tre centrali dismesse – .

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Sono in Veneto 3 delle 62 centrali sono interamente realizzate in rame interessate dal processo di dismissione che TIM avvierà a partire da sabato 15 maggio su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è favorire l’adozione delle nuove tecnologie della fibra ottica e accelerare il processo di digitalizzazione del Paese.

Si riparte così anche dal Veneto il piano di spegnimento della rete di accesso in rame che prevede la progressiva fermata di oltre 6.700 centrali, sulle circa 10.500 esistenti, entro il 2028. In questa prima fase, le centrali in rame situate in Verona, Sommacampagna e Selvazzano Dentro.

Le 62 centrali interessate da questo primo intervento sono ubicate in 54 comuni sparsi in 11 regioni. Oltre al Veneto sono interessate anche Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia e Toscana e Veneto. La chiusura prevede il trasferimento delle connessioni stabilite su tali centrali (linee telefoniche ADSL, ISDN e RTG) alla rete TIM di nuova generazione, già disponibile totalmente o parzialmente in fibra.

«Stiamo avviando un’importante fase di trasformazione della nostra rete di accesso – dichiara Elisabetta Romano, responsabile TIM -. La migrazione dai servizi di accesso offerti sulla rete in rame a quelli disponibili sulla rete rete di nuova generazione segna l’avvio del processo di switch off, che interesserà oltre il 60% delle nostre centrali sul territorio, localizzati prevalentemente in aree periferiche o piccoli comuni. Per smantellare un numero così elevato di centrali diventa fondamentale l’impegno costante nella realizzazione di reti che utilizzino in tutto o in parte la fibra ottica e nell’innovazione di piattaforme tecnologiche obsolete. Stiamo lavorando per accelerare il processo e creare le condizioni per chiudere un numero significativo di centrali elettriche nei prossimi due anni”.

La migrazione della clientela verso connessioni a banda ultralarga consentirà un significativo miglioramento delle prestazioni e della qualità del servizio, con notevoli benefici anche in termini di impatto ambientale. Si stima, infatti, che la dismissione delle centrali in rame, che comporterà anche la contestuale fermata di tutte le apparecchiature legate ai servizi tradizionali presenti nelle altre centrali ad esse collegate, consentirà una riduzione dei consumi energetici pari a circa 450mila MWh e meno a regime. Emissioni di CO2 per 209.600.000 kg, pari a 16.108.000 alberi.

Gli interventi di adeguamento tecnologico sono stati approvati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCom) nell’ambito del più ampio piano generale di rinnovamento delle tecnologie, che prevede la progressiva dismissione delle centrali della rete in rame.

Negli ultimi mesi, infine, TIM ha inviato una informativa specifica a tutte le amministrazioni comunali nei cui territori ricadono gli scambi interessati dall’iniziativa, organizzando anche specifici incontri di approfondimento sul tema.

 
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