Modena, Mezzetti’s first acts in clear discontinuity with Muzzarelli – Il Punto – .

Modena, Mezzetti’s first acts in clear discontinuity with Muzzarelli – Il Punto – .
Modena, Mezzetti’s first acts in clear discontinuity with Muzzarelli – Il Punto – .


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Al di là delle polemiche sulla nomina a consigliere del prefetto di Modena Camporota, con la formazione della sua giunta Mezzetti mantiene le promesse di una netta discontinuità con il decennio di Muzzarelli e dimostra tutta la sua insofferenza (memore del trattamento che la ‘Ditta’ gli ha riservato un paio di decenni fa per Modena) in primis nei confronti dell’arroganza politica del Pd. Tre sono gli elementi di maggiore rottura col passato: l’esclusione di Modena Civica (gamba su cui Muzzarelli aveva chiaramente puntato), la nomina di Carla Ferrari all’urbanistica (profilo che esprime idee opposte all’ex sindaco nel rapporto con il mondo dell’edilizia) e la promozione di Vittorio Molinari ai Verdi (uomo in linea con le idee urbanistiche e di bilancio zero di Ferrari).

Mezzetti ha lasciato il Partito Democratico in lotta per la poltrona (così come lo è ancora per la presidenza del Consiglio comunale), ha imposto due donne di fiducia per gli assessorati (Camporota e la stessa Ferrari), si è preso in più l’anti-PD per eccellenza (Zanca) e ha limitato le ingerenze curiali togliendo il welfare a Maletti.

Una libertà che fa ben sperare per i prossimi cinque anni, soprattutto se Muzzarelli (in tandem con Ludovica Ferrari) non riuscirà a sbarcare in Regione come consigliere. Un gol per il quale il fananese si è buttato anima e corpo.
I limiti principali all’opera finalmente autonoma di Mezzetti – oltre al Venturelli imposto a tutti i costi dai Dem – sono Guerzoni (braccio di Muzzarelli in giunta) e Bortolamasi (braccio di Bonaccini in giunta), ma con i rispettivi mentori indeboliti e impegnati altrove (Europa e forse Regione) anche ‘Giulio’ e ‘Andrea’ avranno scarso impatto. Almeno questo è ciò che sperano il sindaco e il suo capo di gabinetto, un solomita che non vedeva l’ora di lasciare l’incarico alla guida del rissoso e ingordo Pd in ​​cui, per modi, atteggiamenti e cultura, è sempre apparso come un corpo estraneo.
Joseph Leonelli

 
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