serve un nuovo tribunale ma bisogna muoversi subito – Teramo – .

TERAMO. «Teramo ha bisogno di un nuovo tribunale perché la giustizia non può mai prescindere dalle risorse umane e dagli edifici giudiziari»: servono sempre occhi molto attenti per capire il mondo che cambia. Soprattutto in questa Italia dove, tra continue riforme della giustizia e lunghi tempi di processo, tutto finisce in tribunale: dalle controversie condominiali ai diritti civili, gli italiani delegano la vita quotidiana ai magistrati in un trend crescente. Ector Picardi dal 2021 è procuratore di Teramo. Magistrato di lunga data con la passione per la poesia e il teatro, sa coniugare il rigore dei codici con l’etica dei valori. Di una cosa è profondamente convinto e lo ribadisce più volte: «Non dimenticare mai che le regole servono a rispettare i diritti di tutti». Chi lavora nei tribunali, chi ci finisce, a chi ci rivolgiamo.
Nel dibattito aperto dall’Ordine degli avvocati sulla necessità di un nuovo tribunale nella capitale, la voce del pubblico ministero apre nuovi orizzonti e soprattutto lancia la sfida dei tempi. «Sono d’accordo sulla necessità di un nuovo tribunale che abbia spazi adeguati», dice, «credo anche che dobbiamo avere il coraggio di essere visionari e iniziare il prima possibile perché non sarà un processo breve. Quando fu progettato questo tribunale c’erano quattro delegati nella Procura, oggi sono nove. Per non parlare di tutti gli altri magistrati. Questo edificio è certamente una magnifica realtà architettonica, ma oggi gli spazi sono del tutto inadeguati alle esigenze quotidiane di tutti gli operatori e utenti del sistema giustizia. Durante i vari incontri che si sono svolti nel recente passato a livello ministeriale per chiedere più magistrati e personale, abbiamo avuto indicatori positivi sull’idea di un nuovo tribunale”. Nei giorni scorsi l’Ordine degli Avvocati, attraverso il suo presidente Antonio Lessiani ha lanciato l’idea di una Cittadella del diritto, collegata alla Facoltà di Giurisprudenza, avanzando tre proposte che prevedono l’utilizzo di strutture già esistenti: i magazzini comunali di Madonna delle Grazie, il cui utilizzo, tra l’altro, fu ipotizzato quando l’Ultimo Quest’anno si parlava di spostare uffici e aule dall’edificio per far fronte ai lavori attuali, i magazzini dell’ex Spea e la maxi struttura dell’ex manicomio di via Sant’Antonio. «Partire da una struttura già esistente», dice Picardi, «è sicuramente un vantaggio. Oltre a individuare già un futuro diverso per l’attuale Palazzo di Giustizia. L’importante, e di questo ne sono fermamente convinto, è muoversi subito”.
Perché, questa è una certezza, i lavori avviati con i fondi Pnrr (quindi con un calendario ben preciso che ne prevede la conclusione entro il prossimo anno) serviranno a migliorare l’efficienza energetica, la sicurezza, i servizi igienico-sanitari ma non aumenteranno gli spazi in un edificio in che da tempo sono state abolite alcune aule per far posto a uffici e cancellerie, i giudici civili sono due in un’unica aula, gli ufficiali giudiziari e i giudici di pace sono costretti a restare in stanze esterne al tribunale. Insomma, gli spazi restano piccoli per il personale, a maggior ragione oggi che sono finalmente arrivati ​​nuovi magistrati e nuovi amministrativi. E che il ritardo comincia a diminuire.
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