«Con i social e il cibo racconto la mia città» – .

«Con i social e il cibo racconto la mia città» – .
«Con i social e il cibo racconto la mia città» – .

PADOVA – C’è il volto che c’è dietro “Magnapadova”, la pagina Instagram nata nel 2019 e che, cinque anni dopo, conta quasi 42mila follower. Un progetto che unisce due grandi passioni del suo creatore, Samanta Capuzzo: quello per la tecnologia e quello per il cibo, che da sempre fa parte della sua vita e di cui oggi è apprezzatissima ambasciatrice, tanto da essere stata scelta dalla Regione Veneto come creatrice digitale emergente.

Ma chi è Samantha Capuzzo?
«Sono una ragazza nata e vissuta in provincia di Padova e da sempre amante del cibo. Andare in discoteca è stata come una rivelazione per me. Sono anche una ragazza molto passionale: quando comincia a piacermi qualcosa mi butto sempre a capofitto. Se unisco questo alla mia passione per la tecnologia e alle riflessioni che ho fatto su cosa potrei fare nella vita, nasce “Magnapadova”, che unisce social media e cibo”.

Entriamo più nel dettaglio del progetto “Magnapadova”: come è nato?
«Dalla fine della scuola ho iniziato a fare vari lavoretti, fino ad arrivare ad un periodo in cui le cose cominciavano a non andare bene. A quel punto, visto che sapevo fare tante cose ma niente di specifico, ho pensato che fosse arrivato il momento di farmi conoscere per ciò in cui ero bravo. Volevo partire con un progetto che potesse raccontare indirettamente chi sono e cosa posso fare, mettendo insieme ciò che mi piace fare. Confrontandomi con alcuni amici, mi è stato chiesto cosa sapevo fare e istintivamente ho risposto “Mangia!”. Ci ho messo insieme altre qualità come l’essere spontaneo, genuino, trasparente e dall’unione di tutto è nata la voglia di raccontare, attraverso i social, i luoghi che andavo a scoprire.”

Negli ultimi anni ha avuto modo di conoscere diverse realtà della città. Cosa consiglieresti a chi arriva a Padova per la prima volta per conoscere un po’ l’essenza della città?
«Li manderei da qualche parte nel Ghetto. Magari quei posti dove arrivi e trovi i tavolini all’aperto, un po’ nello stile delle osterie di una volta, con bicchieri d’ombra di spumante rosso o bianco e clienti affezionati presenti fin dal mattino. Mi piacciono gli ambienti rustici, con la finestra con gli snack e tante bottiglie di vino. Credo che questa immagine incarni un ambiente e un’esperienza tipicamente veneziani”.

Tra le tante collaborazioni che hai avuto in questi anni, sia cittadine che regionali, ce n’è qualcuna che ti è rimasta nel cuore?
«Ricordo che una volta questa signora mi scrisse tramite Instagram con il suo profilo personale. Di lei Gestiva una pizzeria e voleva che provassi la sua pizza, così un giorno che ero in zona mi sono fermato da lei. L’ambiente era molto retrò, all’inizio non ne ero molto convinta, ma lei si è dimostrata molto gentile e dolce. Mi raccontò che suo padre aveva precedentemente gestito il ristorante pizzeria, ma era venuto a mancare due anni prima di lei e nonostante avesse assunto altri pizzaioli, non le piaceva particolarmente la pizza che facevano. Ha poi seguito un corso da pizzaiolo e ha imparato a farla da sola. Ancora oggi è una delle migliori pizze che abbia mai mangiato. Sono andata solo per conoscerla, ma mi è piaciuta così tanto che le ho subito dedicato un post. Dopo tre anni credo che molte persone frequentino ancora quella pizzeria anche per via di quel post”.

Lo scorso anno ha partecipato anche a Veneto Creators promosso dalla Regione. Com’è stata questa esperienza?
«Il progetto prevedeva di raccontare la storia del Veneto ed è stato bello e utile allo stesso tempo. È stata anche una grande esperienza riunirsi tutti insieme e avere l’opportunità di incontrare altri creatori veneziani come me. Si sono create le condizioni per poterci confrontare con le altre persone dell’ambiente e per conoscere alcune di loro che forse non avremmo avuto l’opportunità di incontrare altrimenti”.

Sono nate collaborazioni con gli altri creatori conosciuti negli ultimi anni?
«Mi è piaciuto molto conoscere tanti ragazzi, penso che questa sia stata la risorsa più grande. In realtà ho realizzato pochissimi video e contenuti extra. Ad esempio quella insieme a Benedetta Polato, con cui eravamo anche nel team insieme per Veneto Creators, parlando di Sotto il Salone. E un altro insieme ad Alice Guerra che parla delle frittelle di Venezia. Tra l’altro ho in cantiere anche altri video con lei da realizzare in futuro, ma per ora non voglio svelare di più.”

Tra tutti i diversi tipi di cucina che hai sperimentato, qual è il tuo preferito?
«Sicuramente la cucina asiatica in generale, sia giapponese che cinese, ma anche quella indiana».

E cosa non ti fa impazzire?
«Se proprio devo scegliere qualcosa, magari i dolci greci, che hanno molto sciroppo e zucchero. Ma oltre a questo mi piace molto anche la cucina greca. In generale non credo di aver mai provato un tipo di cucina che mi abbia fatto dire “non mi piace”.

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Il Gazzettino

 
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