Teramo, scambia il sangue dell’amico tossicodipendente per sfuggire alla polizia: assolto infermiere – .

Sei anni fa finì sotto processo per corruzione, favoreggiamento e tentato falso dopo essere stato, all’epoca, anche sospeso per un periodo dall’Azienda sanitaria locale, dove lavora come infermiere, per i fatti che gli venivano contestati e costretto all’obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Insieme a lui coinvolto nelle indagini anche un 51enne di Giulianova che da tempo ha definito la sua posizione con un rito alternativo. Una vicenda che risale al maggio 2016, per la quale, invece, ieri l’infermiere in servizio in quel momento al pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova, Ludovico Domenico Delle Vergini, è stato assolto per non aver commesso il fatto (difeso dall’avvocato Angelo Pio Gaggiano). È lì, all’ospedale Giulia, che secondo l’accusa l’infermiera ha scambiato le provette del sangue del 51enne, che era stato fermato dalla polizia stradale mentre era alla guida della sua auto in stato di alterazione psicofisica per assunzione di droga . E per farlo, sempre secondo l’ipotesi dell’accusa emersa al termine di un lunghissimo processo, avrebbe ricevuto in cambio tra i 100 e i 150 euro. Ieri il pubblico ministero Davide Rosati aveva chiesto la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti dell’infermiera solo per corruzione e l’assoluzione per prescrizione per tutti gli altri reati contestati.

LA LAMENTELA

A far scattare le indagini, pochi giorni dopo il controllo stradale, è stata la moglie dell’automobilista 51enne che si è presentata spontaneamente in questura, come ha ricostruito la Procura in aula durante il rinvio a giudizio, per denunciare, infatti, che c’era stato un controllo a cui era seguito un esame del sangue, dopo il quale però qualcuno aveva accompagnato il marito a cambiare la provetta con del denaro. In fase di accertamento gli investigatori sono riusciti a rintracciare un secondo uomo e quando hanno poi sequestrato le provette il sangue è risultato compatibile con quest’ultimo. Una persona, come è stato accertato, è stata “indotta con l’inganno a commettere un reato”, mentre “l’infermiera sapeva quello che faceva”, ha sottolineato il pubblico ministero. Il difensore di Delle Vergini ha però evidenziato la sua totale estraneità ai fatti. Va detto che la moglie dell’automobilista, dopo la prima volta, non è più tornata in caserma e dalle intercettazioni gli inquirenti hanno sentito il marito accusarla di essere stata la causa di tutti i problemi conseguenti alla sua denuncia, seppure solo informale. Intercettazioni durante le quali il 51enne ha parlato di “Domenico” (l’infermiere per gli inquirenti) come colui a cui rivolgersi per sistemare tutto. Sarà ora interessante leggere le motivazioni della sentenza emessa dai giudici del collegio presieduto da Carlo Calvaresi.

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