Alla corte delle sculture. Prato saluta il ‘suo’ Calaf nella serata pucciniana – .

Alla corte delle sculture. Prato saluta il ‘suo’ Calaf nella serata pucciniana – .
Alla corte delle sculture. Prato saluta il ‘suo’ Calaf nella serata pucciniana – .

Domani sera alle 20.30 presso la Corte delle Sculture di PratoEstate andrà in scena l’unico spettacolo lirico per il centenario pucciniano organizzato dall’associazione “Perché Verdi Viva”. Ma la notizia è che nello stesso giorno il mondo intero saluta per l’ultima volta Lando Bartolini, tenore pratese che verrà sepolto quel giorno nel piccolo cimitero di Casale di Prato dove nacque nel 1937. Un’amara coincidenza che il 4 luglio nello spazio del Polo Campolmi chiamerà a raccolta quel pubblico pratese amante del canto e della lirica e che questa volta si ritrova in casuale simbiosi con chi quell’“Alba vincerò” (degenerata in canzone popolare) della “Turandot” l’ha cantata 180 volte in tutti i teatri del mondo: Lando Bartolini nasce tessitore casalese e vola sulle ali del canto nel 1969 da Milano a Sydney, da Pechino e New York alla Siberia con un repertorio di 30 titoli (alcuni inediti, come quella “Cena delle Beffe” che avrebbe dovuto cantare al Politeama Pratese e qualche curiosità: il fiorentino “Gianni Schicchi” in tedesco…).

Domani sera la canzone di Bartolini sarà ricordata dai pratesi al Polo del Tessile per la celebrazione del centenario pucciniano, dove nello spettacolo “Il mio mistero è chiusi in me” compariranno Rodolfo il poeta della “Boheme”, opera che l’esordiente Bartolini fece nel 1969 a Philadelphia, Cavaradossi il pittore della “Tosca” (70 recite) e Calaf il principe ignoto della “Turandot” (dove quell’“ignoto” è un eufemismo che ha contato 179 recite per 33 edizioni).

Se ne andò proprio quando l’Italia riceveva il riconoscimento Unesco come patria del bel canto lirico. Questo spettacolo, nelle intenzioni dell’associazione che lo ha promosso, non sarà solo un omaggio a Puccini, ma un contatto virtuale, spirituale, con la voce che ancora vibra nell’aria con quel “Vincerò” così umano e così potente.

 
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