«Quest’anno numeri mai visti» – Ambient&Ambienti – .

Soddisfatto il coordinatore artistico dell’evento organizzato da Puglia Sounds. Con lui due chiacchiere sul ruolo della musica e dell’intelligenza artificiale in questo settore. Veronica: “Medimex 2024? Futuristico, energico e innovativo”

Taranto ancora una volta capitale della musica internazionale. La 14a edizione del Medimexil festival targato “Suoni della Puglia” – il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale, attuato in sinergia con l’ Teatro Pubblico Pugliese – E organizzato in collaborazione con l’Assessorato regionale alle politiche giovanilicon il supporto di SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e il contributo di Birra Raffo.
L’evento, da mercoledì 19 a domenica 23 giugno, porterà il giusto ritmo nella città dei due mari, grazie ai suoi cinque giorni interamente dedicati alla musica. Un tema da radiografare attraverso concerti, incontri e dibattiti, quest’anno incentrati soprattutto sull’avvento delIntelligenza artificiale. Un’occasione imperdibile per conoscere, incontrarsi, sperimentare e ascoltare.
Il programma è ricco e tutto da vivere, che culminerà con gli attesissimi concerti del fine settimana, a Rotonda sul lungomare: protagonisti della serata Sabato 22 giugno saranno io Il sorrisoil gruppo di Thom Yorke e Jonny Greenwood dei Radiohead con Tom Skinner; domenica 23doppia emozione invece con i La catena di Gesù e Maria (band cult degli anni Ottanta, che quest’anno festeggia 40 anni di attività) e, a seguire, gli Polpa (band iconica della scena inglese).
Abbiamo intervistato Cesare Veronico, Coordinatore artistico di Puglia Sounds e Medimexsoffermandosi sul ruolo della musica e dell’Intelligenza Artificiale nel panorama di riferimento, oltre che, naturalmente, sulle novità attese nel contesto dell’International Festival & Music Conference ormai alle porte.

Veronica: “Sono sempre state le case discografiche a indirizzare il mercato”

Cesare Veronico, coordinatore artistico Medimex e Puglia Sounds

Veronica, da professionista e osservatore di lunga data di questo settore, come pensi che sia cambiata la musica internazionale e italiana in particolare nel corso degli anni?

«È cambiato molto, soprattutto nell’approccio generale dettato dalle case discografiche, che privilegiano di volta in volta certi stili. Stili ritenuti più interessanti dagli ascoltatori e, quindi, anche dal punto di vista economico. I testi degli anni Sessanta e Settanta erano oggettivamente più poetici, senza tralasciare la componente legata all’intrattenimento. Oggi sono più urbani, raccontano non solo storie d’amore (in alcuni casi con testi molto belli), ma anche di strada. La questione di fondo però resta la stessa: sono sempre state le case discografiche a indirizzare il mercato”.

Il mondo dei social media ha avuto un ruolo in questa metamorfosi?

«Cinquanta o sessant’anni fa, in assenza dei social, c’era un approccio diverso alla musica. L’obiettivo era quello di scoprire veri artisti, valutandone la creatività e la sensibilità artistica. Oggi, invece, i follower e i contatti in streaming regnano sovrani. Prima si puntava soprattutto alla qualità, adesso invece si tende a guardare più all’immagine. Difficile quindi, oggi, vedere emergere figure simili a quelle di Lucio Dalla, Bruno Lauzi, Gino Paoli o altri big del passato. E, riavvolgendo il nastro del tempo, mi chiedo: quanti follower avrebbero avuto?”

Quali caratteristiche deve avere una bella canzone per essere degna di questo nome?

«Molto dipende dalla generazione a cui si rivolge una canzone. Ad esempio, per i più giovani – e penso ai ventenni – la canzone ideale è quella urban. Il resto corrisponde a quanto ho detto prima.”

“Un DJ atipico”

Dalla musica cantata alla musica suonata. Eri anche un DJ…

«Sì, ma ero un dj atipico, perché ho iniziato a fare trasmissioni radiofoniche. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, mentre tutte le radio trasmettevano musica italiana e disco, io mi concentravo sugli stili rock, punk, heavy metal e jazz. Mi chiamarono in una delle prime discoteche rock italiane, dove cominciai a far ballare le canzoni di Lou Reed, dei Led Zeppelin, del primo Bob Marley, ecc…”.

Hai avuto un riferimento artistico che ti ha ispirato?

«No, perché all’epoca non c’erano altri dj dello stesso genere a cui potessi ispirarmi, né a livello nazionale né a livello internazionale. Altri disc jockey, invece, mi hanno preso come esempio”.

Insomma, un “modello senza modelli”…

“Esatto. E non sono stato accettato. Gli altri dj non mi consideravano, anche se in alcuni periodi pagavo più di loro».

A Bari, quest’anno, un’associazione culturale ha creato un’accademia di dj, aperta agli aspiranti disco jolly di tutte le età. Da ex DJ, pensi che possa essere un buon punto di partenza per chi intende intraprendere questa professione?

