Si parla di elezioni regionali in autunno. Cosa si aspetta Massimo Bussandri (Cgil) da chi governerà l’Emilia Romagna nei prossimi anni?
“Ci aspettiamo quello che manca a livello nazionale, ovvero l’attenzione alle fasce più deboli e a chi soffre di più perché anche in Emilia Romagna sono tante. Dai dati del nostro osservatorio Ires emerge che siamo più resistenti al maltempo rispetto ad altre regioni d’Italia, ma abbiamo comunque un 44% di lavoratori che guadagna meno di 20mila euro lordi all’anno, e che quindi sono lavoratori poveri. Qui abbiamo un doppio problema, ovvero da una parte cercare di rimanere un territorio all’avanguardia e dall’altra fare i conti con la precarietà, la discontinuità lavorativa e il cattivo lavoro. Per questo bisogna dare continuità al Patto per il lavoro e il clima ma anche prendere coscienza del fatto che siamo arrivati a un momento in cui quel Patto va rinnovato. C’è una parte della regione che ruggisce e va a tutta velocità, con lavoro di qualità e salari adeguati, e allo stesso tempo c’è una regione che dal punto di vista produttivo arranca”.
Cosa fare allora?
“Chiederemo a chi sarà il nuovo presidente della Regione di prendere atto di tutte queste situazioni e di agire”.
Come rinnovare il Patto per il lavoro e il clima?
“Il Patto delinea un progetto condiviso di rilancio e sviluppo, volto a generare nuova occupazione di qualità, accompagnando l’Emilia Romagna nella transizione demografica, ecologica e digitale. Un Patto che ha anche l’obiettivo di contrastare le diseguaglianze ma è un progetto che risale al 2020 e che va adattato. Certamente in questa regione alcune cose sono ormai acquisite o in dirittura d’arrivo, come l’affinamento della disciplina degli appalti pubblici, alcuni Protocolli importanti come quello sulla sicurezza o quello relativo al Parco tecnologico di Bologna. Ma abbiamo superato una pandemia, siamo sull’orlo di una terza guerra mondiale… Direi che tutte queste situazioni hanno reso un po’ vecchie alcune intuizioni del Patto 2020”.
Cosa speri?
“Che sia sempre alta l’attenzione al lavoro e soprattutto al lavoro di qualità, e che per tutte le questioni di carattere generale questa Regione resti ancorata ai valori dell’antifascismo, della coesione sociale e della democrazia.
