Spoleto67, Il giardino dei ciliegi di Leonardo Lidi debutta al Festival dei Due Mondi – .

Spoleto67, Il giardino dei ciliegi di Leonardo Lidi debutta al Festival dei Due Mondi – .
Spoleto67, Il giardino dei ciliegi di Leonardo Lidi debutta al Festival dei Due Mondi – .

Il teatro del secondo weekend del Festival dei Due Mondi è interamente dedicato ad Anton Cechov, con la terza tappa del percorso intrapreso negli ultimi tre anni dal regista Persone Leonardo. Dopo Il gabbiano e Zio Vanjadal 4 al 7 luglio al Teatro Caio Melisso Spazio andrà in scena Carla Fendi Il frutteto di ciliegie, ultima tappa della Trilogia dedicata a Cechov, presentata integralmente domenica 7 luglio in una maratona teatrale. Leonardo Lidi torna a Spoleto dopo aver ricevuto il Premio Flaiano 2024 per la migliore regia con lo spettacolo Zio Vanjain scena al Festival dei Due Mondi nel 2023.

Il frutteto di ciliegie is produced by the Teatro Stabile dell’Umbria in co-production with the Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale and the Festival dei Due Mondi. The same actors that the audience has come to know in the first two chapters of the trilogy take to the stage (in alphabetical order): Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Alfonso De Vreese, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Francesca Mazza, Angela Malfitano, Orietta Notari, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna

Dalle note di regia: “Che grande Cechov! Che bello Il giardino dei ciliegi! Che non può essere catalogato, che non può essere fatto in nessun modo se non nel modo più difficile, che richiede una fede radicale nell’atto creativo. Il richiamo alla nobiltà d’animo, alla generosità come massima forma d’arte. Un luogo, un giardino/teatro, che aveva trovato la sua utilità cento anni fa e che ora vive solo nella memoria dei suoi interpreti. Che ora non produce più la marmellata che i nostri nonni amavano tanto e che per questo motivo può essere facilmente abbattuto in favore di un parcheggio.

“Questo teatro andrebbe abbattuto”, tuonò il maestro del Gabbiano. Eccoci di nuovo qui. (…) È l’ultima immagine che Cechov ci lascia alla fine del Giardino, alla fine di una vita spesa per il teatro. Una persona che ha servito gli altri per tutta la vita, senza se e senza ma, dimenticata. Dice a se stesso, o al teatro che occupa “…Non hai più forze, non hai più niente, niente… Eh, buono a niente…”. Poi una tragica corda di violino riempie la scena. Anche Cechov, dopo tutta questa buona musica data, ci lascia con una nota triste, come se non volesse più ridere. E infatti dobbiamo piangere. O, forse, reagire”. Leonardo Lidi

La maratona teatrale, in scena il 7 luglio, vede in successione le tre fasi del Progetto Cechov: alle ore 11 Il gabbianoalle 3 del pomeriggio Zio Vanja e alle 19:00 Il frutteto di ciliegie.
Come spiega il regista: “Una trilogia con la stessa Compagnia per sottolineare l’importanza e il talento di attrici e attori italiani, classificati nei pensieri politici in zona retrocessione ma vero gioiello del teatro italiano”. – continua Lidi – “Unico comune denominatore richiesto per affrontare l’autore russo: sincerità d’animo. Essere cristallini nella volontà di consegnare al pubblico tre testi straordinari attraverso la forza dell’insieme e quindi saper cogliere l’amore che Cechov dedicò alla figura dell’attore nella sua dinamica di scrittura”.

 
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