«Città speciale, qui si respira musica» – .

CREMPONA – «Cremona per me è una città davvero speciale: l’aria che si respira qui a livello musicale è unica nel suo genere al mondo. E ogni volta che passo da queste parti, non posso fare a meno di fermarmi a salutare un mio amico, un mio grande amico: Evelino Abeni». Parola di Leone Nucci (Castiglione dei Pepoli, 1942), baritono di fama internazionale, ieri a Cremona per un’audizione privata per un giovane cantante, il soprano Ksenia Overko, che si è tenuto ad Adafa. E poco prima di dirigersi verso Casa Sperlari, Nucci è passato a visitare la casa del suo caro amico Evelino, nella vita grande appassionato di politica e di musica lirica, nonché autore di diverse pubblicazioni dedicate ai grandi cantanti cremonesi. Un accenno di inevitabile emozione, ma anche il calore di rincontrarsi e riannodare i fili dell’amicizia.

Nucci ad Adafa

Un pomeriggio, ieri, in cui Nucci e Abeni, immersi tra gli innumerevoli libri di carattere storico e letterario presenti nella casa di quest’ultimo, si abbandonavano ai ricordiricordando insieme alle rispettive mogli – Adriana Anelli e Alma Orefice – i bei momenti vissuti insieme e “quel fantastico concerto a Soresina nel ’94” che di fatto diede inizio alla loro amicizia.

«Tutto è iniziato da lì – racconta Abeni -. Una volta terminata l’esibizione musicale, ho preso carta e penna per scrivere subito un articolo che sarebbe stato pubblicato sul giornale il giorno successivo.. “Siamo di fronte non solo a un grande artista, ma a una stella”, ho scritto. E l’ho visto per molto tempo. Nucci poi lesse l’articolo e mi chiamò. Quando ho capito che dall’altra parte del telefono c’era Leo Nucci non potevo credere alle mie orecchie”.

Da Soresina al mondo intero: «La mia carriera musicale è iniziata anche dai concerti tenuti in queste zone – racconta il celebre baritono -. Ecco perché sono molto legato a queste terre. Oggi con mia moglie Adrianai cui genitori, tra l’altro, sono originari Pizzighettoneviaggiamo per il mondo: siamo appena stati a Catania, in Giappone, in Oman (alla Royal Opera House di Muscat) e ora facciamo un viaggio in Cina, più precisamente a Shanghai. Questa sera (ieri per chi legge, ndr) siamo ospiti qui ad Adafa, ed è davvero un grande onore e motivo di orgoglio per noi. Siamo a Cremona perbacco! – esclama -. Nella patria del melodramma, nella città di Monteverdi. Un posto a cui sono veramente legato”.

È questo il filo indissolubile che unisce Cremona a Leo Nucci è stato ulteriormente suggellato qualche anno fa, prima nel 2002, quando il più celebre interprete di Rigoletto dei nostri tempi ricevette il premio Monteverdi e poi nel 2019, anno in cui divenne cittadino onorario della città grazie ad un’iniziativa promossa dal suo caro amico Evelino.
La pratica del canto lirico in Italia è stata iscritta nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale nel 2023, alla fine dello scorso anno. Eppure potrebbe essere ulteriormente valorizzato, paradossalmente soprattutto in Italia, dove forse è dato un po’ per scontato. Chi ne è affascinato è soprattutto l’Europa dell’Est e dell’Est. “Si assolutamente. La popolazione cinese, in particolare, è molto interessata a questo genere musicale. Basti dire che il quartetto d’archi che avevo realizzato qui a Cremona, inaugurato tra l’altro in una sala del Museo del Violino, ora è lì”.

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