Lavoro, produttività giornaliera più alta a Milano e Lodi. Il più basso della Valtellina – .

Lavoro, produttività giornaliera più alta a Milano e Lodi. Il più basso della Valtellina – .
Lavoro, produttività giornaliera più alta a Milano e Lodi. Il più basso della Valtellina – .

Milano – Tra Milano e la Valtellina c’è un divario che va oltre i cento chilometri che separano il capoluogo lombardo da Sondrio. Nella classifica nazionale relativa a produttività lavorativa quotidiana la distanza sfiora i 90 euro: una differenza di 2.160 euro al mese (considerando 20 giorni lavorativi), circa 26mila in un anno tra Città Metropolitana e zona montana. Anche la classifica stilata dall’ufficio studi della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre) sui dati Prometeia mostra profonde differenze in Lombardiaprima regione con 435,5 miliardi di euro di valore aggiunto al 2024 (Pil al netto delle imposte indirette).

Lombardia occupa il secondo posto in termini di produttività di beni e servizi, calcolato rapportando il valore aggiunto al numero di ore corrispondenti ad un dipendente a tempo pieno. A livello nazionale la cifra media è di 210,6 euro al giornoO. Analizzando i territori, invece, il trentino lei è la più virtuosa con 253 euro al giorno, davanti alla Lombardia con 251,4 euro. L’area metropolitana di Milano ha le migliori performance in Italia: 282,9 euro al giorno. Lodi è terza con 253,3 euro. Tra le prime dieci nella classifica nazionale per produttività giornaliera figurano anche Cremona (246,1 euro) quinta, Lecco (242,1) sesta e Brescia (238,3) ottava. Bergamo, dodicesima con un valore di 236,2 euro, e Monza e Brianza, quattordicesima con 233,5 euro, completano i territori più virtuosi. Più lontane dalle altre province della regione sono Varese, ventottesima con 217,6 euro, Pavia, trentatreesima con 214,5 euro, Como, trentacinquesima con 213,5 euro, e Mantova, trentottesima con 208,7 euro. Ultima è Sondrio, quarantanovesimo con 199,7 euro.

“Questa classifica analizza i beni e i servizi prodotti – sottolinea Luca Mocarelli, docente di Storia economica all’Università degli Studi di Milano Bicocca –. Le differenze sono l’effetto del rallentamento decennale dell’Italia che ha accentuato gli squilibri. Le grandi aziende non ci sono più, contano molto di più la finanza e i servizi: ne beneficiano zone come Milano dove hanno sede. La posizione di Lodi e Cremona dice anche che oggi è più importante avere un’agricoltura eccellente, capace di esportare in tutto il mondo, piuttosto che una forte vocazione manifatturiera, che relega Brescia, ad esempio, indietro. Sondrio, rispetto ad una realtà come Bolzano, paga oltre il fatto di non essere una provincia autonoma una diversa politica turistica, che ha privilegiato le seconde case rispetto alle strutture ricettive. A Bolzano è esattamente il contrario e questo incide sul Pil”.

Luca Mocarelli, professore di Storia economica all’Università di Milano Bicocca

Mocarelli mette però in guardia da un errore diffuso: “Il Pil (483 miliardi prodotti in Lombardia pari a 131,8 euro al giorno per abitante) non è ricchezza totale: l’Italia ha una ricchezza sei volte superiore al Pil perché comprende anche l’esempio il patrimonio immobiliare. Il Pil pro capite cresce per un motivo semplice: è un rapporto matematico, diminuendo gli abitanti anche se la produzione non crescesse il dato sarebbe positivo”.

 
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