronti”.

Per tutti, il regolamento sugli ornamenti contiene indicazioni su quali materiali utilizzare. Nel centro storico, ad esempio, si eviteranno le sedie di questa o quella marca di gelato o di bevanda, come già avviene altrove.

“Praticamente non abbiamo inventato nulla – continua Aronne – e gli daremo un anno per adeguarci ai cambiamenti e penseremo anche a un incentivo”. Per le attività che dimostrano attenzione al luogo in cui operano: “30% sull’occupazione del suolo pubblico, se ne aderiscono più di una. Ad esempio il bar e piadineria in piazza del Comune. Se facessero un unico progetto e posizionassero sedie, tavoli e tutto il resto allo stesso modo, Aronne ipotizza un taglio del 30% su Cosap. Se arriva un’altra azienda che intende organizzare gli spazi esterni allo stesso modo, non deve fare altro che chiedere il progetto e da quel momento iniziano i due anni di agevolazione, come per le altre”.

Una regolamentazione che serviva: “Adesso è tutto un po’ gratis, ma con la fine dell’esenzione Covid tutto passa dalla Soprintendenza e da lì molte cose tornano indietro. Per questo ci siamo dati delle regole e abbiamo inviato loro la documentazione in prima istanza”.

Ti faranno sapere se va bene o se sono necessarie alcune modifiche. Partecipato ad un percorso già nato.

“Nella prima stesura – ripercorre le tappe Aronne – erano coinvolti l’urbanistica, lo sviluppo economico, la polizia locale e i lavori pubblici. Abbiamo aperto una mail per i commenti e incontrato due volte associazioni di categoria e associazioni di categoria. Devo dire che hanno lavorato bene e li voglio ringraziare, la seconda stesura si è armonizzata con le loro proposte”.

Ci sarà anche un modo per garantire che gli spazi esterni assegnati non si espandano e i registri dell’edificio dovranno essere conservati nell’azienda per essere mostrati se necessario. «È un regolamento perfettibile ma ben fatto. Una volta approvato, sarà sempre possibile ritornarvi un anno dopo se saranno necessari aggiustamenti”.

21 maggio 2024

 
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