te ne sei andato mentre i tuoi figli da Chernobyl arrivavano – ilBustese.it – .

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te ne sei andato mentre i tuoi figli da Chernobyl arrivavano – ilBustese.it – .

Paola Nadin era la “spina dorsale di Aubam”: tutto quello che si poteva fare in questi anni per dare accoglienza e affetto ai bambini di Chernobyl, Anche grazie al suo incessante lavoro. Incessante e silenzioso, come il carattere di Paola, scomparsa a 65 anni a Busto Arsizio. Generosa e umile per natura e anche nel solco di quanto la sua famiglia le ha trasmesso, a partire da Padre alpino, Tullio.

L’emozione per la notizia della sua scomparsa è stata travolgente. Antonio Tosi Pedèla ha avuto parole toccanti durante la conferenza stampa di presentazione della stagione della colonia di Alassio, quella che ci permetterà di offrire gioia e sollievo ai bambini ucraini (LEGGI CHI).

Questo è stato il pensiero spontaneo: Paola è partita per questo suo viaggio, proprio mentre arrivavano i figli. Mentre un altro pezzo di Bene si compiva. Domani, mercoledì 3 luglio alle 15.45 nella chiesa parrocchiale di Madonna Regina saranno celebrati i suoi funerali (preceduti dal Rosario alle 15.30, prima di poterla salutare presso la casa funeraria “Le origine – Mismirigo” in viale Sicilia 5). Contemporaneamente quando lo sguardo dei più piccoli si poserà sul mare, l’addio sarà pronunciato.

Antonio Tosi Pedèla sottolinea: «Paola è stata per anni la colonna portante dell’Aubam. Ha mantenuto i rapporti con i consolati, le ambasciate, i ministeri. Un lavoro duro, che non conosceva oraricondotta in modo fantastico. Degna figlia di un grande alpino. Non appariva molto, né parlava. Sì, secondo me incarnava ciò che avevo detto in un’intervista su don Isidoro Meschi: poche parole, ma fatti».

Ha portato a termine quell’impegno che richiedeva meticolosità e fatica senza sosta. Ha lavorato con il marito in una piccola azienda meccanica e quando si è unita all’associazione, “ha lasciato subito il segno”. A sua volta, ha anche riportato a casa diversi bambini da Chernobyl.

La sua porta era sempre aperta per chi ne ha bisogno. Lo racconta così Paola Zaroli, sua grande amica: «Per me era più di una sorella, abbiamo condiviso momenti bellissimi e portato insieme le croci».

“Era una persona brillante – prosegue – Ha sempre lavorato in silenzio. Questo vale per i bambini di Chernobyl, tante famiglie ora scrivono messaggi. Ma non solo. Era attiva nella parrocchia di Madonna Regina ed era in sintonia con il marito Luigi in questo impegno”.

C’era una frase che univa particolarmente i due amici: «Quando l’amore chiama, abbiamo detto, rispondi.”

E Paola ha sempre risposto, senza esitazione, ha coinvolto altri nelle missioni dell’amore silenzioso, si è rimboccata le maniche. Fino alla fine e questo si vede anche negli occhi di quei bambini che contemplano il mare, perché ci sono luci che non smettono mai di brillare, tra le onde della vita.

Me. Sto chiamando.

 
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