«Bacheche anti-aborto nel distretto sanitario. Sconcertati.” La risposta – .

«Bacheche anti-aborto nel distretto sanitario. Sconcertati.” La risposta – .
«Bacheche anti-aborto nel distretto sanitario. Sconcertati.” La risposta – .

30 giugno 2024 14:05

by Michela Chiappini

Qualche mese fa ho deciso di acquistare una casa ad Acquasparta (Terni), un piccolo paese con una grande storia culturale e scientifica alle spalle. Gli sforzi dell’Accademia dei Lincei e di Federico Cesi per abbracciare un sapere che andasse oltre la tradizione e l’autorità non sembrano aver dato frutti nell’odierna società civile.

Qualche settimana fa mi sono recato a fare dei semplici esami di routine presso il distretto sanitario sito in via Roma 1 e, prima di entrare, la mia attenzione è stata attirata dalla bacheca all’ingresso e occupata da alcuni manifesti con la scritta ‘l’aborto uccide una donna’. bambino’ ecc., tutti correlati con alcune immagini piuttosto terrificanti di feti e proponendo alcune alternative piuttosto discutibili.

Oltre ad essere cittadina del suddetto Paese, sono anche un’educatrice sociale e il pensiero che ogni ragazza e ragazza possa inevitabilmente leggere questi messaggi davanti ad una struttura pubblica dedicata alla sanità mi provoca grande disagio e sgomento. Demonizzare grottescamente un diritto sancito dalla legge italiana, come quello dell’interruzione volontaria di gravidanza, e colpevolizzare le donne che vi ricorrono è senza dubbio un messaggio che mina la libertà e il diritto all’autodeterminazione.

Ricordo che le istituzioni hanno già fatto in modo che le donne che interrompono una gravidanza debbano affrontare un percorso a ostacoli che, oltre alla mancanza di medici e strutture, molto spesso comprende umiliazioni e pressioni psicologiche. Chiedo quindi che la mia indignazione serva innanzitutto a rimuovere quei cartelloni che portano un messaggio fuorviante e lesivo delle libertà individuali e a far riflettere sull’importanza di rafforzare la legge 194.


by Alessandro Sgrigna (Terni)

Vorrei sottolineare che, come cattolico, condivido la posizione della Chiesa sulla questione. Ma per aiutarci a comprendere lo spirito della 194, forse possono essere utili le parole, tratte da un comizio, pronunciate da un noto politico italiano nel 1981, in difesa di quella legge. Quel politico era Enrico Berlinguer: «[…] Tuttavia, è legittimo che i cittadini e soprattutto i giovani uomini e donne sentano che a questa scelta sono connesse questioni generali e fondamentali e che se ne interroghino e vogliano conoscere la posizione dei comunisti. Innanzitutto, deve essere chiaro a noi stessi e agli altri che noi, come sostenitori della legge 194 e anche come comunisti, non difendiamo l’aborto, non lottiamo per la libertà di abortire, non consideriamo l’aborto una conquista civile, né tanto meno un fatto positivo. Così come la legge non approva, né in alcun modo favorisce l’aborto, così come le donne che hanno lottato per la fondazione di questa legge e la società, lo Stato che dà le leggi hanno promulgato, non promuovono, né accettano, né approvano l’aborto; ne riconoscono solo l’esistenza e cercano, con opportuni strumenti legislativi, di contenerne i fallimenti e di avviare cambiamenti culturali e cambiamenti sociali, che tendono gradualmente a farlo scomparire come atteggiamento culturale e come fatto sociale. Non siamo quindi abortisti, l’aborto resta per noi un male, per i traumi che produce sempre nella donna, per i danni che provoca al corpo sociale. […]».

In definitiva, siamo proprio sicuri che se una ‘immagine agghiacciante’ inducesse anche una sola donna a riconsiderare la sua decisione di abortire, ci stracceremmo le vesti piangendo per l”offesa alla libertà’, invece di festeggiare la nascita di un figlio, come Succede sempre (o dovrebbe succedere)?

 
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