«Avere delle figure che ti incastrano è sempre utile. Bisogna però sempre considerare che è il gusto musicale a fare la differenza, perché la tecnica si acquisisce con il tempo e la pratica. In questo caso la scelta dei brani è fondamentale”.

Medimex a Taranto, effetto coesione

La musica può essere uno strumento efficace di promozione sociale?

Medimex., un momento dell’edizione 2023 (fonte: medimex.it)

«Probabilmente è dai festival degli anni Sessanta, penso al Festival dell’Isola di Wight o al festival di Woodstock. E lo è ancora, basti pensare al Medimex di Taranto. La musica ha sempre avuto un ruolo centrale nelle trasformazioni della società, perché è un linguaggio universale per eccellenza e perché ha sempre avuto il potere di unire grandi numeri di persone. Ho citato l’esempio di Taranto perché è un territorio con grandi contraddizioni: metà della città vive economicamente dell’esistenza di un’industria inquinante, che l’altra metà vorrebbe chiudere. Fino a poco tempo fa, Taranto occupava gli onori della cronaca soprattutto per questa vicenda. Con l’arrivo del Medimex, in un luogo dove l’unico evento musicale era il concerto del 1° maggio, ha cominciato a riunirsi un’intera comunità divisa su varie questioni. Inoltre, negli anni, proliferano luoghi e iniziative culturali, tanto che il Comune ha ideato il slogan “La città dei festival”. Senza dimenticare i set cinematografici o i Giochi del Mediterraneo. Un’occasione di crescita importante, determinata proprio da spettacoli, iniziative culturali ed eventi musicali”.

“Vicino al tutto esaurito”

Il Medimex di Taranto, in fase di avvio, e la festa nazionale di Rai Radio3 a Trani lo scorso fine settimana. Come vedi questo binomio ormai consolidato tra Puglia e musica?

«La Regione Puglia ha puntato decisamente sullo spettacolo dal vivo e adesso c’è una proposta quantitativamente molto valida. Quando ho iniziato le sonorità proposte erano legate principalmente alla pizzica, al jazz e all’elettronica di nicchia. Adesso tutto si è ampliato e, infatti, è aumentato il numero di spettacoli proposti durante la stagione estiva”.

In vista del Medimex 2024, cosa può aspettarsi il pubblico?

«Il pubblico sa già cosa aspettarsi e, infatti, quest’anno batteremo il record di prevendite di abbonamenti. Siamo vicini al tutto esaurito per i racconti al teatro Fusco e stiamo registrando numeri senza precedenti per gli incontri del Medimex PRO e per le conferenze all’Università. Lo stesso vale per tutti gli altri eventi. Nel complesso c’è una grande partecipazione al Medimex, che cresce anno dopo anno, e questo è un segnale molto positivo”.

Che risposta ti aspetti dal pubblico?

Diodato al Medimex 2023 (fonte: medimex.it)

«La consueta straordinaria accoglienza della città, il bel clima, la bellezza dei luoghi del Medimex e la consueta magia che si crea in quei giorni e che i pugliesi dovrebbero vivere almeno una volta».

Medimex, musica e intelligenza artificiale

Centrale in questa edizione sarà il tema dell’intelligenza artificiale (AI). Molti lo guardano con sospetto, anche con timore per il timore che possa sostituire gli uomini in diversi ambiti lavorativi. Questa rivoluzione tecnologica viene vissuta anche nel settore musicale con lo stesso stato d’animo?

«La preoccupazione è inevitabile e normale quando c’è il caos; per questo abbiamo deciso di affrontare l’argomento. È necessario creare un perimetro di regole precise per tutti e non sarà facile. Proprio come Internet a suo tempo, il fenomeno legato all’AI è un fenomeno impossibile da arginare. È opportuno quindi che venga utilizzato come ulteriore strumento a disposizione dell’artista, nell’ambito del suo processo creativo.”

Credi quindi che l’intelligenza artificiale possa rappresentare un’opportunità anche nel panorama musicale?

«Con le giuste condizioni, sì. Inoltre, nella musica l’intelligenza artificiale viene già utilizzata molto più di quanto si sappia, sia per i testi che per i suoni. È uno strumento e se lo usiamo tutti allo stesso modo e con le stesse regole, allora possiamo giocarci sulla base dell’approvazione del pubblico e della critica”.

Perché partecipare a questa nuova edizione del Medimex?

«Ad esempio perché quest’anno i concerti alla Rotonda del Lungomare saranno di alta qualità e perché credo che un gruppo in particolare, i Pulp, sarà la vera sorpresa dell’estate italiana. Il loro leader è una figura carismatica; tutti i membri sono energici, coinvolgenti e divertenti. Penso che sarà un concerto che avrà un grande impatto”.

Tre aggettivi per descrivere l’edizione 2024 del Medimex…

«Futuristico, energico e innovativo».

Per consultare il programma completo del Medimex 2024 CLICCA QUI
 
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