capaci di “contaminare l’economia legale e lo sviluppo del territorio” – .

capaci di “contaminare l’economia legale e lo sviluppo del territorio” – .
capaci di “contaminare l’economia legale e lo sviluppo del territorio” – .

REGGIO CALABRIA UN “forte capacità di infiltrazione” che «ha causato non solo laalla contaminazione dell’economia legale, condizionando lo sviluppo e la crescita del territorio a lungo relegata in fondo agli indicatori di crescita economica, qualità dei servizi e qualità della vita in generale, ma ha anche sviluppato un crescente e marcata propensione ad influenzare le istituzioni localimirato principalmente all’acquisizione il controllo dei finanziamenti pubblici statali ed europei». Fu così che la ‘ndrangheta riuscì ad affondare le sue radici nel territorio di Reggio Calabria e provincia. L’analisi è contenuta nella Relazione semestrale della Dia (primo semestre 2023), che sottolinea come la ‘ndrangheta «si conferma un’organizzazione con una struttura unitaria, governato da un organo di livello superiore, la cosiddetta “provincia” o “crimine”, superiore a quelli indicati come “mandamenti” che insistono su 3 macro aree geografiche (i distretti centrale, ionico e tirrenico) e all’interno dei quali operano gli abitanti del luogo e le ‘ndrine».

I clan dei tre distretti

IO De Stefano, i Condello, i Libri e i Teganole famiglie di ‘ndrangheta egemoni sulla Città di Reggio Calabria, come emerso dalle indagini condotte negli ultimi anni, prima fra tutte l’operazione “Meta” e l’esito del processo “Epicentro”. Un’influenza esercitata in particolare sul mondo dell’imprenditoria reggina, numerosi sono i casi di imprenditori indagati perché ritenuti vicini ai clan. Confermata la consolidata posizione egemonica dell’ormai storico clan Piromalli si unisce alla banda Molè nella piana di Gioia Tauro. I clan sono attivi nella zona di Rosarno-San Ferdinando Fish and Belloccoche gestiscono attività illecite attraverso il controllo delle attività portuali, l’infiltrazione nell’economia locale, il traffico di droga e di armi, l’estorsione e l’usura. Nei comuni di Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte e Cosoleto l’influenza della famiglia rimarrebbe Álvaro recentemente colpiti dagli esiti dell’operazione “Propaggine”, conclusa dalla DIA anche a scapito delle proiezioni extraregionali.
Nella circoscrizione jonica della provincia di Reggio, “la sede di San Luca – si legge nel documento – è da sempre considerata il centro criminale della ‘ndrangheta poiché nel suo territorio sorge il sito simbolo del Santuario della Madonna di Polsi, in passato sede storica dei vertici mafiosi”. Qui sono attivi i clan Pelle-Vottari-Romeo and Nirta-Strangio la cui storica opposizione culminò con l’ormai nota strage di Duisburg (Germania) del 15 agosto 2007. La gang è attiva nel club Platì Barbaro-Trimboli-Marando mentre nel club Africo la gang Morabito-Palamara-Bruzzaniti. Sul versante ionico si trova il circolo Siderno con la gang Impegnatoal contrario di quello del CostaI due clan sono attivi a Locri Cordì e Cataldoche, «dopo quarant’anni di sanguinose faide, avrebbero raggiunto un accordo stabile per la spartizione dei traffici illeciti».

Lotta alla ‘ndrangheta

Tra le numerose sentenze pronunciate nel 2023 c’è quella del 25 marzo della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, che al termine del processo alla “‘Ndrangheta stragista” ha emesso una sentenza che conferma la sentenza di primo grado nei confronti di Giuseppe Graviano e Rocco Sano Filippone, già condannati all’ergastolo per l’omicidio dei due carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo e per i tentati omicidi di fine 1993 e inizio 1994. «Il processo – si sottolinea nella Relazione – fa riferimento all’adesione di alcuni clan di ‘ndrangheta al progetto stragista di Cosa Nostra risalente all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso.
Tra le operazioni della DDA di Reggio Calabria citate nel documento vi sono: le indagini “Hybris” e “Eureka«Il primo è scattato il 9 marzo 2023 a Gioia Tauro, quando i Carabinieri hanno eseguito una misura restrittiva nei confronti di 49 individui ritenuti responsabili di associazione mafiosa, porto e detenzione di armi, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, danneggiamento e turbata libertà delle aste. «Tra i vari elementi di interesse investigativo – si legge nel documento – si è registrata una fase di avvicinamento tra i clan Piromalli e Molè, dopo che l’omicidio di un esponente di quest’ultimo, avvenuto nel 2008, aveva segnato la frattura tra le due famiglie, fino ad allora legate tra loro. L’operazione ha inoltre consentito di mettere a fuoco il ruolo di primo piano dei Piromalli nella gestione dell’estorsione, applicata sistematicamente ai danni delle attività economiche di Gioia Tauro. L’impiego di un racket capillare unito all’imposizione di guardie abusive sui terreni agricoli ha consentito alla cosca di riaffermare un controllo più capillare del territorio. In particolare, è emerso il ruolo di rilievo della moglie di un detenuto, esponente di vertice della cosca, che si è fatta portavoce degli ordini del marito e “regista” delle operazioni estorsive, rappresentando un punto di riferimento per le richieste di “tutela ambientale” provenienti dal territorio. Nell’ambito della stessa operazione – si legge più avanti nella Relazione – è stata inoltre dimostrata la disponibilità di armi, l’imposizione, a imprenditori locali, di manodopera da impiegare a favore dei componenti della cosca, nonché il condizionamento delle aste immobiliari giudiziarie, con particolare riguardo agli immobili nell’area portuale di Gioia. Altro elemento di interesse emerso dall’attività dei Carabinieri è il ricorso ad un acquisto “collettivo” (da parte di diversi gruppi criminali) di ingenti quantitativi di cocaina importata dal Sud America.
La lotta al narcotraffico al centro delle indagini “Eureka” che ha fatto luce, tra le altre cose, sulla fuga e sullo status di latitante del super boss Rocco Morabito, detto “Tamunga”Sono state eseguite misure cautelari nei confronti di 108 persone, appartenenti ai clan Pelle, Strangio detto “Fracascia”, Nirta “Versu”, Giampaolo, Mammoliti detto “Fischiante” e Giorgi, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione/traffico di armi, anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento personale, cessione
uso fraudolento di valori e altri reati. Alcune misure, convertite in mandati di arresto europei, sono state eseguite in Germania, Belgio, Francia, Portogallo, Romania e Spagna. L’inchiesta della DDA di Milano è collegata anche all’inchiesta di Reggio Calabria.
(operazione Money Delivery – 38 misure cautelari) e la DDA di Genova (operazione Sunset – 15 misure cautelari). «L’inchiesta “Eureka” – si legge nel documento della DIA – ha avuto il merito di definire, ancora una volta, la dimensione globale degli affari della ‘ndrangheta, esaminando l’operatività di 3 associazioni contigue ai maggiori clan del distretto jonico reggiano, con basi operative in Calabria e ramificazioni in diverse regioni italiane e all’estero».

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