Riceviamo e pubblichiamo, a cura del prof. Michele Illiceto
Vedo che il mio post sull’impegno sociale ha suscitato molte discussioni. Qualcuno mi ha accusato anche di cinismo e invidia, di infangare un candidato rispetto agli altri. Come se fossi arrabbiato con qualcuno. Come al solito, quando non hai nessuno con cui discutere del contenuto, finisci per personalizzarlo. Mi dispiace dirlo: ma molte persone dovrebbero tornare a scuola e seguire un corso sull’analisi del testo. Essendo una persona che si occupa di filosofia, do molto peso alle parole e soprattutto al ragionamento che serve per esprimere un concetto.
Volevo però solo precisare che non ho formulato io il pensiero che ho espresso in questo post poco fa: NO! È un pensiero che ho sempre espresso in questi 40 anni di insegnamento sia alle scuole superiori che all’università, così come in tutti i convegni che ho tenuto in questi 40 anni di formazione di volontariato. Solo ora ne ho parlato perché le circostanze lo richiedevano. Da allora i miei pensieri non sono cambiati, che ti piaccia o no. Chi mi conosce sa che ho sempre distinto l’impegno sociale svolto a titolo gratuito da altre forme di lavoro a dimensione sociale che, per carità, hanno una loro legittimità, basta chiamarle con il nome giusto… Infatti , non sono vere e proprie forme di altruismo, altrimenti saremmo d’accordo con il filosofo Hume che denunciò l’altruismo come una forma velata di egoismo.
La mia riflessione è stata innanzitutto teorica e filosofica, volta a chiarire un paradigma e uno stile che possono appartenere sia alla destra che alla sinistra, sia credenti che non credenti.. Se qualcuno oggi si è imbattuto in tale ambiguità non è certo colpa mia… La mia era solo una precisazione terminologica e concettuale. Ho analizzato un paradigma e uno stile di comportamento. Nessuna malizia, anche perché la malizia non è la mia natura. Non sono arrabbiato con nessuno. È stato solo un atto di onestà intellettuale. Precisamente “Explicatio terminorum“.
Un saluto e un abbraccio. a tutti!
