Quaranta persone si riuniscono in via Fiume per chiedere di accelerare il ricongiungimento tra un padre e i suoi due figli – .

Lunedì scorso una quarantina di persone si sono incontrate nel piazzale antistante i servizi sociali, in via Fiume. “Eravamo solo una parte della comunità che, fiduciosi nelle parole “i bambini potranno rivedere il loro padre”, ha voluto confermare di essere pronta ad accogliere e accompagnare, nel difficile percorso di superamento del trauma, una famiglia che vogliamo vedere finalmente riuniti”, spiegano alcuni dei presenti sotto il muro della stazione per quella che, sottolineano, non è stata una protesta, ma un segno di vicinanza.
La storia purtroppo è ormai molto comune. “Una separazione, errori di giudizio, i figli che diventano la pallina di un ping pong senza regole, il padre, che ha finalmente ricevuto il via libera per tornare con i figli, che si ritrova estraniato ancora di più a causa degli atteggiamenti dell’ex -moglie, figli che non possono vedere tutta la famiglia in modo naturale e quotidiano. E una comunità, che è parte di questa quotidianità, che da due anni interi ha perso le tracce di una parte di sé”, continuano i presenti.

Sulla bacheca dei servizi sociali è stato lasciato un biglietto con la scritta Omnia vincit amor, cioè l’amore vince tutto, non si ferma davanti agli ostacoli: «L’amore di un padre che è così forte ed evidente che si è moltiplicato in tutti gli uomini presente all’incontro (non era presente, per evitare qualsiasi strumentalizzazione). Purtroppo però non c’è stato modo di comunicare con il personale, che si è solo palesato dietro i vetri delle porte e delle finestre. La nostra speranza – continuano i presenti – è che sapessero già di cosa si trattava e che semplicemente ne apprezzassero la bellezza. Se avessimo saputo comunicare, avremmo messo a disposizione non solo il nostro affetto, in un momento così delicato emotivamente e psicologicamente per i bambini e i genitori, ma anche le nostre competenze al riguardo, il nostro bagaglio culturale, la nostra esperienza, che può ricreare ancora quella bolla di buone pratiche con cui i bambini erano abituati a confrontarsi. Siamo una grande famiglia composta da professionisti e non, provenienti dalla provincia della Spezia e da fuori provincia.”
È trascorsa quasi una settimana dall’accaduto, quasi due mesi dalla comunicazione dell’équipe dei tecnici dei Servizi Sociali, che evidenzia la necessità di ricongiungere i bambini al padre, esigenza che implica una “urgenza” che ad oggi non viene rispettata e di cui ce n’è più bisogno che mai.

 
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