Ecco come Fabrizio trasforma le sue passioni in lavoro – .

Ecco come Fabrizio trasforma le sue passioni in lavoro – .
Ecco come Fabrizio trasforma le sue passioni in lavoro – .

Una città cosmopolita che gli ha cambiato la vita, le prospettive, il modo di vedere il mercato del lavoro e ovviamente gli ha insegnato una nuova lingua. La sua storia

Dalla Sicilia a Dubai ai margini delle sue più grandi passioni, il calcio e il turismo, che ha saputo trasformare in lavoro. Il racconto di Fabrizio Puglisi Agisce come stimolo per molti giovani in Emirati Arabi Unitidove vive dal 2012 e nella sua città natale, Torrenova in provincia di Messina.

Fabrizio, classe 1986, è cresciuto in questa cittadina di circa ottomila anime alla quale è sempre stato molto legato, perché è lì che ha acquisito il bagaglio di valori che porta sempre dentro di sé, come il rispetto, l’amicizia e la libertà.

«Torrenova è un paese unito e fatto di bella gente – è il ricordo limpido e affettuoso di Fabrizio – che non a caso negli ultimi anni sta ottenendo risultati straordinari e rappresenta ormai un punto di riferimento per i Nebrodi».

La sua famiglia e i suoi numerosi amici sono ancora in città e la loro assenza non è mai cessata, anche se negli ultimi anni riesce a tornare più spesso per incontrarli ogni volta con la stessa gioia. percorso di vita Il lavoro di Fabrizio si è sviluppato attraverso due ambiti apparentemente distanti, che invece hanno trovato in lui un punto di incontro.

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Da una parte la passione per i viaggi, coltivata fin dai tempi del liceo a Sant’Agata di Militello, periodo in cui ogni volta che si presentava l’occasione prendeva la valigia o lo zaino per partire, a volte anche con i “mezzi di fortuna” di un ragazzo che non ha ancora un lavoro.

Da questa voglia di scoprire nuovi mondi è nata la scelta di frequentare il corso di laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici a Palermo, dove ho trascorso alcuni degli anni più belli che ricordo.

Gli amici, i colleghi, lo studio e qualche festa sono tra i momenti che restano impressi nella sua memoria e ai quali è particolarmente legato, insieme alla città che ne è stata la location.

Dopo la laurea è arrivata la splendida esperienza di studio-lavoro a Londra, un momento cruciale che in qualche modo segna l’apertura di quel ventaglio di prospettive che un ragazzo intraprendente come Fabrizio merita sicuramente nella vita.

Una città cosmopolita che gli ha cambiato la vita, le prospettive, il modo di vedere il mercato del lavoro e ovviamente gli ha insegnato la lingua.

Subito dopo Londra arriva l’esperienza con l’ENIT, l’Agenzia nazionale italiana del turismo nella sede di Vienna e da lì, nel febbraio 2012, arriva negli Emirati Arabi Uniti per uno stage presso un hotel a cinque stelle di Abu Dhabi, nell’ambito del Master in economia e marketing del turismo e comunicazione territoriale che sta seguendo.

Certamente un approccio privilegiato che gli ha mostrato l’aspetto fin dai primi giorni più sontuoso e scintillante di quei luoghi, nonché un’esperienza importante e formativa per Fabrizio.

Durante il tirocinio a Vienna aveva scritto una tesi sull’ENIT e, una volta arrivato ad Abu Dhabi, decise di inviarla all’allora presidente dell’istituzione che gli chiese di approfondire le sue ricerche sul Medio Oriente.

La sua passione si è poi trasformata in un lavoro con la richiesta di potenziare “Antenna Enit” negli Emirati, gestendo la promozione del turismo italiano in Medio Oriente e contribuendo ad incrementare i flussi turistici verso l’Italia in generale e verso EXPO 2015 in particolare.

