“Cimici e insetti nelle celle, non possiamo fare la doccia” – .

“Cimici e insetti nelle celle, non possiamo fare la doccia” – .
“Cimici e insetti nelle celle, non possiamo fare la doccia” – .

Firenze, 3 luglio 2024 – A segnalato al pubblico ministero con contenuti scioccanti, firmati da una cinquantina di persone detenutiper segnalare le condizioni del Sollicciano prison.

Dalle cimici che infestano le cellule fino al problema cronico di mancanza d’acqua: dopo le tensioni dello scorso fine settimana, i ‘definitivi’ dell’ottava sezione pretendono che si sappia come vivono lì dentro. E chiedono alla direzione del carcere di restituire le quote di mantenimento. Nel primo punto della lettera dei detenuti, si legge insetti e insettiPresente, secondo i detenuti, a causa del “deterioramento delle strutture e dell’accumulo di rifiuti”.

“La segnalazione alle strutture sanitarie attiva il protocollo di disinfestazione, che avviene dopo oltre due mesi – si legge -. Nel frattempo, il detenuto convive con insetti che si nutrono del suo sangue, spesso al punto da non riuscire a dormire”. E anche quando la disinfestazione viene effettuata “viene fatta in modo precario e poco efficace”, perché, affermano i detenuti, viene fatta senza spostare i mobili e senza ritinteggiare le stanze: “dopo qualche settimana gli insetti sono di nuovo presenti”. “Nessuna prevenzione e tanto meno alcun trattamento per alleviare il prurito e curare i morsi sul corpo”, si legge più avanti nella lettera-denuncia. “Questi insetti si nutrono di sangue umano, per questo potrebbero essere veicolo di trasmissione di malattie infettive tra i detenuti. Per questo motivo, il carcere effettua vaccinazioni (quasi obbligatorie) contro la tubercolosi e l’epatite, malattie che fuori dalla struttura sono pressoché inesistenti”.

La questione dell’acqua. La situazione più critica si verifica nell’ottavo tratto, “il più lontano dai serbatoi di stoccaggio dell’acqua e il più alto”. A causa della posizione del tratto, nelle ore di maggiore utilizzo, i rubinetti rimangono asciutti. “Per questo motivo non possiamo fare la docciapulire le stanze, garantire l’igiene all’interno delle celle”. Le docce “sono in condizioni inaccettabili, piene di muffa, incrostazioni e servizi malfunzionanti” e le tubature “sono vecchie e marce”, “le perdite sono all’ordine del giorno, nei giorni di pioggia piove anche in alcune celle, la muffa è sempre più presente e anche veicolo di trasmissione di malattie”. I detenuti scrivono anche che “il cibo è scarso e di pessima qualità”, che l’assistenza sanitaria “è insufficiente, non tiene mai conto dei veri problemi fisici, spesso gravi, tutto viene curato con brufen e paracetamolo e si abusa di tranquillanti, sonniferi e tutti i farmaci volti a calmare l’umore del detenuto”. Infine, l’ascensore: “Non funziona da secoli. Cibo, generi alimentari e qualsiasi materiale vengono trasportati su per quattro piani”. Se il grado di civiltà di una nazione si misura dalle condizioni delle sue prigioni, come dice un detto troppo ripetuto e poco praticato, da queste parti stiamo tornando ai tempi di Voltaire.

 
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