arrivi da piccole squadre, giocatori con voglia di riscatto, ‘flop’ da grandi squadre. Una lezione per gli adulti che vogliono fare un acquisto milionario ad ogni costo – .

arrivi da piccole squadre, giocatori con voglia di riscatto, ‘flop’ da grandi squadre. Una lezione per gli adulti che vogliono fare un acquisto milionario ad ogni costo – .
arrivi da piccole squadre, giocatori con voglia di riscatto, ‘flop’ da grandi squadre. Una lezione per gli adulti che vogliono fare un acquisto milionario ad ogni costo – .

Conduttore di Radio Sportiva, della RAI con 90° Minuto e Calcio Totale, è opinionista e uomo mercato per Tuttomercatoweb

L’Atalanta che ha vinto l’Europa League dal primo minuto era composto da: Musso, portiere che aveva fatto ottime cose con l’Udinese. Djimsiti, prelevato dal Benevento. Hien, acquistato dall’Hellas Verona. Toloi, che doveva rigenerarsi e ritrovare se stesso dopo Roma. Zappacosta, ai margini e in ennesimo prestito al Chelsea. Koopmeiners, ingaggiato dall’AZ Alkmaar. Ederson, arrivato a Bergamo dalla Salernitana. Ruggeri, che era stato al Salerno in prestito. De Ketelaere, acquisto fulmineo e senza successo del Milan. Scamacca, ancora alla ricerca dell’identità e del salto di qualità dopo la stagione del Sassuolo. Lookman, eterna promessa del calcio inglese, reduce da flop con Lipsia e Leicester.

I colpi del Bologna. Il manifesto di Sartori
Andiamo avanti: il Bologna, che è andato in Champions, ha in rosa un ‘tipo’ Skorupski, sei anni in rossoblù ma ex seconda del Bologna. Posch, prelevato dall’Hoffenheim, Lucumi dal Genk, poi Beukema dall’AZ Alkmaar e Calafiori che era una promessa della Roma e finì al Basilea da terzino. Freuler al Nottingham e Aebischer allo Young Boys più Ferguson ingaggiato dall’Aberdeen in Scozia. Poi Saelemaekers tifoso del Milan o Orsolini, una promessa non mantenuta della Juventus, Zirkzee che non è esploso al Bayern Monaco e Ndoye del Basilea. Giovanni Sartori al Bologna, e la sua traccia a Bergamo è evidente, e Tony D’Amico, cosa che aveva fatto anche prima a Verona, all’Hellas e ora all’Atalanta, ha dato due straordinarie lezioni di calciomercato a tutta l’Italia.

Da Corvino a Sogliano, da Kvaratkhelia ad Arthur, tanti gli esempi
Non sono unici, ovviamente. Chiari esempi sono le storie del Lecce, che con il budget più basso, con l’ingaggio più basso, ha costruito una squadra dalla salvezza anticipata. Krstovic della Dundajska Streda è il manifesto del lavoro di Pantaleo Corvino, così come il mercato di gennaio dell’Hellas Verona, decine di affari tra ingressi ed uscite poi con obbligo di cassa, lo è quello di Sean Sogliano. Tijani Noslin del Fortuna Sittard è l’emblema del lavoro di scouting, di ricerca e soprattutto della capacità di scegliere il giocatore giusto, nel posto giusto, al momento giusto, nello spogliatoio perfetto, nel posto adatto al ragazzo, all’uomo , la famiglia, all’allenatore. È un mix di fattori che nel calcio di oggi, come in quello di ieri, è fondamentale per evitare che un giocatore commetta errori. Non vale la regola del ‘il giocatore è forte e poi farà bene’. Gli allenatori oggi hanno differenze troppo marcate tra loro, i proprietari hanno filosofie gestionali troppo diverse per pensare che un De Ketelaere possa fare bene a Milano come a Bergamo, che un Arthur possa farlo a Firenze come a Torino, e così via parlando . L’importante è capire che Kvicha Kvaratskhelia è perfetto in quel momento storico per quel Napoli lì. Quel Benjamin Pavard è quello giusto in quel contesto interista. Gli adulti devono scegliere poco ma molto bene. Gli ‘altri’ possono permettersi il lusso di avere più margini di errore, è vero. Ma quando ci troviamo di fronte a capolavori come Atalanta e Bologna, allora, non ci resta che toglierci il cappello.

 
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