«Dobbiamo fermarci, serve lo stato di calamità» – .

«Dobbiamo fermarci, serve lo stato di calamità» – .
«Dobbiamo fermarci, serve lo stato di calamità» – .

ANCONA Pesca a rischio. “Stasera usciamo, domani mattina decideremo se restare”. Così ieri il presidente dell’Associazione Produttori Pesca di Ancona, Apollinare Lazzari. La massiccia presenza di mucillagini sta creando enormi problemi alle imbarcazioni che ogni notte salpano dal molo dorico per raggiungere il mare aperto. «La mucillagine si attacca alle reti, le rende molto pesanti e poi è un problema quando è il momento di tirarle su» sottolinea Lazzari. Solo questo? Nemmeno per sogno. «Si intasano i filtri di raffreddamento del motore – spiega il pescatore Luigi Rombini -. A quel punto dobbiamo spegnere tutto e iniziare a pulire i filtri».

Gli inconvenienti

Un’operazione lunga e impegnativa. «Può durare anche mezz’ora – prosegue – e per tutto quel tempo restiamo fermi e in balia delle correnti». «Negli ultimi giorni i pescherecci hanno dovuto spegnere i motori anche tre-quattro volte contemporaneamente» continua Lazzari. L’allarme mucillagini è scattato circa una settimana fa. Lungo le coste di Ancona, fino a Sirolo e Numana, la superficie dell’acqua ha iniziato a macchiarsi di una patina verdastra e vischiosa. L’emergenza sembrava risolta all’inizio della scorsa settimana «poi nel giro di due o tre giorni è peggiorato tutto» racconta Lazzari. E ora il problema è diventato così grave che i pescatori si trovano di fronte a una scelta per niente facile. «Dobbiamo decidere in fretta se continuare a pescare o fermarci. Abbiamo inviato una lettera ad Acquaroli per chiedere lo stato di calamità» continua Lazzari.

I presentimenti

Le alte temperature di questi giorni non lasciano spazio a pensieri di buon auspicio. «Tutt’altro – prosegue Rombini -. La situazione non può che peggiorare e a quel punto sarebbe totalmente invalidante per noi”. In particolare per chi pratica determinate tipologie di pesca: «La pesca alla sogliola, per esempio – spiega Rombini -. Rimaniamo vicino alla costa e facciamo la pesca rapida, cioè con dei tipi di rastrelli che accarezzano il fondale e che servono per la pesca del pesce piatto». I motori si sforzano e allo stesso tempo si intasano di mucillagini. «La temperatura dei motori sale e consumano ancora di più» aggiunge Rombini. Quindi un effetto domino che si estende a tutto il sistema della pesca.

I rischi

«Ci ​​sono problemi anche per tutta la piccola pesca – specifica Massimo Mengarelli della cooperativa Portonovo Pesca -. Non possiamo pescare sogliole, seppie e canocchie perché le mucillagini si attaccano alle nostre attrezzature. A quel punto non possono più svolgere la loro funzione, che è quella di catturare i pesci”. E come se non bastasse, a farne le spese è anche la pesca delle cozze. Perché la mucillagine soffoca la cozza. Poi lo uccide. «Per ora non c’è alcun rischio imminente – prosegue Mengarelli -, ma se il problema persiste allora sì». Ad oggi la pesca del mosciolo prosegue senza problemi. «Anch’io sono andato sott’acqua nei giorni scorsi – prosegue -. La mucillagine c’è, ma nelle banche. In alcune parti è presente in maniera massiccia, in altre meno ed in altre è totalmente assente. Dipende dalle correnti”. C’è una sola speranza per tutti. “Speriamo che passi presto” dice Mengarelli, che con i suoi auguri raccoglie la speranza dell’intero settore.

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Corriere Adriatico

 
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