L’AQUILA. Sposta la statua di Sallustio da Piazza Palazzo per riportare in vita l’antica fontana dei Gesuiti. E’ la proposta choc del vicesindaco Raffaele Danieleche ha sollevato un vespaio di polemiche.
L’IDEA
«Abbiamo pensato di riportare qui (in piazza Palazzo, ndc) l’antica fontana che oggi si trova in Piazza dei Gesuiti e che, per molti secoli, si trovava proprio su questa piazza. Un’idea che, se condivisa dagli aquilani, vorremmo portare avanti”, ha dichiarato Daniele a Capoluogo.it. La proposta prevede anche una nuova collocazione del monumento allo storico, politico e senatore romano, simbolo di Piazza Palazzo dagli inizi del Novecento, che sorge proprio di fronte all’ex liceo classico. La statua verrebbe infatti spostata in piazza dei Gesuiti, dove però c’è già un altro monumento, quello di Carlo II d’Asburgo.
LE PERPLESSITÀ
Proprio questa situazione insolita (la coesistenza di due statue di due personaggi diversi sulla stessa piazza) crea non pochi dubbi allo storico e architetto Maurizio D’Antonio. «Mi sembra inappropriato che due statue si trovino sulla stessa piazza. Tra l’altro, quando la fontana fu spostata da piazza Palazzo a piazza dei Gesuiti, la statua di Carlo II si trovava al centro e fu spostata di lato (davanti al Palazzetto dei Nobili) per fare spazio alla costruzione. Infine, poiché questa operazione non sarebbe gratuita, mi chiedo che bisogno ci sia dello spostamento. Perché dobbiamo tornare indietro, qual è il motivo?”. Anche l’ex consigliere comunale Vladimiro Placidi è scettico: «È un’eventualità che contrasta con decenni di cultura del restauro e di buona pratica, cercando di non disconnettere dalla storia, anche quella meno antica, i segni e le motivazioni che hanno portato a una scelta che va sempre contestualizzata».
UN ERRORE DELLA STORIA
L’architetto è favorevole allo spostamento della statua Luca Carosi, progettista del ponte Belvedere e recentemente direttore dei lavori per il recupero dell’albergo Campo Imperatore. «La nostra amata città, come tante altre, ha subito cambiamenti importanti dovuti a terremoti distruttivi, ma anche a scelte urbanistiche non sempre del tutto accettabili», racconta. «Lo spostamento della fontana in piazza Palazzo, che comportò lo spostamento della statua di Carlo II per consentire la collocazione del monumento a Sallustio nel 1903, fu a mio avviso un errore».
QUALI MOTIVAZIONI?
Vuole invece vederci chiaro Dino Di Vincenzo, ex assessore regionale ai Beni Culturali: «Quando un monumento è collocato in un luogo da oltre un secolo, il monumento e il luogo in cui si trova si storicizzano», spiega. «Ciò non significa che un monumento non possa essere spostato, ma ci devono essere delle ragioni. Mi piacerebbe capire cosa sono.”
IL VICERÉ
«La statua di Sallustio posizionata in Piazza Palazzo dopo l’Unità d’Italia accompagnò per oltre un secolo la vita politica e sociale della città. Oggi non esistono ragioni storiche o culturali che ne giustifichino lo spostamento, anzi appare inquietante la volontà di restauro della fontana ottocentesca eretta in epoca borbonica e certamente in un clima non propriamente democratico”. COME Carla Mannetti (Lega). «Il vicesindaco dovrebbe abbandonare pulsioni neospagnolesche che richiamano la tendenza al dominio sugli aquilani in quel periodo storico, rendendosi conto di essere un amministratore pubblico pro-tempore, come tutti coloro che ricoprono cariche elettive, e non un viceré , tanto meno un urbanista di fama, e quindi ha il dovere di giustificare storicamente le sue scelte arbitrarie sull’assetto della città”.
E LA SOPRINTENDENZA?
Le fa eco Lorenzo Rotellini, consigliere comunale: «Non finiscono mai i deliri di onnipotenza del vicesindaco, che pensa di arredare il centro storico come se fosse il salotto di casa sua e di aver riscoperto Renzo Piano. Ci sono altri problemi, come la mancanza di parcheggi e di mezzi pubblici efficienti che permettono di raggiungere il centro senza auto. La cosa più ridicola è che la Sovrintendenza permette tutto, ma quando un semplice cittadino vuole scegliere un colore per dipingere la sua casa o un colore diverso per le persiane ti mette nei guai».
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