Oggi il suo lavoro prosegue con consulenze, docenza e seminari e nel 2018, insieme ad altri soci italiani a Dubai, ha fondato un tour operator che seleziona i migliori prodotti ed esperienze negli Emirati Arabi Uniti, in Medio Oriente e nell’Oceano Indiano. Inoltre, dopo molti anni ha ripreso a collaborare anche con Enit.

La sua prima scelta di restare negli Emirati Arabi Uniti è stata dettata dalla voglia di fare carriera: da quelle parti se sei disposto a fare qualche sacrificio e a perseverare puoi crescere molto più velocemente di quanto non sia possibile in Europa.

Col tempo, si rese conto che la qualità della vita negli Emirati Arabi Uniti era più alta di quanto avrebbe potuto aspettarsi e decise di restare ancora per un po’.

La chiave per essere lì da ormai dodici anni, però, oltre alle soddisfazioni lavorative che Fabrizio può senza dubbio vantare, sono sicuramente le persone e gli amici che lo circondano e che gli hanno permesso di trovare una seconda casa in un posto così lontano e sicuramente diverso dal suo solito: «Mi ritengo molto fortunato e mi rendo conto che non è scontato in una città così dinamica e lontana da casa».

Accanto alla passione per i viaggi, e di conseguenza al lavoro nel settore turistico, Fabrizio ha una passione per il calcio. Un amore che risale a quando giocava nella squadra locale, la Torrenovese, iniziando da bambino nelle giovanili per arrivare in prima squadra e vincere il campionato di seconda divisione nell’ultima partita giocata poco prima di laurearsi e andarsene.

La sua fede nel calcio, soprattutto per la “vecchia signora” – la Juventus per i meno esperti – è stata ereditata e condivisa con il padre, e ora che lui non c’è più è forse un ricordo ancora più intenso del passato.

Appena arrivato a Dubai, ha partecipato alla fondazione del primo fan club ufficiale del Medio Oriente, diventandone responsabile della comunicazione.

Dieci anni dopo e dopo tante soddisfazioni dentro e fuori dal campo, Fabrizio Oggi fa parte del direttivo e da bravo tifoso continua a seguire le partite con gli amici del fan club, nonostante le tre ore di fuso orario con l’Italia…da questo progetto è nato il progetto scuola calcio, una sfida portata avanti insieme ad un amico del club, quella della “Juventus Academy”, nata nel 2015.

I primi anni sono stati fatti di tanti sacrifici, partendo da un semplice garage con appena trenta palline, un campo in affitto, tre allenatori e sette soci. Dopo tanti anni e una lunga esperienza sia didattica che umana attraverso un grande lavoro di squadra, ora sono cresciuti fino ad avere sette campi, più quelli estivi al coperto, tra Dubai e Sharjah, con più di mille soci di oltre cinquanta nazionalità in ogni stagione sportiva.

Trenta professionisti tra allenatori, dirigenti e amministratori qualificati con i quali hanno vinto numerosi premi come migliore organizzazione sportiva negli Emirati Arabi Uniti e nel Medio Oriente, riuscendo anche ad essere la prima squadra a trionfare alla Juventus Academy World Cup, torneo organizzato ogni anno a Torino.

Oggi la sua vita scorre serenamente sia dal punto di vista professionale che personale, con la crescita costante dei suoi progetti in una città dinamica, piena di opportunità e che in questo momento sembra essere il centro del mondo.

Un po’ per passione e un po’ per lavoro, continua a viaggiare e ne approfitta per visitare diversi Paesi, raccontandoli attraverso i social. Lavorare nei due ambiti che più lo appassionano rende sicuramente tutto più facile e appagante.

Nonostante abbia lasciato la sua patria da ormai più di dieci anni, mantiene un forte legame con l’Italia, che si manifesta anche attraverso tutta una serie di iniziative, progetti personali e imprenditoriali, che mettono in luce la laboriosa comunità italiana negli Emirati Arabi Uniti di cui fa parte.

Per il momento una grande varietà di attività lo tengono stabilmente a Dubai, ma Fabrizio non smette certo di sognare che tra qualche anno potrà tornare in Sicilia.

 
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