la Corte dei Conti della Calabria accusa cinque persone, danno alle entrate statali per 1,5 milioni. Denunce sollevate dalla Corte dei Conti della Calabria contro 5 persone – .

Impianti solari mai funzionanti, 1,5 milioni di danni allo Stato: la Corte dei Conti della Calabria accusa cinque persone

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Un danno fiscale di 1,5 milioni di euro è stato contestato dalla Corte dei Conti della Calabria nei confronti di due dirigenti pubblici e tre professionisti per impianti solari costruiti nel 2012 in 24 ospedali delle province di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia e mai entrati in esercizio. La Procura regionale della Corte dei Conti presso la Sezione giurisdizionale per la Calabria ha notificato la citazione in giudizio ai 5 – tra cui un dirigente della Regione Calabria e uno dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza all’epoca dei fatti – perché coinvolti in varie cariche nell’esecuzione del contratto (responsabile unico del procedimento, direttore dei lavori o con altri incarichi gestionali) per la realizzazione di impianti solari per la produzione di calore a bassa temperatura per acqua calda sanitaria. Le indagini, coordinate dal procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma e dal sostituto procuratore generale Giovanni Di Pietro e condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, avrebbero consentito di accertare come gli impianti, realizzati nel 2012, non siano mai stati è infatti entrato in funzione a beneficio delle strutture sanitarie, tanto da versarsi in uno stato di totale abbandono e trascuratezza, in assenza dei previsti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Secondo l’accusa, in fase di progettazione gli impianti non sarebbero stati correttamente dimensionati rispetto alle esigenze delle strutture coinvolte negli interventi. Inoltre non ci sarebbe stato alcun coordinamento con gli impianti idraulici preesistenti e alcuni impianti sarebbero stati addirittura collocati in zone a ridotto irraggiamento solare. Dalle indagini svolte, inoltre, è emerso che nella maggioranza dei casi i lavori sono stati eseguiti senza previe autorizzazioni o concessioni comunali e, quando necessarie, senza le autorizzazioni richieste in presenza di vincoli di tutela paesaggistico-ambientale, tanto che alcuni Comuni hanno imposto sanzioni ed emesso ordini di demolizione per le opere abusivamente realizzate. I cinque sono accusati di condotta negligente sia riguardo alla correttezza dei progetti che ai successivi controlli. La realizzazione degli impianti è stata coordinata dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza in qualità di capofila e stazione appaltante, anche nell’interesse delle altre aziende sanitarie, con la collaborazione tecnico-amministrativa di un consorzio appositamente costituito, anche con compiti di vigilanza e coordinamento. Il danno contestato è pari al contributo che fu pagato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (ora Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) per la realizzazione degli impianti, nell’ambito di un programma di energia termica rinnovabile per aziende sanitarie.

 
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