Lavoro nel settore sanitario, in Toscana aumentano stress e malattie • Nove da Firenze – .

Lavoro nel settore sanitario, in Toscana aumentano stress e malattie • Nove da Firenze – .
Lavoro nel settore sanitario, in Toscana aumentano stress e malattie • Nove da Firenze – .

“Gli operatori sanitari (medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici, ecc.) lavorano ormai instancabilmente e sotto costante pressione da anni. Innanzitutto il Covid con il suo carico di lavoro e le sue paure che hanno colpito nel profondo tanti lavoratori, vittime poi della retorica degli eroi, oggi dimenticati in un Paese smemorato e spesso ingrato. Poi la pressione post-covid, il lavoro arretrato, le liste d’attesa infinite da recuperare: visite di esami, interventi chirurgici… e gli operatori sanitari, sempre. lì, sempre uguali e sempre più contati, cominciavano l’ennesima battaglia.

Hanno lavorato a testa bassa, d’estate come d’inverno, giorno e notte come sanno fare tante donne e uomini del sistema sanitario”. Così in una nota Bruno Pacini (segretario generale FP Cgil Toscana) E Pasquale D’Onofrio (segretario Fp Cgil Toscana Medici e dirigenti), che continuano: Ci sarebbe bisogno di nuove assunzioni anche in Toscana come altrove, ma i finanziamenti al Servizio sanitario nazionale sono sempre più limitati e si avvicinano ormai al 6,2% del Pil, più di un punto sotto la media europea che è pari a 7,4.

Alla fine, sono proprio i lavoratori più esposti a pagare il prezzo più alto di un sistema fiscale ingiusto in cui la ricchezza reale non viene mai tassata, in cui viene tollerata un’insostenibile evasione fiscale di quasi 100 miliardi l’anno. Una vergogna per tanti lavoratori sottopagati a causa del calo del potere d’acquisto, unico Paese in Europa, negli ultimi 30 anni. Per non parlare della strage di morti bianche avvenuta nella sanità e come accade ovunque ogni giorno.

Ma per restare a casa, la Toscana è oggi in testa alla classifica nazionale dei Lea (tra le prime tre regioni sommando attività di prevenzione, ospedaliera e distrettuale). Eccelle nei risultati delle reti dipendenti dal tempo per infarto miocardico, ictus, trauma (AGENAS). Ha registrato tra le migliori performance nazionali in termini di incremento di visite, accertamenti diagnostici e interventi chirurgici. Dei 235 indicatori del MES 2023, circa due terzi sono migliorati o stabili. Certo, non ha ancora risolto il problema della debolezza della rete territoriale che compromette la reputazione complessiva delle SS.

E deve ancora lavorare per articolare meglio la missione del sistema ospedaliero in una logica che metta al centro i bisogni sanitari, la sicurezza delle cure e la corretta distribuzione dei carichi assistenziali. Così come deve lavorare sull’appropriatezza prescrittiva di visite ed esami, per tutelarsi dai lucrosi fenomeni del consumismo sanitario privato, ricostruendo il rapporto di fiducia tra paziente e medico di famiglia che deve lavorare di concerto con gli specialisti delle strutture pubbliche . Ma non c’è dubbio che i risultati finora ottenuti siano soprattutto frutto di lavoro quotidiano delle donne e degli uomini del Sistema Sanitario Toscano.

Lavoratori che oggi pagano un prezzo altissimo, come dimostra il fatto che le assenze per malattia sono aumentate, raggiungendo una percentuale senza precedenti del 14% con un incremento del 3% in quasi tutte le aziende toscane (MES 2023).

C’è quindi un grosso problema nella sanità oggi: Come salvaguardare e proteggere le persone che si prendono cura degli altri? Le lavoratrici e le lavoratrici che sono il patrimonio più grande delle SS. Come intendono affrontare a livello politico, manageriale e manageriale il problema dell’eccessivo carico di lavoro che genera oggi stress lavoro-correlato e diffusi fenomeni di burnout? La risposta per noi è prendercene cura, umanizzare i rapporti nelle aziende, conciliare tempi di lavoro e di vita, assumere dove serve, riorganizzare equamente e far respirare le persone.

Serve ad aumentare il senso di appartenenza e di fiducia dei lavoratori, fattori cruciali per aumentare la loro capacità di rispondere ai bisogni sanitari. Adeguare la forza lavoro ai volumi di attività, garantire almeno il turnover e le sostituzioni per maternità e malattie lunghe, ad esempio. E ancora, d’estate molti pazienti rimandano gli interventi non urgenti, nella stessa stagione chiudono scuole e fabbriche. Laddove si registrano evidenti riduzioni dei flussi, occorre garantire adeguati periodi di vacanza da trascorrere con le famiglie.

Altrimenti cresce il risentimento verso un sistema che non comprende i problemi dei lavoratori e certamente non ne migliora la produttività. Devi lavorare quando devi lavorare e riposare quando devi riposare, garantendo sempre tutti i servizi necessari. Un sistema armonico che non impone ma condivide e ispira una visione che diventa missione di tutti. Se alla carenza di personale, gravata dalla mancanza di sostituti, si aggiunge la disumanizzazione dei rapporti di lavoro, si genera il clima pesante che esiste in molte aziende e la fuga verso altre realtà o altri paesi.

Inoltre, considerando che i salari sono tra i più bassi d’Europa. Né si può pensare che la risposta risieda nei servizi aggiuntivi, nel lavoro a cottimo che ricade sul personale abituale che già soffre. Per questo metteremo in atto ogni azione di monitoraggio del fenomeno e delle soluzioni che le singole aziende vorranno attuare nel conciliare tempi di vita e lavoro e garantire risposte adeguate ai cittadini”, concludono i sindacalisti della Cgil.

 
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