gestire una persona anziana a casa – .

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Il problema degli anziani non autosufficienti mette a dura prova i servizi sociali delle nostre regioni e la Toscana non fa certo eccezione. Sarà il tema del prossimo incontro pubblico (a ingresso gratuito) sulla sanità promosso da Toscana Oggi a Firenze (Teatro Cartiere Carrara, ex Teatro Tenda in Lungarno Aldo Moro) giovedì 23 maggio alle 17.30.

Incontrerà i cittadini Matteo Bulgaresi, geriatra, che parlerà della gestione domiciliare del malato o dell’anziano. Dirigente sanitario presso l’Unità Geriatrica Firenze-Empoli dell’Asl Toscana Centro, Bulgaresi ha partecipato fin dall’inizio, durante la pandemia di Covid, al progetto Girot per il ricovero domiciliare degli anziani fragili. Svolge attività di ricerca nel campo dell’organizzazione sanitaria per la cura degli anziani.

I temi dell’incontro sono anticipati qui da Enrico Benvenutidirettore dell’Unità di Geriatria dell’Unità Operativa Firenze-Empoli e direttore del dipartimento di medicina multidimensionale dell’ASL Toscana centrale.

Dottor Benvenuti, un quarto della popolazione toscana è costituita da anziani, cioè sopra i sessantacinque anni, e il trend è in aumento. Qual è l’incidenza delle persone non autosufficienti tra loro? Anche loro crescono di numero oppure no?

«La disabilità è in aumento in Toscana, come nel mondo occidentale. Questo perché la popolazione sta invecchiando e l’ultima fase della vita è quasi sempre rappresentata da un periodo di disabilità. Si stima che attualmente in Toscana siano circa 200mila. Gli anziani ultrasettantenni rappresentano circa un quarto di questa popolazione, di cui il 17% ha più di ottantaquattro anni. La demenza è rappresentata in circa il 10% della popolazione anziana sopra i sessantacinque anni con un picco di incidenza (30-40% negli ultraottantenni).”

Che impatto hanno i servizi a domicilio rispetto alle RSA? C’è differenza tra le varie province o tra città e campagna?

«In Toscana la maggioranza degli anziani vive in casa, anche se la popolazione “istituzionalizzata” è sicuramente ben rappresentata, anche rispetto ad altre regioni d’Italia. Questo perché, se aumenta l’aspettativa di vita, aumenta anche il numero degli anziani disabili nel periodo della vita prima della morte. Questo periodo può durare anche diversi anni. Si tratta di anziani molto malati che necessitano di assistenza e cure, spesso di tipo ospedaliero”.

Come sono cambiati nel tempo i servizi a domicilio? C’è stato un miglioramento o almeno un aumento dell’offerta?

«Il decreto ministeriale 77 del 2022 invita a fare cura vicino casa. Il paziente anziano molto malato e vulnerabile spesso presenta uno scompenso clinico. Trattandosi di pazienti molto anziani, quando esiste una buona rete sanitaria, possiamo svolgere a casa le stesse cure che faremmo in ospedale. Dal 2020, con il Covid, è nato nel fiorentino il Girot (Gruppo Intervento Rapido Ospedaliero di Territorio), una sorta di ricovero domiciliare che ha lo scopo, attraverso la diagnostica domiciliare di primo livello (ECG; emogasanalisi, ecografia e radiografia portatile) di classificare il paziente a domicilio e praticare trattamenti farmacologici di tipo ospedaliero a domicilio, grazie al supporto degli infermieri di famiglia e dell’Aiuti (urgenza infermieristica territoriale integrata, infermiere che interviene nella fase più intensa del trattamento); siamo inoltre in grado di effettuare trasfusioni di sangue. Grazie ad Acot (Agenzia di Continuità Ospedaliera-Territorio) possiamo avere supporto sanitario alla famiglia nel periodo in cui il paziente presenta uno scompenso clinico. Ci avvaliamo anche della collaborazione di assistenti sociali, fisioterapisti e dietisti (nei casi in cui sia presente malnutrizione)”.

Qual è il costo da sostenere e chi ha diritto ai servizi gratuiti?

«Il costo legato alla disabilità negli anziani è notevole e non è eliminabile, visto che la popolazione invecchia. Nel nostro sistema sanitario le cure sono gratuite e l’assistenza è affidata alle famiglie, fatta eccezione per i casi sociali di cui è l’assistente sociale stesso a occuparsi”.

E cosa si può fare per migliorare la situazione pur contenendo la spesa?

«Dobbiamo lavorare sulla prevenzione della sindrome della fragilità che spesso colpisce gli anziani. Inizia con sintomi subdoli come stanchezza o perdita di forza muscolare. Spesso nasconde malattie che diventano croniche e finiscono per amplificare il fenomeno della disabilità. Intercettarlo e curarlo è il segreto per comprimere il periodo di disabilità che precede la morte: in questo le comunità domiciliari possono giocare un ruolo centrale”.

Come devono comportarsi le famiglie che vogliono richiedere assistenza domiciliare?

«Il medico di famiglia è la figura centrale per intercettare i bisogni, spesso individuati anche al momento della dimissione dall’ospedale. È fondamentale sia nella prevenzione che nell’assistenza domiciliare che, anche quando indicata e supportata dallo specialista, è sempre condivisa”.

Info: www.toscanaoggi.it

[email protected]

 
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