Napoli, nel “manuale” spunta la truffa degli anziani: “Ci sono 80 vittime”

Napoli, nel “manuale” spunta la truffa degli anziani: “Ci sono 80 vittime”
Napoli, nel “manuale” spunta la truffa degli anziani: “Ci sono 80 vittime”

Un manuale di istruzioni per le truffe contro gli anziani.

Ciò è emerso anche nel corso delle indagini che hanno permesso di smontarne un’ennesima organizzazione capace di terrorizzare le persone sole e costringerle a prendere soldi al termine di una vera e propria messa in scena.

Per sfogliare il “Manuale” del truffatore perfettoC’è un’intera galleria di ruoli, personaggi, tecniche di persuasione, consigli e ordini da dare: una serie di regole da seguire per quei truffatori che hanno colpito decine di famiglie tra Roma, Napoli, Viterbo e Latina e altri comuni del basso Lazio.

La centrale era a Napoli, ipotesi associazione per delinquere, così operava il clan: c’erano i “profiler”, coloro che passavano ore al computer per acquisire informazioni, incasellare nomi, status professionali delle vittime, professioni e rapporti familiari, sempre utili a rendere più efficace la messa in scena; poi c’erano i falsi postini, i falsi avvocati, i falsi medici, i falsi assicuratori, in una batteria di criminali al ribasso, che prendeva di mira gli anziani soli.

In calce, leggiamo la misura cautelare firmata dal gip del Tribunale di Roma Andrea Fanelli, le vittime erano anziani o persone “con difficoltà di difesa”, a cui sono stati chiesti fino a 18mila euro per il “pagamento dei pacchi postali ordinati dal nipote”, o il risarcimento dei danni per incidenti inventati. Ottanta gli episodi di truffa ricostruiti tra Napoli, Roma e Viterbo, esclusi molti episodi non denunciati. Diciassette arresti, a cui vanno aggiunti i dieci arresti in flagrante effettuati dalla polizia, ma chi si nasconde dietro una simile organizzazione? Finiscono in cella Giovanni Uccello, Alfonso Uccello, Eduardo Uccello, Raffaele Bacio Terracino, Giuseppe Romanelli, Marco Canfora, Angelo Pasquale Montagna; finisce invece agli arresti domiciliari Giovanni Rendola, Lucio De Lucia, Antonio Fedele, Raffaele Russo, Giuseppe Fedele, Ciro Rendola, Francesco Siviero, Antonio Siviero, Antonio Ferioli, Antonio Di Matteo.

Le intercettazioni

Ma entriamo nel merito delle accuse raccolte, grazie al lavoro di coordinamento del sostituto procuratore della Procura di Roma Giovanni Conzo. Si registrano telefonate drammatiche, che mostrano la disperazione di donne e uomini (nati negli anni Quaranta) che esplodono in lacrime e urla di disperazione quando si accorgono che i loro figli e nipoti versano in gravi condizioni: «Buonasera, sono il Maresciallo Domenico Primo dalla questura, visto che le telefonate sono registrate, devo farle alcune domande… quindi lei è la signora? Beh, sei la madre di…? Ed è proprio di lui, suo figlio, che volevo parlarvi: è in ospedale, con una lesione alla colonna vertebrale, purtroppo ha avuto un incidente e lo stanno operando… non preoccupatevi, è solo che non è assicurato… lui ha bisogno di un intervento chirurgico lui”. Le urla di disperazione della donna.

Alcune pagine di carta scritte a penna. Sono il manuale del truffatore, scritto in maiuscolo, con tanto di numeri delle scene o delle soluzioni da proporre al truffatore sfortunato ragazzo di turno. Erano le istruzioni per l’operatore telefonico, che aveva il compito di terrorizzare ma anche di instaurare un rapporto costruttivo con la vittima. Se il bersaglio tentava di chiudere la conversazione, c’erano delle parole chiave da utilizzare (quasi sempre i nomi dei parenti, per convincere la vittima della veridicità del racconto); poi il riferimento a cassetti e armadi, al denaro e all’oro, a una serie di espedienti messi in atto per definire l’appuntamento tra l’anziano e le staffette dell’organizzazione.

Gli archivi

Non è un caso che durante le perquisizioni della polizia siano state rinvenute centinaia di schede telefoniche, decine di cellulari e una grande quantità di gioielli. Un blitz che conferma la serialità dei successi messi a segno. La maggior parte dei contatti target sono nati da attività di profilazione definita da figure intermedie particolarmente specializzate nello studio dei canali social. Un’altra miniera di informazioni sensibili sono gli archivi delle aziende sanitarie locali e dei laboratori medici che, non a caso, sono stati recentemente presi di mira da gruppi di hacker. Una frontiera oggi più attuale che mai per chi indaga sulle truffe che coinvolgono gli anziani.

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