Anche in Abruzzo è previsto lo sciopero dei taxi dalle 8 alle 22 – .

Anche in Abruzzo oggi potrebbe essere difficile trovare un taxi disponibile a causa dello sciopero di categoria dalle 8 alle 22

Ieri i sindacati hanno confermato l’astensione dal lavoro e dalla manifestazione in piazza San Silvestro, a Roma, dalle 11 alle 17. Lo sciopero ha riunito quasi tutte le organizzazioni sindacali che auspicano “la partecipazione dell’intera categoria in difesa del proprio lavoro, per contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni al noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù degli algoritmi e delle multinazionali”.

Secondo le associazioni dei consumatori, però, si tratta di uno “sciopero inutile” che serve solo “a mantenere i privilegi di casta”. Molti cittadini sottolineano anche il costo eccessivo della corsa in taxi, un costo che in molti casi sarebbe superiore a quanto pagato in altri Paesi.

“I cittadini non avvertiranno alcuna differenza rispetto a qualsiasi altro giorno della settimana perché nelle principali città italiane i taxi sono già solitamente indisponibili”. Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, si tratta del “solito sciopero immotivato e preventivo per mantenere i privilegi di casta”. Per Assoutenti si tratta di uno “sciopero assurdo e immotivato”.

I tassisti, che sollecitano il governo a stabilire alcune regole, cercheranno di spiegare le loro ragioni ai cittadini distribuendo volantini.

“La nostra non è e non deve apparire una difesa aziendale, scenderemo in piazza anche a tutela degli utenti – sottolinea il responsabile nazionale Ugl taxi, Alessandro Genovese – Oggi gli utenti possono infatti contare su tariffe certificate, domani, senza adeguate decreti attuativi e quindi senza regole, non è detto: se cresce la domanda di servizi taxi e Ncc (noleggio con conducente), gli algoritmi delle multinazionali saliranno alle stelle; in situazioni di emergenza o disastri naturali i prezzi, come abbiamo visto, sono aumentati fino al 400%. A febbraio i ministri Urso e Salvini ci avevano chiamati per definire gli opportuni decreti attuativi, con l’impegno di approvarli entro aprile. Ma alcuni incontri al Mise, dove è stato ricevuto il vicepresidente di Uber Tony West, e alcune dichiarazioni nei question time ci hanno dato l’impressione che tutto sia fermo, mentre a causa delle multinazionali che operano nelle grandi città la deregolamentazione è alla portata di tutti da vedere.”

Il coordinatore USB, Riccardo Cacchione, aggiunge:

“L’atteggiamento complessivo della maggioranza in quest’ultimo periodo ha fatto scattare il nostro allarme: le ingerenze che Uber ha imposto alla politica non sono una novità, e quindi quello che è di fatto uno stop al confronto e un rimbalzo tra diversi ministeri impone di andare direttamente al confronto con il premier Meloni. Chiediamo con forza che la maggioranza concluda il confronto con la nostra categoria e chiediamo che vengano emanati adeguati decreti attuativi, pendenti ormai da 5 anni presso i ministeri dello Sviluppo Economico e dei Trasporti, che definiscono regole e vincoli a tutela del trasporto pubblico. approvato al più presto”.

Il segretario nazionale dei taxi della CGIL, Nicola Di Giacobbe:

«Stiamo scioperando per chiedere al governo di scrivere e approvare decreti che servano a dare attuazione allo spirito della legge quadro di settore, non a stravolgerla per assecondare la pressione di chi vuole fare profitto con la mobilità».

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Chiusura del Seminario di Reggio Calabria, campagna contro l’8×1000 alla Chiesa – .
NEXT Omaggio alla grinta delle donne con Raffaella Ranise e lo Zonta club Sanremo ai Martedì Letterari – .