Eric Salerno e “Ghosts in Rome”, un viaggio alla scoperta della Capitale attraverso l’attualità – .

Eric Salerno e “Ghosts in Rome”, un viaggio alla scoperta della Capitale attraverso l’attualità – .
Eric Salerno e “Ghosts in Rome”, un viaggio alla scoperta della Capitale attraverso l’attualità – .

Eric Salerno è un giornalista di lungo corso, collaboratore da decenni del Messaggero dal Medio Oriente, sempre molto informato e scrupoloso. Anche i suoi libri trasudano passione e precisione, come gemme di un giornalismo ormai perduto. Fantasmi a Roma (Il Saggiatore), è il suo ultimo lavoro. Ed è un lavoro che spazia dall’autobiografia al saggio giornalistico, dalla saggistica all’analisi sociale, che dimostra talento narrativo e grande memoria.

Salerno è nato a New York nel 1939 da un ebreo russo sfuggito alle Guardie Bianche zariste e da un comunista calabrese sfuggito al fascismo e spiato dall’FBI. Ha raccontato la storia della sua famiglia in un altro libro straordinario, Rossi a Manhattan. In questo nuovo libro ripartiamo dall’arrivo del giovanissimo Eric in Italia, dalle sue esperienze nel giornalismo. Roma è raccontata su due livelli temporali, nel presente e nel passato. Con un certo rammarico per un tempo ormai perduto, e con l’orgoglio di aver vissuto qualcosa di irripetibile. “Roma era la mia città in Italia e ora non la trovo più”. Quanto è cambiato? “A volte fatico a convincere figli, nipoti e amici più giovani che anni fa ho attraversato il ponte Sant’Angelo nel XVII secolo.”

Salerno racconta i suoi primi passi da cronista, il “giro degli ospedali” per capire se c’era qualche novità da riferire all’autore dell’articolo, che aspettava in redazione. Era un tempo in cui dovevi fare affidamento solo sulle tue capacità e sulle suole delle scarpe. E d’estate, pizza bianca e prosciutto, «preso da una salsiera vicino a San Giovanni, da mangiare insieme ai fichi freschi di un mercato vicino». La morte di Fred Buscaglione è uno dei suoi primi scoop: per verificare la notizia Salerno si reca al Policlinico, entra nell’Istituto di Medicina Legale, ed esamina tutti i cadaveri. C’era anche quello del cantante di Eri piccolo questo. E poi, quella prima pagina del 25 settembre 1962, su Paese Sera. Una bomba era esplosa nella Basilica di San Pietro provocando lievi danni e la città era in allerta. Il giornale organizza un atto clamoroso: il giovane reporter viene inviato con un fotografo e un vistoso pacco in mano, un falso dispositivo per testare le misure di sicurezza in atto. Riesce nel suo intento e se ne va indisturbato.
Ricordi della Dolce Vita che si sovrappongono al presente, con il “Re dei paparazzi” Rino Barillari: «Lo trovate ancora seduto a mangiare con la moglie in attesa di scattare qualche immagine esclusiva. Forse rubato.”

E le immagini esclusive delle storiche Olimpiadi di Roma del 1960, riprese da un elicottero che decollava da una pista improvvisata in Piazza degli Eroi. La serata scandalosa al Rugantino (1958), con «Anita Ekberg scalza alle prese con un cha cha cha, e poi Luca Ronconi e Laura Betti», e soprattutto con la danza del ventre della giovane attrice turca Aïché Nanà. Una scena mai vista nella Roma di quei tempi, immortalata da Tazio Secchiaroli. Una delle chicche più gustose del libro, e motivo di orgoglio per l’autore, è sicuramente l’intervista ad Alfred Hitchcock del 1960. Il regista è in vacanza a Ischia e Salerno va a trovarlo, ospite inatteso. «Vorrei fare – racconta il cineasta – un film artistico, piacevole, completamente rilassante, senza la preoccupazione di stare in guardia con lo spettatore. Da me si aspetta suspense, suspense e suspense ma io vorrei fare, almeno per una volta, qualcos’altro”. Il giornalista gli racconta un fatto di cronaca di quei giorni, il mistero di via Monaci. E riesce ad appassionarsi. «Mi piacerebbe – dice il regista che stava per lanciare Psycho – assistere ad un processo italiano».

Tanti altri scoop. Il caso di Dolores Cook, inglese innamorata di un ragazzo bergamasco, mandata via con un provvedimento di espulsione obbligatoria, ottenuto dai ricchi genitori di quest’ultimo. Le inchieste del Messaggero, sul terrorismo di stampo palestinese. L’agguato del 27 aprile 1973 in via Bissolati, in cui rimase ucciso un dipendente della compagnia di bandiera israeliana. Salerno parte per Beirut, indaga sui mandanti. «L’Italia, da sempre una sorta di “ponte” che collegava l’Europa al Sud del Mediterraneo, aveva il suo terminale a Roma: la capitale era un punto di incontro e di scontro». Nel 1970 indagò sulla morte di un antiquario romano, Dante Baldari, ucciso da un colpo di arma da fuoco durante un safari in Tanzania. A far notizia sono stati due suoi compagni di viaggio: il principe Ruspoli e l’attrice francese Juliette Mayniel, madre di Alessandro Gassmann. Salerno non ha dubbi: prende il primo volo per Nairobi.

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Il Messaggero

 
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