“I lavori non sono iniziati, rischiamo decenni di cantieri interrotti” – .

“I lavori non sono iniziati, rischiamo decenni di cantieri interrotti” – .
“I lavori non sono iniziati, rischiamo decenni di cantieri interrotti” – .

“Nelle scorse settimane il Presidente della Regione Giani ha annunciato con grande clamore l’avvio dei lavori della Tangenziale Nord-Est entro il 30 giugno, con la chiusura del cantiere prevista per il 31 dicembre 2025. Ad oggi, però, pare che i lavori non siano partiti. Ma soprattutto non è chiara quale sia la reale situazione”.

Il consigliere comunale di Pisa Francesco Auletta, da sempre critico sul progetto con il suo gruppo Diritti in Comune, oltre che con il fronte ambientalista, torna sulla grande opera di cui si discute da tempo. Il capogruppo annuncia che “nelle scorse settimane abbiamo inoltrato richiesta di accesso agli atti alla Provincia di Pisa per avere anche copia del progetto esecutivo approvato, indispensabile per l’avvio dei lavori. Ad oggi non abbiamo avuto risposta dalla Provincia di Pisa. A questo punto chiediamo a tutte le istituzioni coinvolte in modo pubblico: il progetto esecutivo è stato approvato? E se non lo è stato, perché?”

L’altro fronte su cui occorre chiarezza “è quello dell’ risorse e i tempi per il loro utilizzo. Il costo del solo primo lotto è progressivamente aumentato negli anni fino agli attuali 27 milioni di euro, coperti da risorse del Fondo Sviluppo e Coesione per 17 milioni, dalla Regione per poco più di 6,8 milioni e dalla Provincia per 3,3 milioni. Da parte nostra siamo sempre stati contrari, insieme alle associazioni ambientaliste, a questo grande progetto sostenuto in modo bipartisan dalle coalizioni di centrodestra e centrosinistra, anche durante la seduta del Consiglio Comunale tenutasi a gennaio su nostra richiesta sulla Tangenziale Nord-Est. Questa infrastruttura genererà più traffico, e quindi più inquinamento, come sempre accade quando si aumentano le strade, consumerà suolo e distruggerà irrimediabilmente la pianura agricola a nord di Pisa, non offrendo alternative all’uso dell’auto privata per chi deve entrare in città. La Tangenziale è un vecchio progetto basato su un concetto di mobilità che non è più sostenibile, perché negli anni trascorsi dalla sua prima progettazione è cambiato drasticamente il quadro delle necessità di interventi sulla mobilità”.

È una questione di servizi per Auletta: “La zona nord di Pisa sarà liberata dalla morsa del traffico quando i pendolari troveranno treni, tram, autobus efficienti e frequenti, quando città e servizi saranno pensati per essere facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici. Vogliamo che i soldi del Fondo per lo sviluppo e la coesione siano investiti in questo, e non in nuovo cemento e traffico: questa opera non allevierà nulla, anzi creerà problemi alla salute di chi abita in due zone della città, il quartiere Passi e quello di Ghezzano. Lo ha evidenziato Arpat nella sua valutazione dell’opera risalente al 202, arrivando a definire inaccettabile l’impatto acustico, in particolare a Passi, data anche l’impossibilità di attuare mitigazioni e a dare parere negativo sulla realizzazione delle tratte che interessano questo quartiere, e a Ghezzano. Le analisi condotte dall’Arpat stimano infatti che i limiti di legge sull’inquinamento acustico saranno superati del 30% ed evidenziano che non servirebbero né la stesura di asfalti speciali né la realizzazione di barriere antirumore per limitare tali superamenti, previsti anche nelle ore notturne”.

Senza contare che l’infrastruttura “frammenterà ulteriormente il territorio, danneggiando quel che resta della pianura alluvionale dell’Arno e del Serchio, dove ecosistemi di grande valore ambientale sono tutelati dalla Convenzione di Ramsar e dall’Unesco, oltre ad avere un impatto devastante su un paesaggio agricolo di grande interesse che comprende il patrimonio culturale delle pievi, delle ville e dell’Acquedotto Mediceo. Perché insistere su un progetto inutile e devastante invece di progettare una grande riqualificazione della pianura pisana, realizzando un Parco agricolo tra i due comuni di Pisa e San Giuliano? Si creerebbero nuove economie di qualità, percorsi pedonali e ciclabili, corridoi ecologici per la biodiversità”.

”A questo si aggiunge un enorme spreco di denaro pubblico con costi via via crescenti: per il solo tratto Madonna dell’Acqua (nodi lotto 1-2), la spesa è passata in poco tempo da 21 a 27 milioni di euro, 6 milioni in più. E stiamo parlando del primo tratto di soli 2 km, a fronte di un’opera il cui costo complessivo è già aumentato, e i 70 milioni iniziali sono destinati ad aumentare ulteriormente, senza che ci sia ad oggi una previsione definitiva della cifra finale”, insiste Auletta, che conclude: “Ci chiediamo come possano centrodestra e centrosinistra ripetere che siamo di fronte a un”opera strategica’, e come continuino a insistere e anzi a voler accelerare su un’opera per la quale mancano del tutto la progettazione definitiva dei lotti che vanno dal nodo 5 al nodo 10, cioè il tratto che interseca l’Acquedotto Mediceo, e la copertura dei costi, tanto che si moltiplicano gli appelli al Governo per l’assegnazione delle risorse necessarie per realizzarli. C’è il serio rischio, oltre a realizzare un’opera con forti impatti e pochi benefici, di condannare il territorio a decenni di lavoro interrottocon cantieri infiniti. Il progetto va ripensato completamente in chiave moderna, ottenendo i benefici desiderati con altre forme di mobilità. Siamo ancora in tempo, fermatevi”.

 
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